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WineNews
N. 4.334 - ore 17:00 - Lunedì 27 Ottobre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Oltre 1,1 milioni di euro per beneficenza
Un crescendo continuo, edizione dopo edizione, nel segno dei grandi vini e della solidarietà. Quest’anno “Barolo en Primeur” 2025, edizione n. 5 dell’asta benefica internazionale promossa da Fondazione Crc e Fondazione Crc Donare Ets con il Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ha incassato 1.108.300 euro stabilendo un nuovo primato. Una somma destinata però a salire ancora: l’ultimo lotto (un’altra barrique di Barolo Gustava), verrà battuto infatti il 9 novembre nell’“Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba”, sempre al Castello di Grinzane, in live con Hong Kong. In 5 anni sono 4,5 i milioni di euro raccolti per beneficenza.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Il Collio è tra i territori bianchisti più amati dai wine lovers. Ma deve raccontarsi meglio
Se il Friuli Venezia Giulia del vino è tra le regioni che i consumatori mettono tra le primissime se si parla di vini bianchi fermi di qualità, il Collio, terra di confine con la Slovenia, è considerato il territorio più vocato per la tipologia (insieme al Soave, in Veneto). Con i vini bianchi del Collio (1.300 ettari di vigneti, spesso “giardini di casa” di tanti piccoli produttori, di cui l’88% coltivate con varietà a bacca bianca), che sono conosciuti praticamente da tutti, mentre meno conosciuto, o meglio, meno visitato, ancora, è il territorio stesso, cosa che spiega bene quante siano le potenzialità di crescita di questa “enclave bianchista” del vino italiano, ricca di storia, bellezza e perle gastronomiche da scoprire, lavorando di più su promozione e comunicazione. Messaggi che emergono dalla ricerca “Collio Experience” by Nomisma Wine Monitor per il Consorzio di tutela dei Vini del Collio (in approfondimento), presentata a “Collio Evolution”, che si chiude oggi, 27 ottobre, a Cormons, il primo evento istituzionale della denominazione voluto dal Consorzio, guidato dal presidente Luca Raccaro e dalla direttrice Lavinia Zamaro (e che mette insieme 288 aziende). Dalla ricerca, che ha sondato le opinioni di 1.500 consumatori, in particolare, emerge che, in termini di posizionamento, il Friuli-Venezia Giulia emerge tra le principali regioni italiane per la produzione di vini bianchi di qualità: lo pensa il 13% dei consumatori abituali di vino bianco, con la regione preceduta solo dall’Alto Adige (15%). Ma tra i territori collinari vocati alla produzione di vini bianchi di qualità, il Collio figura al primo posto assieme al Soave, roccaforte bianchista del Veneto (con il 13,4% di prime risposte). Quasi tutti i consumatori italiani di vino bianco dichiarano, poi di conoscere (o aver sentito parlare di) almeno uno dei vini prodotti nel Collio, e se chi non li ha assaggiati lo fa soprattutto perchè non li trova nei locali che frequenta, 9 su 10 tra questi li assaggerebbe volentieri. Mentre il 40% degli enoturisti visiterebbe il territorio, spiega tra le altre cose la ricerca, che evidenzia come per far crescere ancora il territorio, “la leva della comunicazione diventa importante”, sempre di più, a partire da degustazioni, eventi e turismo.
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Si torna a parlare di tasse sull’alcol
Il tema alcol & salute continua a tenere banco a livello internazionale. A tornare alla ribalta, questa volta, è l’ipotesi di aggiornamento delle aliquote fiscali sull’alcol nell’Unione Europea, che non sono state modificate dal 1992 e che sono ferme a “zero” per quanto riguarda il vino, a differenza di altri prodotti alcolici, idea a cui starebbe ancora pensando la Commissione Europea. Intanto, nei giorni scorsi, un comunicato dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) con la World Health Organization/Europe, la divisione europea dell’Oms, ha mandato un chiaro messaggio ai governi: “la tassazione degli alcolici, la disponibilità limitata e i severi divieti di commercializzazione riducono il consumo di alcol a livello di popolazione e, a loro volta, riducono l’impatto del cancro”. Un concetto approfondito nel volume 20 degli “Iarc Handbooks”.
