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WineNews
N. 3.908 - ore 17:00 - Lunedì 4 Marzo 2024 - Tiratura: 31.224 enonauti,
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La News
In asta i vini del leggendario Le Gavroche
Dal Romanée-Conti Grand Cru 2013 di Domaine de la Romanée-Conti (9.000-12.000 sterline a bottiglia) allo Champagne Le Mesnil 2002 di Salon (700-900 sterline a bottiglia), e al Musigny Grand Cru Vieilles Vignes 2010 del Domaine Comte Georges de Vogüé (500-600 a bottiglia), sono tra gli oltre 100 lotti che dopo la chiusura del Le Gavroche di Londra, saranno in asta online con Christie’s (10-24 aprile). Etichette-icona di Bordeaux, Borgogna, Rodano, Champagne e Porto custodite nella cantina del leggendario ristorante di famiglia dello chef Michel Roux Jr, molte dei quali fin dall’apertura nel 1967, come Château Angélus e Château Latour.
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Primo Piano
Nomisma Wine Monitor: Usa sempre al primo posto per consumi
Gli Stati Uniti ribadiscono il loro primato nella classifica mondiale dei consumi assoluti di vino, con un dato complessivo superiore ai 30 milioni di ettolitri, sebbene in leggero calo sugli anni precedenti: si confermano anche il principale importatore mondiale, con un valore di acquisti di vino dall’estero superiore ai 6 miliardi di euro, ma il 2023 evidenzia una riduzione di oltre l’11% sull’anno precedente. La Francia rimane il primo partner commerciale degli Stati Uniti, con oltre il 37% della quota di mercato, cui segue l’Italia, il cui valore di esportazioni nel 2023 è sceso al di sotto dei 2 miliardi di euro (-11,4% a valore sul 2022): il nostro Paese mantiene, comunque, una quota di mercato superiore al 30%. È la fotografia scattata dal report Nomisma Wine Monitor, l’Osservatorio dedicato al mercato del vino, nato con l’obiettivo di aiutare imprese e istituzioni della filiera vitivinicola italiana a interpretare correttamente le dinamiche del mercato, che analizza le performance del vino italiano negli Stati Uniti e in Canada. “Nel 2023, sia negli Usa che in Canada, si assiste ad una tendenza opposta all’anno precedente, con un calo delle importazioni di vino derivante da molteplici fattori - segnala Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor - da un eccesso di acquisti sopra la media nel 2022, da parte di importatori, che ha generato un overstock, alla stretta monetaria della Federal Reserve (Fed) che ha ridotto la capacità di spesa dei consumatori, fino ad una maggiore attenzione a tutto ciò che può essere considerato healthy”. Considerando il vino imbottigliato - ad esclusione dello spumante - nel 2023 le importazioni negli Stati Uniti diminuiscono sia a valore sia a volume. Il Prosecco rimane il primo vino italiano esportato, e trend positivi di crescita sono riscontrabili anche nei vini bianchi del Trentino Alto-Adige e del Friuli Venezia Giulia, così come nei bianchi siciliani. Le performance peggiori sono invece quelle registrate dai vini frizzanti (e, tra questi, dal Lambrusco). Sul fronte canadese, le esportazioni dei vini Dop registrano una contrazione sia a valore che a volume, generata in particolare dal crollo dei rossi veneti (-30%). I rossi Dop della Toscana rimangono al primo posto della classifica tra i vini a denominazione più venduti nel Paese, seguiti dal Prosecco.
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SMS
La Francia “nazionalizza” il grano duro
Sembra l’Italia, ma invece è la Francia. Che anche puntando sulla produzione nazionale di pasta, ha visto il comparto francese dei cereali lanciare un “piano di sovranità sul grano duro” con l’obiettivo di rilanciare la produzione nazionale e riconquistare quote di mercato sia per il mercato interno sia per l’export, guidato da Intercéréales che rappresenta la filiera. Oltralpe, le superfici consacrate alla coltivazione di grano duro sono dimezzate in meno di 15 anni. Di qui, l’idea di un piano congiunto per il rilancio della produzione basato su un bilancio di 45 milioni di euro in cinque anni. Il Ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau, ha annunciato che lo Stato contribuirà a questo piano con 11 milioni di euro. La Francia è il secondo produttore europeo dietro all’Italia, ma di 1,3 milioni di tonnellate prodotte annualmente, 1 è esportato tra Ue e Maghreb.
