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N. 2.652 - ore 17:00 - Mercoledì 8 Maggio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Se oggi la Sicilia del vino, a livello di appeal e reputazione nel mondo, è di poco dietro realtà come Piemonte e Toscana, come raccontano tante ricerche e studi, è merito della qualità dei vini e della loro promozione, cresciuta enormemente in pochi anni. Ma anche degli investimenti sul territorio, e sull’enoturismo, da parte della cantine del “continente enoico”. Non è un caso che praticamente tutte le cantine (il 94%), secondo i dati Assovini, abbiano spazi per l’accoglienza, il 69% offra servizi di ristorazione ed il 40% anche ospitalità alberghiera, spesso di alto livello. Cantine protagoniste, in questi giorni, di “Sicilia en Primeur”, a Siracusa. |
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Che l’industria alimentare sia uno dei pilastri dell’economia italiana, espressione di un valore di filiera superiore ai 140 miliardi di euro, è un dato assodato. Eppure, sono tanti gli aspetti interessanti che emergono da “Industria alimentare italiana: cuore del made in Italy”, rapporto firmato dalla Luiss, di scena oggi a Roma, negli “stati generali” del settore convocati da Federalimentare. Da cui, per esempio, emerge che per un certo numero di imprese (56.750), il settore sia il secondo in assoluto in Italia, dietro solo alla fabbricazione di prodotti in metallo, e terzo per valore aggiunto. E in Europa, l’industria alimentare italiana si inquadra come secondo player, dopo la Francia, per numero di imprese, terzo per numero di occupati (385.000 nel 2018 i dipendenti, secondo le proiezioni di Federalimentare) e quinto per valore aggiunto. Una ricchezza decisamente “diffusa”, dal momento che sole 14.000 imprese sondate dal rapporto, hanno speso 11,4 miliardi di euro per costi del personale, 21,6 per l’acquisto di servizi, 74,2 per le materie prime, sviluppando un utile netto 3,4 miliardi di euro, e versando imposte per 1,4 miliardi di euro. E dall’analisi, in un settore fatto nella grande maggioranza da micro e piccole imprese, emerge che le performance migliori non sono ne appannaggio di queste ne delle grandi imprese, ma di quelle medie, che tra il 2007 ed il 2016 hanno visto una crescita delle esportazioni a +79,6%, e del fatturato a +38,9%. Anche se, va sottolineato, le sole prime 100 aziende, in termini di grandezza sviluppano un fatturato di 41 miliardi di euro (il 30% del settore). L’elemento maggiore di competitività, per le imprese italiane, resta la maggiore qualità dell’offerta rispetto ai competitori stranieri, soprattutto nei mercati esteri, dove emerge, in generale la disponibilità a pagare un prezzo ben superiore dei prodotti concorrenti, sia locali sia di altri Paesi. Per crescere ancora, però, ed è l’appello di Federalimentare, serve più supporto da parte delle istituzioni e della politica, che devono agire su 4 direttrici chiave: la migliore promozione nel mondo del sistema alimentare italiano, il rilancio dell’immagine complessiva del Paese, il sostegno al miglioramento continuo della qualità assoluta dei prodotti, anche attraverso la ricerca, e la facilitazione della crescita di impresa e investimenti. |
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Se oggi l’enoturismo è un fenomeno consolidato di successo in Italia (dove, secondo diversi rapporti, muove 14 milioni di turisti all’anno, con un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro), e nel mondo, la sua nascita, storicamente, è legata alla California. Ed in particolare alla Napa Valley. Che, in questo senso, rappresenta un unicum, se si considera che si parla di un territorio, complessivamente, di poco più di 2.000 chilometri quadrati, (l’Italia, per intendersi, supera i 300.000). Infatti, secondo il report “2018 Napa Valley Visitor Industry Economic Impact”, nel territorio enoico più importante degli Usa, si parla di quasi 4 milioni di enoturisti annui, per un giro d’affari di 2,23 miliardi di dollari. Dati che la dicono lunga sulle potenzialità di sviluppo dell’offerta enoturistica, soprattutto se si punta sull’alto livello … |
