Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.458 - ore 17:00 - Venerdì 8 Luglio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica dal 2007 al 2012, e forse l’unico Capo di Stato astemio che la Francia abbia mai avuto, con una certa ironia, è diventato il proprietario (insieme a due soci, Stéphane Courbit e la famiglia Prats) di Château d’Estoublon, in Provenza. Il cuore della tenuta, il castello, è destinato all’ospitalità ed alla ristorazione di alta gamma, ma intorno dimorano ben 120 di uliveto e 18 ettari vitati, da cui nascono i vini creati dall’enologa Anaïs Maillet. Che ha coinvolto Carla Bruni nella creazione di una cuvée tutta sua: il “Roseblood d’Estoublon”, un rosato di Provenza prodotto da uve Grenache (50%), Cinsault (45%) e Tibouren (5%). |
|
|
|
|
Più o meno a parità di volumi, sui 24 milioni di ettolitri, i valori del consumo del vino in Italia, tra il 2020 marchiato a fuoco dal covid ed un 2021 che è stato, almeno in parte, più libero, sono cresciuti in maniera sostanziale, passando da meno di 12,5 miliardi di euro del 2020 ai 13,8 del 2021, e puntano, in questo 2022, a tornare ai quasi 15 miliardi del 2019, ultimo anno pre-pandemia. Un recupero in valore che è stato possibile grazie alla riapertura dei ristoranti e alla ripresa dei consumi fuori casa, fondamentali per i vini di maggior valore, spesso prodotti da tante piccole e medie aziende del vino. E così, se nel 2020 il valore del consumo di vino in Italia ha pesato per oltre il 60% sulla gdo e per il 39,8% sull’“on premise”, il 2021 ha visto la distribuzione moderna scendere al 54,4%, e l’horeca risalire al 45,6% (seppur ancor lontana da quel 58,6% della quota di mercato toccato nel 2011). Numeri presentati da Denis Pantini (Nomisma), ieri sera, a Milano, per i dieci anni di Società Excellence, che rappresenta l’anello di congiunzione strategico tra i produttori e la ristorazione, riunendo 20 tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini d’eccellenza: da Sagna a Gruppo Meregalli, da Cuzziol Grandivini a Pellegrini, da Balan a Sarzi Amadè, da Vino & Design a Teatro del Vino, da Proposta Vini a Bolis, da Les Caves de Pyrene a Premium Wine Selection, da Ghilardi Selezioni a Visconti 43, da Première ad AGB Selezione, da Philarmonica a Spirits & Colori, da ViteVini a Apoteca, che, insieme, nel 2021 hanno sviluppato un giro d’affari di oltre 260 milioni di euro.Uno zoccolo duro della distribuzione, che ha accompagnato i cambiamenti, anche profondi, del mercato enoico tricolore. Non solo in termini di tipologie, con il boom delle bollicine (ggi il 25% dei consumi di vino), che hanno “rubato” mercato, in valore, ai bianchi fermi (scesi dal 38% del 2011 al 36% del 2021) e, soprattutto, ai rossi (dal 38% al 32%). Ma anche di trend, perchè, come sottolineato da Pantini, “da tante indagini emerge che i consumatori, soprattutto dopo la pandemia, chiedono sempre più tipologie di vino più attente alla salute e alla sostenibilità, compresi i vini low alcol, e questo indica una maggiore segmentazione di mercato che chiederà ancora più specializzazione”. Creando più complessità, dunque, ma anche nuovi spazi per il futuro. |
|
|
|
|
Le attività economiche legate al comparto agricolo e agli alimentari e bevande hanno generato il 4,1% del valore aggiunto dell’economia italiana. Al contempo, i prodotti agricoli e alimentari rappresentavano più del 10% delle esportazioni di beni (50,6 miliardi di euro) e circa l’11% delle importazioni (50,2 miliardi), nonché il 10% di quelle di input produttivi (31,1 miliardi). Ecco i numeri del comparto agricolo italiano nel Rapporto Annuale 2022 dell’Istat, presentato oggi a Roma. Le importazioni di prodotti agricoli costituiscono il 30% del fabbisogno, mentre i prodotti chimici di base rappresentano il 7,6% del valore degli input produttivi dell’agricoltura. In questo contesto, il forte rialzo delle quotazioni internazionali dei cereali e dei fertilizzanti può generare criticità rilevanti sulla filiera agro-alimentare (continua in approfondimento). |
