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WineNews
N. 2.970 - ore 17:00 - Venerdì 21 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Leone de Castris, la storia del rosato
Prima le bollicine, poi i bianchi, quindi i rosati, a chiudere il climax vendemmiale dei primi colpi di forbice tra i filari del Belpaese. In Puglia, da Leone de Castris, i grappoli di Negroamaro sono già in cantina: sono quelli per le basi spumante, ma i prossimi, da lunedì, sono destinati a rinnovare una delle storie più affascinanti del vino italiano. Quella del “Five Roses”, il rosato nato nel 1943, “durante la Seconda Guerra Mondiale - racconta Piernicola Leone de Castris - e reso popolare in Usa da un generale americano di stanza a Brindisi, Charles Poletti, che ne rimase impressionato. È per questo motivo che si chiama così, dall’inglesizzazione di Cinque Rose ...”.
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Primo Piano
Zachy’s arriva in Europa, e porta in asta la selezione “Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar”
Da una parte, la più importante casa d’aste enoiche degli Stati Uniti, Zachy’s, dall’altra, un simbolo della ristorazione italiana e mondiale, Enoteca Pinchiorri, tavola tristellata Michelin nel cuore della Firenze rinascimentale, in mezzo, una vendita all’incanto di fine wine destinata a segnare una svolta epocale. Battezzata “Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar”, è l’asta con cui Zachy’s, il 12 settembre, a Londra, fa il suo debutto europeo, con un catalogo di 864 lotti, per un totale di 2.500 bottiglie ed un valore, in termini di base d’asta, di 2 milioni di euro. Le bottiglie, ovviamente, arrivano tutte dalla cantina che Giorgio Pinchiorri ha costruito in più di mezzo secolo, nata come una passione e diventata oggi una delle più preziose al mondo, dove dimorano oltre 60.000 bottiglie dai più grandi territori del vino del mondo, tra vecchie annate e griffe preziosissime, che, da sempre, completano ed esaltano la cucina di Annie Feolde. Un bel biglietto da visita, per chi calca per la prima volta l’esigente palcoscenico della Vecchia Europa, portando sotto il martello il top delle Langhe, a partire dalla bottiglie di Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 1978 (2.600-3.800 sterline), passando per le sei bottiglie di Barbaresco Sori San Lorenzo Gaja 2015 (1.200-1.700 sterline) e per le due magnum di Barolo Artist Label Bartolo Mascarello 1990 (1.700-2.600 sterline); i grandi Super Tuscan, come le 12 bottiglie di Solaia 2015 (1.900-3.000 sterline), la jeroboam di Tignanello 1978 (1.300-1.900 sterline), entrambi di Antinori, ma anche la 15 litri di Masseto 2014 (9.500-14.000 sterline); e ancora, tra i tanti lotti in asta, le 12 bottiglie di Sassicaia 2016 di Tenuta San Guido (1.400-2.200); per finire, a Montalcino, con le quattro bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1990 (1.400-2.000 sterline). Ma i lotti italiani sono solo una parte, peraltro minoritaria, di un catalogo specchio di una cantina dai forti connotati francesi, in cui trovano spazio, dalla Borgogna, due magnum di Vosne Romanee Cros Parantoux Reserve Henri Jayer 1999 (60.000-100.000 sterline), da Bordeaux sei bottiglie di Pétrus 1961 (30.000-44.000 sterline), e dalla Champagne due magnum di Krug Clos du Mesnil 1996 (6.500-10.000 sterline), per citare i lotti più “ricchi”.
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Il pegno rotativo conquista i territori
Anche la filiera del vino deve fare i conti con mesi difficili ed il bisogno di liquidità. Cui il Governo, con un articolo ad hoc nel Decreto Cura Italia, ha provato a dare una soluzione: attraverso il pegno rotativo su prodotti agricoli e alimentari Doc e Igp a garanzia dei prestiti bancari. A mesi di distanza, manca ancora il decreto attuativo del Ministero delle Politiche Agricole, che sarebbe però in dirittura d’arrivo, ma sono molti i territori ad avere anticipato i tempi, dal Chianti Classico al Nobile di Montepulciano, dal Barolo al Brunello di Montalcino. Ma come funziona? In sostanza, alle aziende verrà permesso di ottenere un finanziamento dalla banca dando come garanzia il vino in cantina, la cui presenza viene certificata dal registro telematico, mentre il valore di riferimento riconosciuto al vino sarà modulato sui prezzi mercuriali delle Camere di Commercio.
