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WineNews
N. 3.226 - ore 17:00 - Venerdì 20 Agosto 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Vino-beneficenza da record in Usa
Il binomio vino-beneficenza è di assoluto successo, in tutto il mondo. Ma in Usa raggiunge risultati davvero sensazionali. Come i 12 milioni di dollari raccolti nella “Wine Celebration”, in Napa Vallery, promossa dalla V Foundation for Cancer Research, nata in memoria del giocatore e allenatore di basket Jim Valvano, di origini italiane. Come italiano è stato uno dei top lot dell’asta, ovvero “Taste of the Tuscan Sun”, firmato dalla Marchesi Antinori, e aggiudicato per 360.000 dollari, esperienza enogastronomica nelle tenute Antinori nel Chianti Classico, Tignanello, Guado al Tasso a Bolgheri, Castello della Sala in Umbria e Antica Estate in Napa Valley.
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Primo Piano
Tra Bordeaux, Borgogna e Champagne, i valori dei vigneti di Francia nel 2020
Quanto vale un ettaro di vigneto in Francia? Bella domanda, che si presta, esattamente come in Italia, ad una risposta decisamente complessa. Come raccontano i dati pubblicati dal report “Chiffres & Données - Valeur vénale des terres en 2020” curato da Agreste, l’istituto di statistica del Ministero dell’Agricoltura e dell’Alimentazione francese, i filari più preziosi, per non dire irraggiungibili, sono quelli da cui nascono i Grand Cru di Borgogna, nella Côte d’Or: il prezzo medio, nel 2020, è stato di 6,765 milioni di euro ad ettaro, quotazione cresciuta del 4% sul 2019, che va da un minimo di 2,975 milioni ad ettaro ad un iperbolico 16,275 milioni ad ettaro. A Bordeaux, la denominazione più preziosa è Pauillac, dove i prezzi sono cresciuti del 22% in un anno, arrivando ad una quotazione media nel 2020 di 2,8 milioni di euro ad ettaro, con picchi di 3,5 milioni di euro. Va forte anche Pomerol, dove un ettaro costa in media 2 milioni di euro (+5%), cali importanti, invece, per Haut-Médoc (-13%) e Médoc (-20%). La media, in Gironda, tra i prezzi delle diverse Aop, che mostrano una forbice ampissima, è così di 128.500 euro ad ettaro, in crescita del +9% sui prezzi del 2019. In Champagne, restando tra i territori più ambiti, i valori ad ettaro vitato sono calati in media dell’1% nel 2020, attestandosi a 1,2 milioni di euro. Qui, tra i filari di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier da cui nascono le bollicine più amate e prestigiose al mondo, la variabilità di prezzo è decisamente contenuta. In Côte des Blancs i prezzi si attestano su una media di 1,59 milioni di euro, con picchi di 1,816 milioni, tra i Grands e Premiers Crus della Montagne de Reims et Grande Vallée, ci vogliono in media 1,235 milioni di euro ad ettaro, nella Vallée de la Marne, de l’Ardre et de la Vesle 1,035 milioni di euro ad ettaro e nel Sud Marnais 1,146 milioni ad ettaro. Da segnalare, infine, il boom dei vigneti di Sancerre nella Loira, i cui valori nel 2020 sono cresciuti del +29%, a quota 220.000 euro ad ettaro. Stabili i prezzi del Rodano, ormai la quarta denominazione di Francia sia per prezzi che per prestigio. Qui, un ettaro a Côte Rotie costa 1,15 milioni di euro ad ettaro, a Cornas le quotazioni sono, invece, di 500.000 euro ad ettaro, ed in Crozes-Hermitage di 140.000 euro.
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Negozi di vicinato ed e-commerce
Negozi di vicinato ed e-commerce: sono le direzioni che sta prendendo il settore alimentare che, da un lato, si allinea alle esigenze della contemporaneità che ben si sposano con le nuove tecnologie (acquisti con un “click” e consegna a domicilio) ma, dall’altro, fa un tuffo nel passato con un ritorno al rapporto “stretto” con il negoziante di fiducia che punta sull’eccellenza del prodotto. Tutto questo si traduce in un cambiamento forte per la produzione e la distribuzione alimentare con le aziende costrette ad analizzare e agire per seguire il trend. E la grande distribuzione? Tiene ancora ma sembra uscire più “ammaccata” dal post-lockdown rispetto alla concorrenza. Effetti della pandemia, sotto gli occhi di tutti, e analizzati anche nella kermesse “Economia sotto l’ombrellone”, edizione n. 11, a Lignano Sabbiadoro.