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Focus
La critica del vino, secondo i 3 critici migliori al mondo
Imparzialità e umiltà ma anche curiosità, studio, ascolto: tutte caratteristiche e qualità che non devono mancare a chi svolge la professione di critico in un mondo complesso come quello del vino, che è storia e cultura, ma anche oggetto di cambiamenti veloci e non sempre prevedibili. Caratteristiche che fanno parte del “dna” dei tre migliori critici del mondo secondo Tastingbook, ovvero la “più grande piattaforma mediatica sul vino del mondo, creata da migliaia di professionisti e aziende vinicole”, che come ha riportato WineNews, ha premiato nel concorso “The Best Wine Critics in the World” 2024, l’inglese Jancis Robinson, Master of Wine e firma di giornali come il “Financial Times”, davanti al tedesco Markus Del Monego, primo al mondo ad essere Master of Wine e “Sommelier World Champion”, ed alla critica di origine coreano-americana, wine writer e wine educator (e anche lei Master of Wine, ndr) Jeannie Cho Lee. Ed i “Faboulus Three” si sono raccontati proprio a Tastingbook, tra passato, presente e futuro, di un mestiere che sta cambiando ma che si sente “al sicuro” dall’intelligenza artificiale perché le nuove tecnologie non possono replicare una valutazione approfondita che viene fatta su un vino e che è frutto di anni di studio, passione e conoscenza (le loro parole in approfondimento).
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Cronaca
Pellegrino Artusi sbarca in Cina 
Dopo le innumerevoli edizioni in catalano, francese, giapponese, inglese, olandese, polacco, portoghese, russo, spagnolo e tedesco, Pellegrino Artusi, “padre” della gastronomia italiana, sbarca anche in Cina: “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, considerato da sempre uno dei testi fondanti della nostra cultura a tavola, viene pubblicato per la prima volta in mandarino, confermandosi nella sua contemporaneità un’opera letteraria di successo. Un’iniziativa che rafforza nel mondo la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco.
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Wine & Food
L’industria alimentare italiana cresce grazie all’export, ma i consumi in volume calano
Cresce il fatturato dell’industria alimentare, che fa registrare nel 2023 un aumento del 6,7% sul 2022. Emerge da un’analisi Coldiretti, relativa ai dati Istat sul fatturato annuale dell’industria che, a fronte dell’aumento dell’agroalimentare, vede un calo complessivo dello 0,5% sul 2022. A sostenere gli alimentari sono sia i consumi interni in valore (calati, però, in volume), ma anche e soprattutto le esportazioni che nel 2023 hanno raggiunto il massimo storico di 64 miliardi di euro. Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani è, continua Coldiretti, l’Unione Europea che assorbe due terzi delle esportazioni, ma ben un terzo è con Germania, Francia e Stati Uniti. Si tratta comunque di un risultato che conferma il primato dell’agroalimentare made in Italy che ha superato il valore di 580 miliardi di euro nella filiera aggregata.
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Tenuta Sette Ponti
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WineNews.tv
L’“Altra Toscana”, caleidoscopio e scrigno di una diversità vinicola e di storia, tutta da scoprire
Cresce la curiosità e l’apprezzamento per vini e territori oltre i grandi classici della Regione, dove la qualità del vino fa rima con storia e bellezza. Lo raccontano le voci di chi rappresenta i territori (Francesco Mazzei - L’Altra Toscana e Doc Maremma, Giovan Battista Basile - Montecucco, Luca Sanjust - Valdarno di Sopra, Don Antonio Bran - Doc Grance Senesi, Cesare Cecchi - Igt Toscana) e di chi li racconta al mondo, dalla Master of Wine, Susan Hulme, a Danielle Callegari, firma “Wine Enthusiast”, a James Button (“Decanter”).
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