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WineNews
N. 4.058 - ore 17:00 - Lunedì 30 Settembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Gli impegni del G7 Agricoltura
Rafforzare l’agricoltura per sistemi alimentari redditizi, resilienti, equi e sostenibili; scienza e innovazione in agricoltura per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico; le giovani generazioni come agenti e protagoniste del cambiamento nell’agricoltura e nei sistemi alimentari; pesca, acquacoltura e sicurezza alimentare sostenibili; il contributo del G7 allo sviluppo dell’agricoltura e dei sistemi alimentari in Africa. Sono i punti principali racchiusi nel comunicato (in approfondimento) dei Ministri dell’Agricoltura del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, ndr), a Siracusa, nei giorni scorsi.
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Primo Piano
Climate change, il punto di non ritorno per uomo e agricoltura è sempre più vicino
Il cambiamento climatico è una costante, nella storia del mondo. Ma quello a cui stiamo assistendo negli ultimi anni ha dei ritmi e delle velocità mai viste. E se l’umanità, e anche l’agricoltura - che dal clima dipende e che incide sul cambiamento climatico con il 30% delle emissioni di anidride carbonica globale - non sono ancora al “punto di non ritorno”, ci stiamo avvicinando a grandi passi a quei cambiamenti irreversibili che, secondo l’accordo di Parigi entrato in vigore il 4 novembre 2016 (e che ha come obiettivo le “emissioni zero” entro il 2050), se le temperature aumentassero di 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale (e già oggi siamo ad un +1,3 gradi, ndr) stravolgerebbero il pianeta, con lo scioglimento delle calotte polari, l’innalzamento dei mari, la minor disponibilità di acqua dolce potabile, e con il cambiamento della circolazione globale oceanica. Eppure, oggi, i dati per capire i fenomeni e le tecnologie per cambiare rotta ci sono, e “basterebbe”, per usare un eufemismo, la volontà politica di farlo. Che però, in molti casi, si scontra con la difficoltà di far convivere le necessità dell’economia di oggi con la necessità di cambiare per la vita di domani. E che sconta una visione guidata quasi sempre dall’Occidente, mentre servirebbe un approccio realmente globale, anche perché, se alla lunga, ma neanche troppo, i rischi sono per tutti, nell’immediato sono i tanti popoli dei Paesi in via di sviluppo del mondo, dall’Africa all’Asia, ma anche le popolazioni indigene del Sudamerica e dell’Oceania, che vedono in pericolo il loro territorio, le loro tradizioni, e la loro sopravvivenza. Messaggio (in approfondimento) poco confortante, che arriva da Terra Madre Salone del Gusto 2024 di Slow Food, che ha visto confrontarsi Filippo Giorgi, esperto internazionale nel campo della modellistica del clima, dello studio dei cambiamenti climatici e dei loro impatti sulla società, e già membro dell’Ipcc che, nel 2007, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, Sara Segantin, scrittrice e Ambassador per l’European Climate Pact, Paola Favero, scrittrice, forestale, alpinista ed esperta di educazione ambientale, e Margarita Alejandrina Antonio Matamoros, che fa parte del Fondo Internazionale delle donne indigene, moderati da Edoardo Vigna, responsabile dell’inserto “Pianeta 2030” del “Corriere della Sera”.
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La “prima volta” dei produttori di vino al G7
Nel 2022 nell’Ue il settore vitivinicolo ha contribuito per 130 miliardi di euro al Pil, generando quasi 3 milioni di posti di lavoro, l’1,4% del totale dell’occupazione; a livello mondiale l’industria del vino conta su 7,2 milioni di ettari di vigneti per un valore di export di 36 miliardi di euro. Sempre nel 2022, nelle prime 20 economie mondiali l’industria degli spiriti ha generato, in via diretta e indiretta, un valore aggiunto di 110 miliardi di dollari, metà del quale a favore degli agricoltori, e un gettito fiscale di 33 miliardi di dollari. Sono i dati diffusi da Federvini dal convegno “The Wine & Spirits Sector: Creating Value in a Spirit of Moderation”, nei giorni scorsi, al G7 Agricoltura a Siracusa, che, per la prima volta, ha ospitato le grandi organizzazioni di rappresentanza dei produttori di vini, distillati e liquori.
