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WineNews
N. 3.953 - ore 17:00 - Venerdì 3 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Usa e vino: su l’export, giù le vendite
Si muovono in positivo le importazioni dal Belpaese, ma continuano a rallentare le vendite di vino in Usa, il primo sbocco per le vendite italiane all’estero (quasi 2 miliardi di euro nel 2023). Da una parte, dunque, il segno leggermente positivo delle importazioni trimestrali da Oltreoceano (+1,1% i volumi), dall’altra un ulteriore calo dei consumi. Secondo l’Osservatorio Unione Italiana Vini - Uiv, su base SipSource, che misura le vendite nel 75% degli esercizi commerciali statunitensi, marzo 2024 (a -13%) ha ulteriormente peggiorato il quadro trimestrale, che vede i consumi di vino italiano a -9,5%. In linea con il -10% delle vendite di vino complessive.
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Primo Piano
Bordeaux: Chateau Margaux il migliore del 2023. Per i più, domanda stabile o in crescita
Chateau Margaux è il vino migliore del 2023 di Bordeaux, per qualità; Chateau Batailley è indicato al top per qualità/prezzo. Oltre il 36% degli intervistati ha votato Pomerol come la regione più impressionante nel 2023, davanti a Saint-Émilion e Paulliac. Neal Martin, di “Vinous”, rimane il critico più influente sul tema di “Bordeaux En Primeur” per il terzo anno consecutivo, seguito da William Kelley di “The Wine Advocate”. I commercianti si aspettano che i prezzi di rilascio ex-négociant siano in media inferiori del -22,2% sullo scorso anno (come del resto sta avvenendo). E per un’annata, la 2023, che vede un punteggio medio di 94,5 punti, su 100, il 56,5% degli operatori si aspetta una domanda uguale o superiore al 2022 (esattamente divisi a metà). Sono i risultati del sondaggio del Liv-Ex tra i suoi membri, 620 operatori in 47 Paesi, che rappresentano, secondo la piattaforma londinese, il 90% del fatturato del vino nel mondo. Risultati che seguono di qualche giorno i primi rilasci dei prezzi da parte degli Chateaux, che sembrano andare nella direzione auspicata dal trade di un calo importante dei prezzi. Di ieri, per esempio, il primo “Premier Cru Classé” ad aver scoperto le carte, ovvero Chateau Lafite Rothschild. Che ha messo il suo Lafite Rothschild 2023 a 396 euro a bottiglia “ex négociant” e a 4.920 sterline alla cassa per il trade internazionale, a -31,7% sul 2022. Un rilascio significativo che segna la rotta, e che arriva dalla cantina, Chateau Lafite Rothschild, che ha mosso più valore nel 2023 su Liv-Ex, e che ha ribassato anche il suo secondo vino, il Carruades de Lafite 2023, a 145 euro a bottiglia “ex négociant” (-19,4% sul 2022), e a 1.860 sterline a cassa (-17,6%). Un segnale netto, che segue quello lanciato da altri Chateaux, seppure di valore diverso, tra quelli che hanno già comunicato i loro prezzi, come fatto, nei giorni scorsi, da Chateau Léoville-Las-Cases, uno dei marchi più in vista di Bordeaux, uscito con il prezzo di 138 euro a bottiglia “ex négociant” e di 1.662 sterline per una cassa da 12 bottiglie per il trade internazionale, in entrambi i casi con un ribasso del 40%, e con ribassi tra il -27% ed il -30% anche da parte di Chateau Pontet-Canet e Chateau L’Évangile, e, oggi, di Chateau La Lagune e Chateau Talbot, con diminuzioni di prezzo di oltre il -20%, tra gli altri.
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“Wine to Asia” 2024
La Cina, etichettata addirittura come il “grande malato” del vino, ad inizio 2024 ha mostrato, per l’Italia, segnali di ripresa. Non qualcosa di epocale, considerate le potenzialità gigantesche di Pechino, ma è comunque qualcosa da cui ripartire (+59,8% a gennaio sull’anno precedente per un valore di poco sopra i 6 milioni di euro). Importante, per progredire ancora, sarà anche il lavoro che verrà fatto a livello promozionale con iniziative di primo piano, come quella targata Vinitaly con “Wine to Asia” 2024, edizione n. 2 del principale Salone internazionale del vino e degli spirits in programma a Shenzhen (9-11 maggio). Organizzato da Veronafiere in collaborazione con lo storico partner Shenzhen Pacco Communication, l’evento registra già la presenza di oltre 500 brand (+11% sul 2023) provenienti da 30 Paesi: 120 le cantine italiane (in approfondimento).