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Mentre continuano, quotidianamente, i rilasci dei prezzi dei vini 2018 di Bordeaux, con aumenti anche superiori al 20% sulla campagna 2017, e in attesa che a pronunciarsi siano anche i cinque Premier Cru (Lafite, Latour, Margaux, Haut-Brion e Mouton Rothschild), e poi, di conseguenza, il mercato, continuano a uscire le classifiche sulla qualità dei vini. E così è il portale “Wine-lister” ad aver messo in fila i migliori 25 secondo il suo “Quality Score”, che tiene conto dei punteggi di critici come Bettane+Desseauve, Julia Harding per Jancis Robinson, Antonio Galloni di Vinous e Jeannie Cho Lee, un panel che mette insieme alcuni dei nomi più autorevoli di Francia, Uk, Usa e Asia. Secondo cui i migliori vini in assoluto, per qualità, sono, nell’ordine, Petrus (992 punti), Lafleur (991) e Cheval Blanc (990). Ai piedi del podio c’è Léoville Las Cases (987), e poi i primi due tra i Premier Cru, ovvero Lafite (986) e Mouton (983). A completare la “top 10” seguono Calon Segur e Haut-Brion (981 punti per entrambi), e, ancora a pari merito (con 980 punti), Margaux, Vieux Chateau Certan e Figeac. E poi, via via, Montrose, Ausone, Le Pin, Palmer, Cos d’Estournel, Pichon Baron, Caon, Pichon Comtesse, Trotanoy, Latour, Ducru-Beaucaillou, La Conseillante, Angélus e Léoville-Poyferré. Tra le diverse zone, spicca Pomerol, con 6 vini su 25. |
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Legate ai territori, in primis, ma anche a tecnologia e arte, musica e yoga in vigna, e cultura, a Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e in tutta Italia, le cantine italiane tornano ad aprirsi al mondo. Sabato 25 e domenica 26 maggio è di scena l’edizione n. 28 di “Cantine Aperte”, evento principe del Movimento Turismo del Vino, con tante iniziative nelle oltre 800 cantine aderenti, anche con un risvolto benefico, con tante collaborazioni con l’Airc, per la ricerca contro il cancro. Motivo in più per andare alla scoperta de territori d’Italia, guidati dal vino. |
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Se è vero che gli italiani a tavola, in futuro, guarderanno sempre più al salutismo e all’innovazione, secondo una ricerca del Censis presentata a Tuttofood, le aziende si adeguano, ed investono in nuovi prodotti che lasciano intravedere la “tavola del domani”, come raccontano le tante novità presentate a Fiera Milano, nella kermesse dedicata al business to business dell’agroalimentare italiano (chiude il 9 maggio). E se un colosso come Coca-Cola lancia la Fanta con il 100% di succo di Arance Rosse di Sicilia Igp, c’è chi investe, per pasta, birra ed altri prodotti, su avena, canapa, ma anche bambù, su chi punta sulla stagionalità, anche per la carne, e chi sull’innovazione di prodotti classici, come caffè e formaggi, chi sui “superfood”. Piccoli e grandi segnali, che raccontano la voglia e la necessità di guardare al futuro, anche per il settore del food. |
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Con poco più di un milione di abitanti è uno dei mercati più piccoli di tutta l’Unione Europea, ma l’economia in costante crescita, i salari medi sempre più alti e uno dei tassi di disoccupazione più bassi della Ue, la rendono un approdo interessante, anche per il vino del Belpaese, che nel 2017 ha spedito verso Tallin 15,2 milioni di euro di bottiglie. Dal Simply Italian Tour di Iem, parlano importatori e produttori: Andre Peremees (Vabrik), Luca Menicucci (Menicucci 1689), Andres Aavik (Polarest) e Niccolò Petrilli (Colle Manora) |
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