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Focus
Il vino italiano tra storia e “new generation”
Chiara Pepe, alla guida, con la famiglia, della Emidio Pepe, in Abruzzo, e Orlando Rocca, alla guida della cantina che porta il suo nome, nelle Langhe, sono “la giovane vignaiola” ed il “giovane vignaiolo” dell’anno; Tommaso Cortonesi, produttore a Montalcino, con La Mannella, è il “vignaiolo del cambiamento”, mentre la sinergia tra il Parco Archeologico di Pompei e Feudi di San Gregorio, guidata da Antonio Capaldo, è il “miglior nuovo progetto vinicolo”; ancora, a Marzia Varvaglione, alla guida di Varvaglione 1921 in Puglia, e del Ceev va il titolo di “giovane presidente di un gruppo di produttori”, mentre a Davide Zoppi ed al marito Giuseppe Luciano Aieta, produttori con la cantina Cà du Ferrà, in Liguria, va il premio “migliore comunicazione sociale”, anche per il vino “Zero Tolleranza per il Silenzio”, etichetta-manifesto contro “l’omertà e l’indifferenza”. Sono i premi speciali della guida “I Migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” 2026, firmata da Luciano Ferraro, vice direttore del quotidiano “Corriere della Sera”, e da James Suckling, tra i critici internazionali più importanti e fondatore di JamesSuckling.com, presentata questa sera a Milano (ed in edicola dal 28 ottobre), e che WineNews è in grado di anticipare (in approfondimento i vini e “Le vigne storiche - 10 Vigneti Resilienti” secondo Marco Simonit).
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Cronaca
L’hub della cultura del vino, a Verona
Non si chiamerà museo, ma sarà un “hub internazionale italiano su cultura e civiltà del vino a Verona”, “al pari dei più importanti musei europei, quali la Cité du Vin a Bordeaux (Francia), WoW a Porto (Portogallo), Vivanco in Spagna”, secondo la Fondazione Muvin che lo promuove. Con un investimento iniziale complessivo da 25 milioni di euro (di cui 10 attesi dalla prossima Finanziaria) per un polo che promette 350.000 visitatori all’anno a regime, ed un impatto da 700 milioni di euro, come raccontato nei giorni scorsi, in una conferenza ad hoc a Venezia.
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Wine & Food
Vouillamoz: “la cultura viva del vino italiano eredità che ho il privilegio di tramandare”
Progresso e conflitti: è questo uno dei paradossi del presente, segnato da un avanzamento tecnologico esponenziale, alimentato soprattutto dall’Ia, e dall’acuirsi di scontri a ogni livello, che mettono in pericolo non solo la pace, ma anche molte delle conquiste civili, culturali, sociali ed economiche faticosamente raggiunte nell’ultimo secolo. È il pensiero che accomuna l’ampelografo svizzero José Vouillamoz (Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino), il politologo francese Gilles Kepel (Grosso D’Oro Veneziano), l’artista Fabrizio Plessi, l’imprenditore Alberto Bombassei e la scrittrice Federica Manzon, vincitori del “Premio Masi” n. 44, che, nei giorni scorsi, hanno rinnovato il rito della firma della storica botte di Amarone nelle cantine Masi, nel cuore della Valpolicella, insieme alla Fondazione Masi, che promuove il riconoscimento.
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Masottina
WineNews.tv
Il vino ed il futuro della Valtellina, il territorio di montagna più “mediterraneo” che ci sia
Le riflessioni dei vertici del Consorzio e dei produttori, che guardano al domani forti della qualità di grandi vino rossi contemporanei. Come raccontano, a WineNews, Mamete Prevostini e Marco Fay, alla guida del Consorzio Vini Valtellina (e produttori con le aziende di famiglia), e ancora Danilo Drocco (Nino Negri - Gruppo Italiano Vini), Isabella Pelizzati Perego (Arpepe), Aldo Rainoldi (Rainoldi) e Davide Fasolini (della cantina Dirupi ed al vertice della Strada del Vino e Sapori di Valtellina).
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