Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.528 - ore 17:00 - Venerdì 9 Novembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Affidare alla satira, pungente e graffiante, un messaggio sul vino, intrecciandolo con la più stringente attualità: è il segreto di Spirito di Vino, il Concorso promosso dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, una sfida lanciata ogni anno in tutto il mondo, in cui il vino è spunto infinito di inedite creazioni, e un punto di riferimento per aspiranti vignettisti e professionisti già affermati, riuscito, negli anni, a raccogliere oltre 9.000 vignette da oltre 50 Paesi. L’appuntamento con le vignette vincitrici, valutate dalla giuria guidata da Alfio Krancic e dal presidente onorario Giorgio Forattini, è domani nella cornice di Villa Manin (Udine). |
|
|
|
|
Nella “Merano da bere”, grazie ad uno degli eventi più glamour del vino italiano, sono 34 i grandi vini Platinum 2018, al top dei “The WineHunter Awards”, assegnati dal “cacciatore di vini” Helmuth Köcher, ideatore del Merano WineFestival, edizione n. 27, da oggi al 13 novembre. Regina del podio è la Toscana, con 10 etichette, seguita dal Piemonte (con 6), e, a parità di vini, da Trentino e Veneto (4). Quindi Alto Adige (3) e Lombardia (2), e con una menzione a testa, Friuli, Campania, Molise, Sicilia e Sardegna. Tra i 54 vini in lizza per i Platinum - svelati ieri sera nella cena di gala alla Kursaal - per la Toscana il wine hunter Köcher ha selezionato Carmignano Vin Santo Occhio di Pernice 2011 di Tenuta di Artimino, Brunello di Montalcino Millecento Riserva 2012 di Castiglion Del Bosco, Monteverro 2014 di Monteverro, Desiderio 2015 di Avignonesi, Flaccianello della Pieve 2015 di Fontodi, Paleo 2015 de Le Macchiole, Casalferro 2015 di Ricasoli, Ornellaia 2015 di Tenuta dell’Ornellaia, Siepi 2016 del Castello di Fonterutoli e Carmignano Villa di Capezzana 2008 di Capezzana. Dal Piemonte, Langhe 2013 di Luigi Einaudi, i Barolo Bricco San Pietro Vigna D’La Roul 2013 di Rocche dei Manzoni, Marcenasco 2014 di Renato Ratti, Ciabót Menin 2014 di Domenico Clerico e Bussia Riserva 2009 di Armando Parusso, e Barbaresco Vanotu 2015 di Pelissero. Dal Trentino, San Leonardo 2013 di San Leonardo e i Trentodoc 976 Riserva del Fondatore 2008 di Letrari, Madame Martis Riserva 2008 di Maso Martis e la Cuvée Dell’Abate Riserva 2008 di Abate Nero. Quindi, il Veneto, con Amarone Costasera Riserva 2012 di Masi, Amarone 2013 di Carlo Ferragù, Amarone De Buris Riserva 2008 di De Buris (Tommasi) e Harlequin 2009 di Zyme. Dall’Alto Adige, Pinot Nero Burgum Novum Riserva 2015 di Castelfeder, Gewürztraminer Vendemmia Tardiva Terminum 2015 di Cantina Tramin e Pinot Bianco Rarità 2005 di Terlano; dalla Lombardia i Franciacorta Vittorio Moretti 2011 di Bellavista e Dosage Zéro Noir 2009 di Cà del Bosco. Infine, Collio Friulano Zegla Riserva 2013 di Renato Keber dal Friuli, dalla Campania Furore Fiorduva 2016 di Marisa Cuomo, dal Molise Don Luigi 2014 di Di Majo Norante, dalla Sicilia Ben Ryè 2016 di Donnafuga e Turriga 2014 di Argiolas per la Sardegna. |
|
|
|
|
