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N. 3.952 - ore 17:00 - Giovedì 2 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Una catastrofe in vigna, in un momento delicatissimo con le gemme già sbocciate, e una perdita della produzione tra l’80% ed il 100% del potenziale, almeno sulla metà dei poco più di 5.500 ettari vitati dello Chablis, nella regione bianchista tra le più importanti di Francia e del mondo: è il bilancio disastroso delle fortissime grandinate che hanno colpito il dipartimento della Yonne, in Borgogna. Dove tanti produttori, in poco più di mezz’ora, hanno visto andare in fumo il lavoro di un anno. Il Governo ha già avviato un monitoraggio per capire i danni e come sostenere i viticoltori, come annunciato su “X” dal Ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau. | |
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| | Dal culturale al ricreativo, sarà questa la strada che le cantine dovranno imboccare per conquistare i nuovi wine lovers? Che una delle grandi sfide per il mondo del vino, per il presente e il futuro, sia rivolta alla conquista delle nuove generazioni di consumatori, è un fatto ormai noto. Una ricerca, riportata da “WineBusiness”, offre spunti interessanti: Susan DeMatei, presidente e proprietaria di WineGlass Marketing a Napa, ha collaborato con Quest Mindshare per condurre uno studio indipendente sui bevitori di vino Millennial e Gen X. I risultati dell’indagine dicono che il 40% dei bevitori di vino intervistati ritiene che l’industria vinicola non sia in contatto con le loro generazioni e i loro interessi. Mentre i Baby Boomers preferiscono il lusso e l’esperienza educativa del vino e vedono gli acquisti costosi come un indicatore di successo finanziario, i Millennial e la Generazione X sono molto più interessati a divertirsi, e non sono attratti da lunghe ed educative degustazioni di vini. Non è vero che le generazioni più giovani non bevono vino: DeMatei sostiene che lo fanno e non hanno paura di spendere soldi per questo prodotto. Entrambe le fasce d’età hanno dichiarato di ricevere in genere consigli sui vini da amici e familiari, ma trovano e ricercano anche vini online, attraverso Google e le piattaforme dei social media. Quando i consumatori più giovani visitano un’azienda vinicola sono alla ricerca di un’esperienza rilassante e piacevole; il sondaggio ha mostrato che i bevitori di vino Millennial e Gen X vedono un viaggio in un territorio del vino come un’opportunità per rilassarsi in un ambiente idilliaco, provare nuovi vini e cibi e trascorrere del tempo di qualità con i loro compagni, ma questo non si adatta a ciò che la maggior parte delle sale di degustazione offre. I Boomer, ad esempio, apprezzano esperienze educative approfondite, mentre i consumatori più giovani preferiscono un ambiente più informale. Millennial e Generazione X preferiscono visitare i luoghi produzione, passeggiare prima di raggiungere una sala degustazione o godersi la musica dal vivo oltre alla visita, e sembrano scoraggiati da un’esperienza educativa in un ambiente formale. Ma, soprattutto, non sono interessati ai “wine club” così come sono attualmente. | |
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| | C’è una frontiera che ha tagliato a metà monti, fiumi, case, famiglie e i bellissimi vigneti del Collio-Brda, uno dei territori del vino più vocati del Vecchio Continente, dove si è scritta la storia d’Europa, ma il cui confine è stato superato, grazie anche alle tradizioni gastronomiche ed alla viticoltura che hanno accomunato i popoli che vi hanno vissuto e che, oggi, è simbolo di pace. È la frontiera che non divide ma unisce Gorizia e Nova Gorica, l’Italia e il Friuli Venezia Giulia con la Slovenia, e che insieme saranno la prima “Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera” nel 2025, grazie ad un’esperienza unica e “borderless”. E con un calendario di eventi con protagonisti anche i vini e la cucina, unici come le genti che hanno attraversato il filo spinato del confine per far vincere il dialogo e costruire insieme un futuro migliore. | |
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| | | Il mercato ha chiesto un ribasso dei prezzi di almeno il -30% per far ripartire il mercato “En Primeur” per Bordeaux, anche in vista di un’annata buona, ma non eccezionale (“Inside Bordeaux” e “Falstaff” hanno dato un giudizio di 93 punti su 100, “Vinous” tra 92 e 94, più o meno in linea con le valutazioni medie di “The Wine Advocate” e James Suckling) e gli châteaux sembrano aver accolto la richiesta. Come conferma, tra gli altri, il primo “Premier Cru Classé” ad aver scoperto le carte, ovvero Château Lafite Rothschild. Che ha messo il suo Lafite Rothschild 2023 a 396 euro a bottiglia “ex négociant” e a 4.920 sterline alla cassa per il trade internazionale, a -31,7% sul 2022. Un rilascio significativo e che segna la rotta, e che arriva dalla cantina, Château Lafite Rothschild, che ha mosso più valore nel 2023 su Liv-Ex. Che ha ribassato anche il suo secondo vino, il Carruades de Lafite 2023, di oltre il -19%, a 145 euro a bottiglia “ex négociant”. Seguendo quanto fatto, nei giorni scorsi, per esempio, da Château Léoville-Las-Cases, uno dei marchi più in vista di Bordeaux, uscito con il prezzo di 138 euro a bottiglia “ex négociant” e di 1.662 sterline per una cassa da 12 bottiglie per il trade internazionale, in entrambi i casi a -40%, e con ribassi tra il -27% ed il -30% anche da parte di Château Pontet-Canet e Château L’Évangile, tra gli altri. | |
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| | | Sono sempre di più i “vini di montagna”, affinati in alta quota: dalla Valtellina alle Dolomiti in Alto Adige, un numero sempre maggiore di cantine sceglie questo metodo. Un processo non nuovo, anche per la cantina Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle, che, dal 2022, ha dato il via in Valle d’Aosta ad un progetto di ricerca con l’Università di Torino, per studiare l’affinamento di vino ad altitudini diverse. Ma che, già dal 2003, aveva attivato un progetto sulla spumantizzazione in quota oltre i 2.000 metri, con la prima bottiglia di Cuveè des Guides. | |
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| | I mercati più importanti del vino italiano; un focus sull’Italia tra horeca, gdo e comunicazione; l’inquadramento normativo dei vini dealcolati; riflessioni sulla biodiversità in una terra che ne è uno scrigno inesauribile, come la Sardegna: sono gli atout del Congresso Nazionale di Assoenologi n. 77, a Cagliari il 30 e il 31 maggio, con la regia del presidente Riccardo Cotarella, e tanti nomi importanti della politica, dell’impresa, del mercato e della critica enoica italiana ed internazionale. Come il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il “re del cachemire” e produttore di vino e olio a Solomeo, Brunello Cucinelli, il wine critic Antonio Galloni di “Vinous”, in collegamento dagli Stati Uniti, protagonisti dei mercati di Usa, Germania, Uk e Cina, e ancora Alessandro Rossi, National Category Manager Wine Partesa, e non solo (in approfondimento). | |
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| | | Dalle riflessioni dell’esperta Felicity Carter, founder di B2B media company Drinks Insider, all’iniziativa del “sommelier digitale” di Tua Rita. Tra chi usa già l’Ai per gestire la vigna e prevedere il clima, chi inizia ad utilizzarla per fare comunicazione, oltre che per analizzare i dati, fino a chi crea “avatar” per accogliere clienti e appassionati, come fatto dalla storica cantina toscana, nel racconto della produttrice Simena Bisti, e di Riccardo Saracchi (BitForFun). La critica? Per quella, forse, è ancora presto.
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