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N. 4.196 - ore 17:00 - Mercoledì 9 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Una gondola in primo piano, e sullo sfondo lo skyline di Venezia: è l’etichetta che arricchirà le bottiglie di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, che per il secondo anno sarà partner della Mostra del Cinema di Venezia. “La Compagnia delle Stelle” è una limited edition che arricchirà le bottiglie con un tocco glamour: “il Prosecco Docg sarà l’unica bollicina con cui brinderanno le grandi star mondiali” ha dichiarato Luca Zaia, Presidente del Veneto, che ha presentato a Vinitaly il nuovo packaging, insieme all’Assessore alla Cultura Cristiano Corazzari, al presidente del Consorzio Franco Adami e all’attore-testimonial Giorgio Pasotti. | |
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| | La redditività è una sfida esiziale per le aziende medie-piccole dimensioni. Come quelle riunite nella Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, e su cui si gioca il loro futuro. Un piccolo grande “esercito” di oltre 1.700 produttori, da tutte le regioni, per oltre 17.000 ettari di vigneto e una superficie media ad azienda di 10 ettari (dati Nomisma-Wine Monitor). Va da sé che la sostenibilità economico-finanziaria delle aziende verticali sia stata l’oggetto della ricerca di Invernizzi Agri Lab di Sda Bocconi School of Management, con Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, e Crédit Agricole Italia, presentata a Vinitaly 2025 a Verona. La ricerca, su un campione rappresentativo in termini numerici e distribuzione geografica, ne ha analizzato le scelte strategico-gestionali e approfondito le esigenze di credito e le opzioni di finanziamento con un’attenzione particolare alle pratiche di sostenibilità ambientale, valutando l’impatto sulla redditività e sulla competitività. Ma ha anche approfondito le problematiche del passaggio generazionale, momento cruciale per assicurare continuità operativa e innovazione (ma con il 45% delle aziende che non lo ha ancora affrontato, per il coinvolgimento generazionale ancora in corso e le limitate risorse finanziarie). Il trend di fatturato degli ultimi tre anni è correlato positivamente alla vendita diretta, al consumatore finale e/o all’Horeca. Lo stesso vale per le aziende che propongono con successo esperienze enoturistiche e hanno investito in marketing e promozione. Inoltre, l’export è un driver trainante della crescita del fatturato nell’ultimo triennio: il 45% presenta una percentuale di export elevata (più del 70% dei vignaioli esporta, il 23% vorrebbe farlo). La correlazione tra sostenibilità e redditività? L’unico riscontro positivo, è sull’immagine aziendale, e solo in alcuni casi. “Questi dati - ha detto Rita Babini, neo-presidente Fivi (e vignaiola con Ancarani) - rafforzano le nostre richieste in Ue: più accessibilità ai fondi Ocm per le aziende medio-piccole, attualmente di fatto escluse, e sostegno all’enoturismo, per educare al consumo consapevole, diversificare i canali di vendita, e per la crescita delle economie territoriali delle aree interne. Ma chiediamo anche al Governo di continuare a mettere in campo tutti gli sforzi diplomatici per porre fine alle guerre commerciali”. | |
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| | Con l’entrata in vigore dei nuovi “dazi reciproci personalizzati” fino al 50% verso 60 Paesi, del 20% sui prodotti Ue e del 104% per la Cina, nella “road map” indicata da Trump, e la Commissione Ue vara i primi contro dazi tra il 10% e il 25% su una serie di merci, che entreranno in vigore un primo gruppo il 15 aprile, un altro il 16 maggio e un terzo il primo dicembre, secondo la “road map” europea, burocraticamente ben più complessa, a rassicurare le imprese, dall’industria alla moda, dall’artigianato all’agroalimentare (con Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Federvini, tra gli altri), è stata la Premier Giorgia Meloni, dal tavolo, ieri a Palazzo Chigi, a Roma, dove ha annunciato che il 17 aprile sarà a Washington per un colloquio con Trump, e il suo piano per recuperare 25 miliardi di euro dalla risorse europee per far fronte all’emergenza. | |
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| | | Il turismo enogastronomico in Italia ha un impatto sul Pil di oltre 40 miliardi di euro ed è un settore che conta 14,8 milioni di turisti enogastronomici, ovvero il 72% dei turisti italiani totali, con il numero dei visitatori dei luoghi di produzione che è passato dal 60% del 2021 al 77%. Le cantine, dal canto loro, si confermano le “mete” preferite, con il 40% dei turisti italiani che dichiara di averne visitata almeno una nel corso dei viaggi più recenti, contro il 32% del 2024 e il 29% del 2021. Inoltre, tra le icone enogastronomiche italiane, il vino primeggia con il 38,1% delle preferenze, con la visita alle cantine con degustazione di vini che viene considerata dai viaggiatori italiani come l’esperienza enogastronomica più memorabile (26%). Numeri del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico” 2025 di Roberta Garibaldi, docente all’Università degli Studi di Bergamo e neo-collaboratrice alla regia scientifica del Vinitaly Tourism by Veronafiere, presentato oggi al Vinitaly, edizione n. 57. “Un format con il quale abbiamo deciso di investire su questo settore strategico”, ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. A partire dalla presa di coscienza che l’enoturismo non deve limitarsi alla sola degustazione in cantina, ma che deve essere un’esperienza a 360 gradi seguendo il trend del “living wine” e non più del “drinking wine”. | |
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| | | Da Ca’ del Bosco a Ferrari, da Coppo a Cantina Valle Isarco, da Poderi dal Nespoli ad Antinori, da Tenuta di Artimino a Tenuta Vergaia, da Il Palagio a Franz Haas, da Conte Vistarino a Duemani, da Donnafugata a Tenuta San Guido: sono le cantine protagoniste, a Vinitaly, di “I diversamente autoctoni”, degustazione guidata da Luciano Ferraro, vicedirettore del “Corriere della Sera”, e Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, che ha raccontato la capacità dei produttori di valorizzare i territori italiani attraverso i vitigni francesi (in approfondimento). | |
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| | Con 753 milioni di litri di vino e spumante, per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro nel 2024, la gdo si conferma il primo canale di vendita per il vino italiano, nonostante una flessione nel 2024. Che continua: i dati delle prime 11 settimane 2025, presentati a Vinitaly da Circana, evidenziano sia un calo a volume (-4,5%), sia a valore (-2,7%). E a soffrire di più, ha sottolineano Virgilio Romano di Circana, sono proprio i vini di prezzo medio-basso. In uno scenario in cui si innestano un cambiamento strutturale dei consumi, il trend dei vini no e low alcol e non solo, al centro delle riflessioni (in approfondimento) dei vertici di big player della grande distribuzione organizzata come Coop Italia, Conad, Carrefour e Md, che guardano ad un futuro in cui mediare tra la tenuta dei prezzi e quella dei volumi di vendita è sempre più complesso. | |
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| | | La visione di realtà come Pasqua, Zonin1821, Mezzacorona e Herita Marzotto Wine Estates, che da tempo hanno costruito società di loro proprietà per importare direttamente i vini negli Stati Uniti ed avere un controllo maggiore sulla filiera, di realtà come Banville, guidata da Lia Tolaini Banville, che è anche produttrice con la cantina Tolaini, in Toscana, e Pala, in Sardegna, ma anche di player “puri” dell’importazione in Usa, come “Caput Mundi Wine Import”, che lavora con 60 cantine italiane in 32 Stati. E con la visione del retail, ultimo anello della catena, con “Wine by the bay”, di Miami. | |
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