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WineNews
N. 4.256 - ore 17:00 - Martedì 8 Luglio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Dazi Usa-Ue, salvi gli alcolici?
Se è evidentemente troppo presto per cedere a facili entusiasmi, i rumors che si rincorrono sul fronte dei dazi Usa, dopo che il Presidente Trump ha spostato il limite per le trattative con l’Ue dal 15 luglio al 1 agosto, fanno ben sperare il mondo del vino, d’Italia e d’Europa. Secondo le indiscrezioni, infatti, emergerebbe che nell’accordo che si sta trattando, tra le altre cose, alcuni settori sarebbero salvi, tra cui proprio quello degli alcolici. Tutto da verificare, chiaramente, e da capire se il vino, eventualmente, sarebbe incluso. Ma conforta la lettera della Us Wine Trade Alliance: “sembra che le cose si stiano muovendo nella giusta direzione”.
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Primo Piano
Vino, mercato lento: anche in Toscana si inizia a discutere di distillazione e rese ridotte
La vendemmia 2025 si avvicina, con un mercato che non aiuta a smaltire le elevate scorte di cantina. E se in diverse regioni importanti per il vino italiano già si parla di valutare misure come la distillazione di crisi, oltre all’abbassamento delle rese massime previste dai disciplinari di produzione, come si rumoreggia, per esempio, in Piemonte o in Puglia, anche in Toscana c’è chi inizia a chiedere confronti con le organizzazioni di categoria, ipotizzando misure urgenti come vendemmia verde, distillazione di sostegno, ma anche di estirpazione “volontaria” dei vigneti meno vocati, come scrivono in una mozione inviata al Consiglio Regionale Toscano i membri del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia (nei prossimi giorni è prevista una riunione in materia per decidere i provvedimenti da prendere, fa sapere la vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi). Spunti che raccontano di una situazione di generale sofferenza, anche se con qualche distinguo, almeno a guardare i numeri dei primi 6 mesi 2025 di Avito, che riunisce i consorzi del vino di Toscana, su imbottigliamenti e fascette Dop, buona cartina di tornasole del mercato. Nel complesso, la Regione ha immesso sul mercato 948.583 ettolitri di vino nella prima metà 2025 (-2% sul 2024). Tra le tre denominazioni più grandi, l’unica in leggera crescita è il Chianti Classico, con 125.646 ettolitri (+3% sulla metà del 2024), mentre cedono il -5% l’Igt Toscana, con 330.503 ettolitri, ed il Chianti, a -4%, con 294.781 ettolitri. A Montalcino e Montepulciano, invece, si assiste ad un andamento contrastato. Nel primo caso, per esempio, il Brunello di Montalcino fa segnare un deciso -9%, per 28.727 ettolitri, mentre cresce nettamente il Rosso di Montalcino, a 16.104 ettolitri (+14%). Nel secondo, invece, il Vino Nobile di Montepulciano segna -4%, a 24.459 ettolitri, mentre il Rosso di Montepulciano fa +20%, a 10.723 ettolitri. Sostanzialmente stabile, invece Bolgheri, a 29.650 ettolitri (-1%), bene anche il Morellino di Scansano a 25.413 ettolitri (+17%). Rispecchiando in pieno il trend della crescita dei bianchi, invece, crescono del +29% la Vernaccia di San Gimignano, a 21.132 ettolitri, e anche la Maremma Toscana, che negli ultimi anni ha visto un traino importante da parte del Vermentino, e che fa +5%, a 34.619 ettolitri.
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Coltivatori diretti, confermata esenzione Imu
La Cassazione, con l’ordinanza 14915/25, ha confermato che i coltivatori diretti godono dell’esenzione Imu sui terreni agricoli anche se i loro redditi non derivano in prevalenza dall’agricoltura. Finora, infatti, il comune impositore disconosceva il diritto all’esenzione in quanto il soggetto passivo - pur rispettando i requisiti imposti dalla normativa Imu - possedeva redditi in prevalenza non legati all’attività agricola. Da oggi, per poter usufruire dell’esenzione basterà essere iscritti nella previdenza agricola come coltivatore diretto, coltivare direttamente il fondo, con lavoro proprio o della famiglia, e senza bisogno di dimostrare che almeno il 50% del reddito provenga dall’attività agricola. Segnando una linea di demarcazione con la figura dell’imprenditore agricolo professionale, che invece deve rispondere di certi requisiti.