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Focus
Il mercato mondiale del vino sfuso nei primi 4 mesi 2021
Primo quadrimestre 2021 di enormi cambiamenti per il mercato mondiale del vino sfuso, rispetto a quanto accaduto un anno fa. Come raccontano i dati delle dogane analizzati da “Bulk Wine Club”, se nel 2020 la Gran Bretagna, in vista della Brexit e degli eventuali dazi sulle importazioni, aveva accumulato scorte importanti, nei primi quattro mesi 2021 le importazioni di vino sfuso sono crollate del 14,2% in volume e del 18,7% a valore. Con un giro d’affari di 159,6 milioni di euro, la Gran Bretagna resta comunque il primo Paese per giro d’affari, mentre in quantità, con 139,4 milioni di litri (23 in meno del primo quadrimestre 2020), subisce il sorpasso al terzo posto degli Stati Uniti, che, invece, hanno importato l’11,2% (+14 milioni di litri) di vino sfuso in più. Anche in termini di spesa, nessuno in termini assoluti è cresciuto più degli Usa: +16,4% (pari a +18,7 milioni di euro), a quota 132,8 milioni di euro. In termini di volumi, il mercato è dominato ancora dalla Germania, che, nei primi quattro mesi 2021, ha importato 258 milioni di litri (+1%), mentre la Francia, al secondo posto con 144 milioni di litri di vino sfuso, ha visto un crollo nello stesso periodo del -14,5%, pari a 25 milioni di litri in meno (l’analisi completa in approfondimento).
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Cronaca
Hofstätter esplora l’Alcol Free
Nell’estate enoica accesa dalla polemica presto spenta del vino dealcolato, diventato nella nuova Pac 2023 una possibilità per i produttori Ue con regole nuove, c’è chi non è stato a guardare, esplorando il mercato del “senza alcol”. Come uno dei nomi più noti del vino italiano e altoatesino, ovvero Hofstätter, cantina storica dell’Alto Adige, guidata da Martin Foradori Hofstätter. Che ha lanciato sul mercato il suo “Steinbock Alcol Free Sparkling”, spumante privo di alcol a base di Riesling che arriva dalla cantina acquisita nella Mosella, Dr. Fischer.
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Wine & Food
I ristoranti nel mirino dei No Vax: Tripadvisor al fianco di Fipe contro le recensioni offensive
Nel clima di scontro e divisione che si respira nelle ultime settimane in Italia, con il Paese incomprensibilmente diviso tra favorevoli e contrari al Green Pass, a fare le spese di un clima letteralmente bollente, sono spesso bar, ristoranti, pub e altri locali che, oltre a doversi assumere la responsabilità di controllare il pass vaccinale dei propri clienti, si ritrovano con decine se non centinaia di recensioni negative, che in alcuni casi sfociano in insulti e persino minacce, su Tripadvisor, scritte da “No Vax” che hanno preso di mira gli imprenditori che, essenzialmente, non stanno facendo altro che applicare la legge che dal 6 agosto ha vincolato l’ingresso (al chiuso) a bar e ristoranti alla presentazione del Green Pass. Un fenomeno, deleterio e incomprensibile, che Tripadvisor ha deciso di contrastare, collaborando con Fipe-Confcommercio.
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L’estate in vigna: ovvero la capacità dei vignaioli di ottenere dalla natura vini superiori
Terzo passo del “Ciclo dei Mesi” di WineNews sulle stagioni delle vite, guidati dal professor Leonardo Valenti, docente di Viticoltura all’Università di Milano. Stagione delicata e decisiva, tra chicchi che crescono sui grappoli, invaiatura, maturazione e raccolta che, in qualche territorio, inizia sotto il sole di agosto, e sempre più delicata e complessa da gestire per gli effetti del cambiamento climatico. Che chiama in causa tutta la bravura ed esperienza dei produttori italiani.
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