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Focus
Ocm Vino Promozione, c’è (già) il decreto 2024
A tempo di record da quando esiste la misura, oggi il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha presentato alle associazioni di settore il nuovo avviso Ocm Vino “Promozione sui mercati dei Paesi Terzi”, che mette a disposizione 22 milioni di euro a livello nazionale, a cui vanno aggiunti 71 milioni di euro per bandi regionali e multiregionali per un investimento complessivo che supera i 90 milioni di euro. Qualche milione in meno, dunque, rispetto ai 100 solitamente previsti, ma con tempi decisamente più adeguati alla presentazione dei progetti (la cui scadenza è fissata per il 3 luglio 2024). “L’avevamo detto e l’abbiamo fatto anche prima del previsto. All’inizio ci siamo trovati davanti a meccanismi farraginosi che occorreva sistemare, ma adesso abbiamo ben chiaro come procedere e ci stiamo muovendo per una più grande valorizzazione dell’export del vino. Con questo nuovo avviso sulla “Promozione sui mercati dei Paesi Terzi dell’Ocm vino” abbiamo cercato il modo migliore per valorizzare l’export e, anche per questo, coinvolto tutti gli operatori e il sistema delle fiere”, ha detto Lollobrigida. Applaude Unione Italiana Vini - Uiv, con il presidente Lamberto Frescobaldi: “apprezziamo tempi e modi di lavoro. Pur nei limiti del decreto, ci sono significativi passi avanti”.
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Cronaca
Il “Giro d’Italia” racconta l’enogastronomia
L’enogastronomia italiana di qualità “corre” sempre più veloce nella “Corsa Rosa” più bella del mondo, che non solo attraversa i distretti del wine & food del Belpaese, ma racconta i prodotti-simbolo del made in Italy, famosi come i grandi campioni del ciclismo. E, oltre alla bottiglia ufficiale, il Prosecco di Astoria Wines, ad entrare a far parte della famiglia del “Giro d’Italia” 2024, al via domani da Venaria Reale a Torino a Roma, è anche Eataly come top sponsor della Maglia Bianca, dedicata al vincitore della classifica dei giovani.
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Wine & Food
Dal Barolo al Chianti Classico con obiettivo l'Europa: Damilano e Poggiali si candidano
Elezioni Europee, anche il mondo del vino guarda a Strasburgo. Tra i candidati c’è il nome di Paolo Damilano, alla guida di Damilano, tra i riferimenti del Barolo, imprenditore piemontese che ha sempre unito due mondi, quello della produzione vinicola (ma anche dell’acqua, suo è il marchio Valmora) e quello della cultura. Correrà alle Europee con Forza Italia. Per la lista di Azione, c’è Giovanni Poggiali, a capo di Fèlsina, uno dei marchi di riferimento del Chianti Classico, e figura che ha portato avanti il progetto vincente del nonno, l’imprenditore ravennate Domenico Poggiali, in uno dei territori enoici più significativi. In corsa anche Luigi Grillo (Forza Italia), produttore nel cuore delle Cinque Terre, con la società Buranco e Nicola Caputo (Stati Uniti d’Europa), attuale assessore all’Agricoltura in Campania e già produttore con l’azienda di famiglia.
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
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Il vino verso il futuro, tra passaggio generazionale e capitali esterni al settore e all’azienda
Le riflessioni di Maura Pozzi, professore associato dell’Università Cattolica di Milano e Brescia (con focus sulle Langhe). “Il tema è delicato, tanto nelle generazioni più anziane che in quelle più giovani la propensione a vendere aziende o aprire i capitali è bassa. Ma i primi lo vedono come una perdita di identità, i secondi come una questione di comunità: si accetta l’apertura solo se c’è la garanzia di mantenere intatti i valori del territorio”.
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