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Focus
Storie che solo il vino sa raccontare: i Serego Alighieri
“Tutto ha inizio nel Trecento, quando Pietro Alighieri, figlio di Dante, dopo aver seguito il padre in esilio e la morte del poeta, decide di fermarsi a Verona e di acquistare terreni in Valpolicella, senza tornare a Firenze. Da fiorentina, la famiglia Alighieri è così diventata a tutti gli effetti veronese. Nel Cinquecento, l’ultimo Alighieri, il canonico Francesco, non potendo avere discendenti diretti, lascia tutto al pronipote, figlio di Ginevra Alighieri e Marcantonio di Serego: Pieralvise, primo con i due cognomi”. È la vera storia dei Serego Alighieri, discendenti di Dante, raccontata a WineNews, dal Conte Pieralvise di Serego Alighieri, che porta lo stesso nome dell’antenato, e da quelle stesse Possessioni Serego Alighieri, tra le cantine più antiche d’Italia, in Valpolicella, dove la discendenza del Sommo Poeta vive da settecento anni. Da allora, la cultura rappresentata da uno dei suoi padri nobili e dal suo pensiero universale e moderno racchiuso nella Divina Commedia, e l’agricoltura e il vino come elementi dell’identità italiana, sono alla base di una visione dell’Italia, che, di fronte all’emergenza Covid, “fa sperare, come successo in passato, in un miglioramento qualitativo. La bellezza e le buone cose ci daranno la forza per ripartire. E il vino è uno dei motori che permette di mantenere e migliorare i nostri territori”.
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Cronaca
La Napa Valley, di nuovo tra le fiamme
Sono oltre 50.000 gli ettari devastati dagli incendi in California, a nord di San Francisco, tra cui ci sono centinaia di ettari vitati, tra Napa e Sonoma, il gioiello vitivinicolo statunitense, minacciati dalle fiamme. In un Paese ancora fortemente colpito dalla pandemia di Coronavirus, tornano, drammaticamente puntuali, come ogni estate, i roghi a minacciare il settore vitivinicolo, proprio a ridosso della vendemmia, interrotta in fretta e furia a Korbell (Guerneville), Fort Ross (Jenner) e Nichelini e Kuleto (Napa).
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Wine & Food
“Il Gourmet cena sempre due volte”, il romanzo gastronomico di Enrico Pandiani
Una ragazza scomparsa, la bella Klila, una serie di gastro-rebus da risolvere, che porteranno due investigatori buongustai nei più caratteristici bistrot e ristoranti di Parigi: ecco “Il Gourmet cena sempre due volte”, il nuovo romanzo dello scrittore torinese Enrico Pandiani, presentato in anteprima il 29 agosto a Rimini, all’Ulisse-Fest, la festa del viaggio Lonely Planet. Famoso per i suoi romanzi polizieschi della saga del Commissario Mordenti, “Les Italiens”, Pandiani torna con un divertente racconto noir, legato al mondo della gastronomia. I due ghiotti investigatori, Bamalou e Mamirolle, ingaggiati da Monsieur Pélardon, devono ritrovare la bella Klila che è scomparsa improvvisamente. I due hanno una traccia da seguire: i disegni lasciati dalla stessa Klila, piccoli rebus che li guideranno in alcuni fra i più caratteristici bistrot e ristoranti della città ...
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WineNews.tv
Donato Lanati: “la nostra viticultura è fatta di vigneti, non di territori immensi”
Con il suo centro di ricerca, Enosis Meraviglia, in Monferrato, è consulente di alcuni dei più prestigiosi nomi del vino di Italia e Francia: a WineNews, il punto di vista di Donato Lanati, più che un semplice enologo, uno studioso del vino, sullo stato dell’arte del Belpaese enoico, che si affaccia ad una vendemmia particolare e costruisce il suo futuro in un mondo che cambia, sconquassato dalla pandemia.
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