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Focus
Australia, nuova campagna anti-alcol con il vino protagonista
Un bicchiere di vino rosso che cade e si rovescia: un movimento che, secondo il Cancer Council Sa dello stato federato australiano dell’Australia Meridionale, simboleggia “l’alcol che si diffonde nelle parti del corpo dove può svilupparsi il cancro”. Si tratta della nuova campagna di sensibilizzazione lanciata da circa un mese in Australia contro l’alcol, dal titolo “Spread” (diffondere, ndr), e che, come spesso accade, prende di mira solo il vino ignorando birre, liquori o superalcolici vari. “Quando si parla di rischio di cancro, non esiste un livello sicuro di consumo di alcol - sostiene Christine Morris, responsabile senior della prevenzione del Cancer Council Sa - non importa che tipo di alcol si beva, che si tratti di birra, vino o superalcolici, il rischio è lo stesso”. La campagna anti-alcol australiana è composta da un video su YouTube, poster affissi sui tram e anche messaggi trasmessi nelle pubblicità dei podcast. Un’ampia promozione che, ovviamente, non è piaciuta neanche un po’ all’industria vitivinicola dell’Australia. A rappresentare il disappunto del settore è stato Lee McLean, Ceo Australian Grape & Wine: “siamo preoccupati - ha detto - crediamo che gli australiani traggano il massimo beneficio da informazioni sulla salute che consentano scelte consapevoli e responsabili, e non da rappresentazioni allarmistiche”.
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Cronaca
La partnership Pasqua-Charles Smith
In un mondo sempre più diviso e divisivo, le sinergie enoiche vanno in controtendenza. E così, Pasqua Vini, tra le realtà di riferimento della Valpolicella, di Verona e del Veneto, della famiglia Pasqua, unisce le forze con Charles Smith, produttore “faro” del vino del rampante Stato americano di Washington. Insieme, produrranno vini sotto il brand “Real Wine”, in cui Pasqua entra con una quota di minoranza (fino al 20%). Peculiarità di un accordo complessivo che vedrà la cantina veneta diventare anche distributore internazionale esclusivo dei vini “House of Smith”.
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Wine & Food
“No-Lo”, c’è chi decide di modificare il Disciplinare: arriva l’Orvieto Doc a 10 gradi
Quello dei vini “No-Lo” (senza o a basso contenuto alcolico) è ormai molto più di un trend emergente: la richiesta di etichette a bassa gradazione, da parte di un target di consumatori più giovani e più attenti agli aspetti salutistici, sta crescendo, e adesso a muoversi non sono solo le aziende, ma anche i Consorzi. Quello dell’Orvieto Doc annuncia un passaggio storico: da oggi sarà infatti possibile produrre Orvieto Doc con gradazione alcolica minima di 10 gradi, grazie all’approvazione definitiva del nuovo Disciplinare da parte del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Con questa svolta, il Consorzio Tutela Vini di Orvieto è  apripista in Italia per una denominazione d’origine a basso grado alcolico, tema sempre più strategico. Varato anche un progetto di ricerca multidisciplinare che tocchi aspetti enologici, agronomici, normativi e di comunicazione.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
WineNews.tv
Il vino italiano nella difficile partita sui dazi Usa-Ue: le riflessioni di Giancarlo Giorgetti
L’intervento del Ministro dell’Economia nell’Assemblea di Unione Italiana Vini - Uiv, oggi a Roma: “il vino è un settore importante del made in Italy, e nonostante tutte le difficoltà se la passa meglio di altri. Un settore fondamentale a livello economico, sociale, ambientale e di immagine, coinvolto, però, in una partita, quella dei dazi Usa, molto più grande e complessa, che chiama in causa anche la fiscalità generale, la finanza e non solo. Ma per le imprese il costo più grande deriva dall’incertezza”.
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