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N. 3.449 - ore 17:00 - Lunedì 27 Giugno 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Dopo il primo “pericolo scampato” sul fronte dell’etichettatura di vini e alcolici nella disputa europea sul “Beating Cancer Plan”, quando si è riusciti ad evitare l’introduzione degli “healt warnings”, ora rischia di aprirsi una nuova breccia, in Ue, in questo senso. Perchè l’Irlanda, segnala la Federvini, il 21 giugno 2021 ha notificato alla Commissione Europea il Public Health Alcohol Labelling Regulations, con il quale il Governo, intende introdurre l’obbligo di riportare indicazioni relative al cancro, alle donne in gravidanza e alle malattie del fegato nell’etichettatura e presentazione delle bevande alcoliche. |
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Se il modello dell’En Primeur, a Bordeaux, non gode - ormai da tempo - di buona salute, la campagna 2021 non è certo la risposta migliore. Un’annata non entusiasmante, destinata più alla tavola che all’invecchiamento decennale in cantina, considerata dalla critica internazionale non all’altezza delle ultime, nelle ultime settimane si è presentata ai mercati con prezzi mediamente in linea con la 2020, vendemmia però di tutt’altro spessore. Di sicuro hanno inciso i costi in crescita delle materie prime, dei trasporti e dell’energia, ma il risultato è che sul mercato secondario dei fine wine, come testimoniano le primissime analisi del Liv-ex, si registrano già cali di prezzo fino al 15% rispetto a quelli di rilascio comunicati dagli Chateaux. Un trend prevedibile, specie se si pensa che annate se non simili comunque paragonabili alla 2021, come la 2014 e la 2017, si trovano a prezzi decisamente inferiori. Anche i volumi di vendita segnano crolli importanti, dovuti, come accadde con la 2019, alle tante incertezze economiche del periodo, che solo in alcuni casi hanno consigliato un drastico taglio ai prezzi di rilascio. Di certo, le aspettative dei wine merchant sono state disattese: il potenziale commerciale dell’annata 2021 di Bordeaux, così come la sua capacità di rivitalizzare l’En Primeur, era legato a doppio filo alle strategie di prezzo, che non hanno rispettato né le attese né i giudizi della critica, con un calo medio di appena l’1%. Il risultato è un crollo delle vendite, sia a volume che a valore, rispetto alla 2020, del 60%, con molti Chateaux che hanno ridotto le quantità immesse sul mercato e un ritmo della campagna En Primeur decisamente irregolare, che ha generato un certo, prevedibile, caos. Confrontando l’annata 2021 con la 2014, che per molti versi la ricorda, il divario di prezzo, in favore della 2021, è addirittura del 20%. La campagna 2021 di Bordeaux, insomma, annovera più punti interrogativi e criticità che successi (limitati alle vendite di Premier Cru come Lafleur, Calon Ségur, Les Carmes HautBrion e Cheval Blanc), con i collezionisti e gli investitori che guardano altrove: proprio nella settimana clou dell’En Primeur di Bordeaux, con i rilasci dei maggiori Chateaux annunciati, la Borgogna ha toccato una share del mercato secondario, secondo il Liv-ex, del 38,3%, contro il 34,1% di Bordeaux … |
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Essere azienda B-Corp, non vuol dire solo veder certificato il proprio impegno nell’essere sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche sociale, nei rapporti con i dipendenti, i fornitori ed il territorio. “Vuol dire prendersi degli impegni che vanno olre la certificazione dei prodotti, e fare un percorso che porta a migliorarsi un po’ per volta, giorno dopo giorno”. Così Antonio Capaldo, alla guida di Feudi di San Gregorio, una delle più importanti realtà del vino italiano che, dopo la certificazione Equalitas, ha ottenuto anche quella B-Corp, unico caso nel settore nel Belpaese, ad oggi, come WineNews è in grado di anticipare. “Speriamo di essere di esempio. Quello di B-Corp è un percorso che porta a questo, che ti fa misurare su molti aspetti ogni giorni, e ti fa alzare gli standard in azienda” (il racconto nell’approfondimento). |
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Nel 2021, l’export complessivo del wine & food in Cina, è cresciuto del 40% sul 2020, ma il primo trimestre 2022 si è aperto con un calo del -18% (e del -9% per il vino, secondo i dati di Nomisma by Federvini). In un Paese che è una delle più grandi economie del mondo, e che ancora fa i conti con una politica rigidissima contro la pandemia da Covid 19, diventa tanto più importante fare promozione, per invertire la rotta. E, così, aspettando “Wine to Asia” by Vinitaly, che dovrebbe andare in scena, dopo vari rinvii, il 26-28 agosto, a Shenzen, è partito da Guangzhou il primo roadshow dedicato alle eccellenze agroalimentari italiane dopo un lungo periodo di lockdown. Si tratta del “Food & Wine Journey - Introducing Italian Culinary Excellencies”, organizzato da Ice con la Camera di Commercio italiana in Cina, e Wine to Asia. Il tour, che, dopo Guangzhou e Dongguan (oggi), toccherà Shenzhen (29 giugno), Changsha (30 giugno) e Xiamen (2 luglio), vedrà protagonisti i 26 prodotti italiani al centro dell’accordo sulle Ig siglato tra Unione Europea e Cina nel marzo 2021, tra cui Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Montepulciano d’Abruzzo, Soave, Igt Toscana e Vino Nobile di Montepulciano. |
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La cultura del servizio del “vino al calice”, negli anni, ha conquistato i ristoranti d’eccellenza. Anche grazie all’evoluzione tecnologica. E se il “game changer”, ormai più di 10 anni fa, è stata Enomatic, sul mercato, da qualche anno, è arrivato Coravin, che consente di prelevare il vino dalla bottiglia, senza rimuovere il tappo. E ora l’azienda lancia il suo tour, “A Sip of Summer by Coravin”, in 6 location iconinche: da Portofino, con il ristorante Cracco Portofino, alle montagne di Cortina d’Ampezzo, con il SanBrite, raffinata malga stellata, per fare degli esempi. |
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Un vino bianco ed un vino rosso, prodotti grazie al lavoro di un gruppo di ragazzi davvero speciali, accolti da “L’Orto di Paolo”, centro diurno per persone affette da autismo che rende la loro vita il più normale possibile, ma anche quella delle loro famiglie, che ricevono sollievo e appoggio quotidianamente. Sono il Rosso Piceno Superiore Doc e il Pecorino Doc di Velenosi, una delle cantine-simbolo delle Marche del vino, che, riaprendone le vendite, lancia per il secondo anno il progetto “che “racchiude” in bottiglia solidarietà e soddisfazione - spiega Angela Velenosi - aiutando i ragazzi e facendoli sentire inseriti in azienda, protagonisti del loro lavoro. Noi ci abbiamo messo duro lavoro e amore, e ci impegneremo ancora di più a vendere questi vini per portare avanti i loro sogni. Questa iniziativa è stata un grande successo, con i 7.000 euro di ricavato, devoluti al centro”. |
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Il presente ed il domani secondo i vertici di Consorzio Vini Valpolicella e Famiglie Storiche, e di aziende icona del territorio come Bertani, Tenuta Sant’Antonio e Secondo Marco. Per un vino che è tra gli italiani più amati nel mondo, come spiega il critico Richard Baudains (Decanter), e sorprendentemente versatile negli abbinamenti con i sapori non solo del territorio, ma del mondo, secondo chef come Nicola Portinari (La Peca, due stelle Michelin) e Luca Dalla Via (Bottega Vini). |
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