|
|
|
|
|
“Uno degli obiettivi di Società Excellence - ha detto il presidente, Luca Cuzziol - è quello di immaginare il futuro. L’anno scorso il vino ha fatto fatturato, 13,1 miliardi di euro, di cui 7,1 di export, un record. Di fatto, vuol dire che ci sono 6 miliardi di euro di business in Italia, e noi pesiamo per meno di 300 milioni. Abbiamo autostrade a 10 corsie davanti. Mi auguro che in tanti domani capiscano che una struttura distribuitiva è fondamentale per la propria azienda. Quello che vorrei, però, è che ci fosse maggiore trasparenza nel mondo del vino, ci sono ancora regole che non sono proprio “ortodosse”. Il “reddito dominicale” non aiuta sempre: in Italia un’azienda agricola con 200.000 euro di fatturato sta in piedi, in Francia no, perchè c’è una aliquota fiscale più alta. Serve più trasparenza da parte dei produttori. Noi la nostra parte la facciamo, condividiamo le esperienze della la rete vendita, i nostri bilanci sono pubblici, ci siamo dati un codice etico. C’e posto per tutti, ma possiamo fare ancora più formazione, magari insieme, come suggerisce Marcello Meregalli. Dobbiamo lavorare uniti. Come abbiamo fatto sui tempi di pagamento, che non funzionavano. Ma insieme siamo migliorati tutti, e da medie di oltre 100 giorni siamo arrivati a 60-70 giorni. Questo dimostra che fare comunità ed essere insieme porta qualcosa”.
|
|
|
|
|
|
120 anni di Ferrari Trento, icona delle bollicine italiane e del Trentodoc, fissate in un francobollo: nella cinquecentesca Villa Margon, insieme ai festeggiamenti, è andato in scena anche l’annullo del francobollo celebrativo dedicato alla cantina della famiglia Lunelli, voluto da Poste Italiane e Ministero dello Sviluppo Economico. Il francobollo, nella serie tematica “le eccellenze del sistema produttivo ed economico”, sarà stampato in 500.000 esemplari e verrà distribuito a livello nazionale per tre mesi, al termine dei quali entrerà a far parte del Museo di Poste Italiane. |
|
|
|
|
Suvereto, in Val di Cornia, è un territorio dai colori e dalle luci forti, a metà tra il Mar Tirreno e le Colline Metallifere. Un posto nel quale i vini esprimono questa “abbondanza” di odori e sapori: succede anche nelle etichette di Tua Rita, azienda nata quasi per caso nel 1984 per volere di Rita (Tua) e Virgilio (Bisti), seguiti fin dall’inizio dall’enologo Luca D’Attoma. Dopo quasi 40 anni di storia, ieri, con una cena immersa tra i vigneti, Tua Rita ha celebrato la vendemmia n. 25 del vino icona, il Redigaffi (tra gli italiani nella Liv-Ex Power 100) con la regia di Stefano Frascolla, insieme alla moglie Simena Bisti e il figlio Giovanni Frascolla. Con una grande degustazione (in approfondimento) ed un etichetta d’autore, come sempre, firmata dal maestro livornese Raffaele De Rosa, ma, per l’annata 2019, scelta dai social (“Lo scudiero illuminato”). |
|
|
|
|
|
A WineNews le riflessioni di Massimo Montanari, tra i più importanti storici dell’alimentazione, e docente all’Università di Bologna. “In molti sostengono che la cucina italiana non esiste perchè è una somma di cucine regionali. Io invece dico che esiste eccome, e non è una somma, ma una moltiplicazione di saperi che si incontrano, si contaminano e si trasformano”.
|
|
|
|
|