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Focus
Un “reddito di contadinanza” per aiutare i contadini
Serve un cambio di paradigma, un nuovo equilibrio tra campagna e città, una “rinobilitazione” reale del mestiere del contadino, “oggi il pioniere della vita del futuro”, con motivazioni concrete, che possono andare dal “reddito di contadinanza”, fondamentale perché oggi “molti piccoli produttori lavorano al di sotto dei costi di produzione, mentre l’agroindustria macina profitti miliardari”, al miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali, ma anche simboliche, come la concessione del titolo di “Cavaliere del Lavoro” a tutti i giovani che tornano a coltivare la terra. Frammenti di riflessione che arrivano da Terra Madre Salone del Gusto 2024 by Slow Food, e sui quali si sono confrontati Luciana Castellina, giornalista e fondatrice de “Il Manifesto”, Famiano Crucianelli, presidente del biodistretto della Via Amerina e delle Forre, ed ex sottosegretario agli Affari Esteri e autore del libro “Reddito di contadinanza”, e Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia. “Oggi abbiamo una gerarchia dei piaceri fatta da chi ci vuole vendere i prodotti, a migliaia. Selezionando, possiamo fare a meno di tante cose. Ma la cosa principale a cui non possiamo rinunciare è il cibo, che nasce dall’agricoltura, che ha una centralità assoluta. È un battaglia che ha priorità su tutto, perché di tutto si può fare a meno, ma non di mangiare”.
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Cronaca
Vino italiano in Usa, consumi giù
Gli Stati Uniti sono il primo mercato per l’export del vino italiano, ma, dai consumi, non stanno arrivando notizie incoraggianti. Agosto, rileva l’Osservatorio Uiv - Unione Italiana Vini su base Sipsource, segna “uno dei peggiori mesi dell’ultimo biennio (-13%) per le vendite complessive di vino” e porta il cumulato da gennaio a un -8% a volume. L’Italia mostra segnali positivi grazie agli spumanti. Il parziale negli 8 mesi, per le elaborazioni Uiv sulla piattaforma dei distributori americani, si ferma a un -5,7% a volume e -4,4% a valore.
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Wine & Food
Dal fango al suolo produttivo, così il cibo e il vino aiutano l’Emilia-Romagna alluvionata
Maggio 2023, giugno e settembre 2024. Tre alluvioni in poco più di un anno in Emilia-Romagna per una popolazione che si ritrova a rimboccarsi le maniche per pulire case e strade dal fango. I danni preoccupano, al pari delle perdite stimate per il comparto agricolo nella Regione che è la Food Valley italiana. Ed è anche dalle produzioni di qualità che, secondo WineNews, può ripartire lo slancio della Regione ferita, e dalla solidarietà che arriva dal turismo enogastronomico e dagli eventi. Come “Vini ad Arte”, l’Anteprima del Romagna Sangiovese, oggi all’Autodromo di Imola, firmata dal Consorzio Vini di Romagna, per “portare la Romagna del vino ai vertici, come merita”, spiega il presidente Roberto Monti. Aspettando la “Star Revelation” della Guida Michelin 2025 e la “Champagne Experience” a Modena, o il “Mercato dei Vignaioli” della Fivi a BolognaFiere. E molto altro. 
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
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WineNews.tv
I Presidi Slow Food: salvezza di prodotti quasi estinti, motori economici e culturali dei territori
Da Terra Madre Salone del Gusto 2024, le riflessioni sul valore di uno dei progetti più longevi e pionieristici della “Chiocciola”, e il racconto dei produttori. Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia: “oggi non possiamo parlare di economia senza pensare alle ricadute sociali e ambientali sui territori e sulle comunità che li abitano, ed è quello che il progetto dei Presidi ha fatto fin dalla sua nascita. In Italia ce ne sono oltre 400, con 2.000 produttori coinvolti”.
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