L’Italia del vino ha “scoperto” la Cina, ma ancora non Hong Kong: è il buyer enoico n. 7 del mondo, acquista ogni anno 1,4 miliardi di dollari di vino, e la Francia ne ha fatto subito uno dei suoi mercati enoici di riferimento. E l’Italia? Per il Belpaese Hong Kong è solo la destinazione n. 25, con un export del valore di “soli” 39 milioni di euro. E non è tutto: per l’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor il trend nei primi 9 mesi di quest’anno è una decrescita del -17,4% a valore per il Belpaese, a fronte di una ulteriore crescita della Francia (+6,9%). Da qui, l’importanza della presenza del Padiglione Italia all’International Wine & Spirits Fair di Hong Kong (8-10 novembre), principale rassegna del settore del Sud Est asiatico. Gestito da Vinitaly e Sol&Agrifood, il Padiglione ospita oltre 100 cantine italiane. |
|
|
|
|
|
I vini di domani non solo dovranno essere sostenibili, come richiedono i consumatori, ma per rispondere agli imperativi del mercato globale dovranno puntare sulla longevità. In tempi in cui per il vino italiano l’export è la via maestra, a fronte di consumi che diminuiscono, si dilatano gli spazi del consumo e i tempi di arrivo sui mercati lontani. Far durare più a lungo la piacevolezza del vino, bianco in particolare, è dunque un’esigenza, e una sfida. Emerge dal Merano Wine Festival, nel cuore dell’Alto Adige, terra d’eccellenza di grandi bianchi, a Naturae et Purae. “Un sfida oggi più difficile - dice Umberto Marchiori, enologo e agronomo di Uva Sapiens, dottorato di ricerca sulle dinamiche evolutive dei bianchi - perché non è possibile aumentare l’uso di sostanze conservanti per produrre vini sempre più salubri e a minor gradazione alcolica. I risultati che ho ottenuto dimostrano che sulla longevità non incidono solo annata e chiusure, ma determinanti sono bucce e lieviti”. Dunque la strada per la longevità parte dal vigneto e si consolida in cantina. Ne è convinto anche Hans Terzer, winemaker della Cantina di San Michele Appiano, “perché - spiega - la longevità parte da una grande uva, in cantina dobbiamo solo fare più selezione e controllare le temperature, l’unica tecnica enologica irrinunciabile”. |
|
|
|
|
|
Ci sono tanti modi per tenersi in forma, ciò che manca è la motivazione: a darla ai propri iscritti nel modo giusto, ci pensa una palestra di Rib Mountain, un piccolo paesino nello stato americano del Wisconsin. Ogni mese in palestra c’è l’evento “Gym Now and Wine Later”, rivisitazione enoica del classico “prima il dovere, poi il piacere”: prima si devono seguire almeno due corsi di fitness; poi i titolari della palestra offrono calici di buon vino, rosso, bianco, rosè o di bollicine. |
|
|
|
|
Non solo il Brunello di Montalcino, non solo in Italia: il gruppo francese Epi, guidato da sempre dalla famiglia Descours, che ha rilevato nel 2017 la cantina icona del Brunello, la Tenuta Greppo di Biondi Santi, che nell’Ottocento ha dato i natali ad uno dei vini più importanti del mondo (e che già possiede altri prestigiosi brand enoici come gli Champagne Piper-Heidsieck e Charles Heidsieck e Chateau La Verriere, nella Valle del Rodano), punta a crescere ancora. Da rumors di WineNews, il gruppo starebbe guardando con concreto interesse a nuove acquisizioni al di fuori della Francia, con lo sguardo puntato su tutti i territori più importanti del mondo e su realtà di grande prestigio per costituire un vero e proprio gruppo mondiale del lusso enoico, un percorso importante, e a suo modo naturale. |
|
|
|
|
|
Dalle Langhe (Brezza) a Montalcino (Terre Nere), dalla Franciacorta (Villa Franciacorta) al Trentodoc (Aldeno), dal Chianti (Fattoria Lavacchio) a Montefalco (Bocale), dalla Valpolicella (Speri) alla Sicilia (Baglio di Pianetto), dalla Maremma (Poggio Cagnano ) al Molise (Di Majo Norante) |
|
|
|
|