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N. 3.621 - ore 17:00 - Mercoledì 1 Marzo 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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C’era una volta il commercio: negli ultimi 10 anni, in Italia, sono sparite quasi 100.000 attività al dettaglio e oltre 15.000 imprese ambulanti. Crescono gli alberghi (+43%) e i ristoranti (+4%), con 10.275 imprese in più, (ed in positivo anche le farmacie ed i negozi di computer e telefonia) ma senza riuscire a compensare le riduzioni del resto commercio. In estrema sintesi è il quadro che emerge dall’analisi Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa nelle città italiane - sempre più a misura di turista e meno di chi ci vive - in collaborazione con il Centro Studi della Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. |
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Il cambiamento climatico è un dato di realtà difficilmente contestabile, supportato da una mastodontica mole di studi scientifici, che concordano e convergono tutti su una previsione, nefasta ma ormai inevitabile: l’aumento delle temperature medie, a livello globale, di due gradi entro il 2050. Un’enormità, destinata a sconvolgere l’agricoltura e quindi la viticoltura, con conseguenze potenzialmente devastanti per la civiltà intera. L’uomo, nel corso dei millenni, ha saputo però trovare sempre risposte nuove, adattandosi ai cambiamenti, e per quanto i tempi siano a dir poco stretti, la ricerca e la conoscenza sono dalla parte della viticoltura, che si trova adesso di fronte ad un bivio: trovare soluzioni e risposte per garantire un futuro ai territori più prestigiosi - dalle Langhe alla Toscana, dalla Borgogna a Bordeaux, passando per la Napa Valley - o migrare altrove, a quote e latitudini diverse. Non esiste una strada più giusta dell’altra, come hanno raccontato i vignaioli Luciano Peirone (Antropo Wines, Argentina), Federico Garzelli (Patoinos, Grecia) e Gustavo Riffo (Viña Lomas de Llahuen, Cile) dalla conferenza “Come cambia la geografia del vino: le risposte alla crisi climatica”, alla Slow Wine Fair 2023, di scena a BolognaFiere, ma per vincere la sfida più importante la ricerca al servizio di una viticoltura buona, pulita e giusta diventa basilare. “Da qui al 2050 è previsto un aumento delle temperature medie globali di 2 gradi, che porterà a maturazioni delle uve anticipate di quattro settimane, ma ciò che preoccupa maggiormente è la variabilità delle precipitazioni, previste in una forbice del -40/+40%, e di cui stiamo già avendo un assaggio, con alluvioni che devastano i nostri territori, come altri eventi estremi, ad esempio gli incendi”, spiega Federico Garzelli, che ha lasciato Torino per andare a produrre vino in Grecia, in una piccola isola nel Sud Egeo, Patmos, di fronte alla Turchia. “La vocazionalità dei territori cambierà: il 56% della viticoltura potrebbe spostarsi dalle regioni più calde al Nord America e al Nord Europa. Emerge la necessità di una profonda riflessione sulle denominazioni e una revisione dei disciplinari, come si sta facendo a Bordeaux, per ammettere nuove varietà, resistenti ai cambiamenti climatici” (continua in approfondimento). |
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Da anni la gestione dell’acqua è una delle grandi e strutturali criticità italiane, e la cui soluzione, per quanto complessa, non è più rinviabile, come del resto racconta la cronaca, pressochè quotidiana, degli effetti negasti del cambiamento climatici anche in un Italia che vive sempre più intensamente il tema della siccità. E per questo “servono interventi strategici di breve, medio e lungo periodo, più razionalizzazione e meno burocrazia. Le risorse, 8 miliardi di euro, ci sono”: così il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, oggi alla Camera dei Deputati, dopo il tavolo sulla crisi idrica a Palazzo Chigi, presieduto dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i Ministri, tra gli altri, di Infrastrutture, Affari Europei e Pnrr e non solo. In arrivo anche un commissario per gestire i lavori. Con il plauso di Confagricoltura, Coldiretti e Cia-Agricoltori Italiani. |
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Via libera ad una dotazione di 57 milioni di euro destinati a finanziare lo sradicamento di 9.500 ettari vitati a Bordeaux. È il primo passo di un piano che, nelle intenzioni dei produttori della Gironda - come WineNews racconta da mesi, seguendo da vicino ogni sviluppo - dovrà portare allo sradicamento complessivo di 35.000 ettari, per riequilibrare la produzione della Regione con il mercato dei consumi. Due terzi dei fondi sono stati svincolati dallo Stato, mentre un altro terzo è a carico del Conseil Interprofessionnel des Vins de Bordeaux (Civb), per un totale di 6.000 euro ad ettaro, una cifra decisamente inferiore ai 10.000 euro chiesti dai produttori fin da maggio 2022, richiesta che potrebbe essere avvicinata sommando i fondi europei di riconversione gestiti dalla Regione Nouvelle-Aquitaine. I 30 milioni di euro di fondi statali sono destinati a finanziare l’estirpazione sanitaria di viti produttive ma abbandonate o in procinto di essere abbandonate, per evitare la diffusione della flavescenza dorata. Altri 2.000 ettari di vigneto incolto, grazie ad una partnership con la cooperativa Alliance Forêt Bois, verrebbero inoltre sradicati a costo zero, portando il totale degli ettari vitati rimossi a quota 11.500. |
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Le ha fatte di tutti i colori. Ed ora Ceci, griffe del Lambrusco, uno dei vini più “pop” in assoluto, rilancia con il suo “Lambrusco To You”, in una bottiglia di vetro nero opaco che diventa una vera e propria lavagna, una tela intonsa su cui scrivere o disegnare. Con la bottiglia accompagnata da due gessi bianchi e un “cancellino” di feltro arrotolato, che riporta le generazioni un po’ più “agè” ai ricordi tra i banchi di scuola. “Questa bottiglia rende le mani protagoniste di questa creazione, con la loro capacità di creare, donare e condividere”, spiega Alessandro Ceci. |
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Un po’ trainati dal successo e dal blasone dei prodotti, un po’ dalla minor disponibilità di prodotto, un po’ spinti dall’inflazione, i valori del giro d’affari vino italiano, nel 2022, sono cresciuti. Almeno all’export, che, in attesa del dato Istat ufficiale sui 12 mesi, dovrebbe toccare gli 8 miliardi di euro, e di certo per alcuni dei territori più blasonati, come raccontato per tanti territori bianchisti, e per i grandi rossi, come l’Amarone della Valpolicella, il Barolo ed il Chianti Classico, come emerso dalla rispettive “Anteprime”, nei giorni scorsi. E non fa eccezione il Brunello di Montalcino. Che, a fronte di un 14% in meno di vino immesso sul mercato (dati di Avito), vede per il Consorzio del Brunello di Montalcino un bilancio a +18% in valore nel 2022 (sul 2021). Almeno, dai dati raccolti dall’“Osservatorio Prezzi”, su un panel che rappresenta il 28% della capacità produttiva della Docg. |
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L’attenzione mediatica, quando si parla di vino, è tutta per il via libera della Commissione Ue all’introduzione degli health warning nella retroetichetta delle bevande alcoliche in Irlanda. Compreso il vino che, però, non è un prodotto alcolico come gli altri, ma espressione di una cultura millenaria e di territori di cui ha saputo farsi custode. Anche grazie ai fondi promozione dell’Ocm, una leva capace di far crescere, nei territori, economie di scala rispettose dell’ambiente. A WineNews, dalla Slow Wine Fair 2023, Silvano Brescianini (Franciacorta), Alessio Planeta e Roberto Sarti (Uiv). |
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