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N. 3.457 - ore 17:00 - Giovedì 7 Luglio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il rapporto, profondissimo, che risale alla fine del XVIII secolo e arriva fino ai giorni nostri, tra Bordeaux ed i suoi vini e gli Stati Uniti, al centro di “Eastbound Westbound - A winemaker’s story from Bordeaux and California”, il film documentario diretto da Julien Couson e scritto insieme all’ex giornalista e wine merchant (considerato “il più bordolese degli americani”, ndr) Jeffrey Davies, che è anche la voce narrante. Fondamentale, in questa storia, il ruolo di Thomas Jefferson, che arriva in Francia nel 1785 e rimane affascinato da Bordeaux. Fu Jefferson a importare le prime bottiglie Oltreoceano, dove oggi finisce il 16% della produzione. |
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I prezzi dei fine wine continuano a crescere anche a giugno 2022, con il Liv-ex 1000, l’indice che raccoglie i sette indici regionali del Liv-ex e che analizza l’attività di trading di 600 wine merchant, che segna il +0,8%, la crescita più bassa da inizio anno, mentre il Liv-ex 100, il benchmark del settore (di cui fanno parte, per l’Italia, Barolo 2016 di Bartolo Mascarello, Barolo Monvigliero 2016 di Comm. G.B. Burlotto, Barbaresco 2018 di Gaja, Barolo Monfortino Riserva 2013 e 2014 di Giacomo Conterno, Masseto 2016 e 2016 e Ornellaia 2018 di Frescobaldi, Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto, Sassicaia 2016, 2017 e 2018 della Tenuta San Guido, Soldera Case Basse 100% Sangiovese 2016, Solaia 2018 e Tignanello 2016 e 2018 di Antinori), si ferma al +0,7%. Il Liv-ex 50, che traccia gli scambi dei Premiers Grand Cru Classé, cresce appena dello 0,1%, in un contesto comunque molto complesso, tra la paura della recessione economica, la stagflazione e la crescita dei tassi di interesse. Fa passi avanti, al giro di boa del 2022, l’Italy 100 (formato dalle ultime 10 annate in commercio di Barolo Bartolo Mascarello, Barbaresco Gaja, Barolo Cascina Francia Giacomo Conterno, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, Masseto, Ornellaia, Sassicaia Tenuta San Guido, Solaia, Soldera Case Basse 100% Sangiovese e Tignanello), in crescita del +1%. Più in generale, tra le 10 migliori performance mensili ci sono ben tre etichette del Belpaese: l’Ornellaia 2018 (+9,5%, ad un prezzo di 1.755 sterline a cassa), terzo vino più scambiato a giugno 2022 e al terzo posto per crescita del prezzo medio, dietro a Romanee-Conti 2017 Domaine de la Romanee-Conti (+20,1%), prodotto in appena 627 casse, e Dom Pérignon 2010 (+14,7%), quindi il Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto (+7,1%, 2.200 sterline) al settimo posto e il Masseto 2016 (+6,6%, 9.540 sterline) all’ottavo posto. L’indice più performante è lo Champagne 50 (+1,6% e +50,8% negli ultimi 12 mesi), con Perrier Jouët Belle Epoque 2012, Dom Pérignon 2010 e Salon Le Mesnil-sur-Oger Grand Cru 2006 che segnano crescite tra il 13% e il 19%. Sia il Burgundy 150 che il Rest of the World 60 hanno segnato il +1,3% di crescita, mentre il Bordeaux Legends 40, che raccoglie vecchie annate degli anni 90 e 2000, è stato l’unico indice a chiudere in territorio negativo (-0,7%). |
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Il mondo sta facendo passi indietro negli sforzi per eliminare la fame e la malnutrizione, e l’obiettivo Fame Zero è sempre più lontano. Emerge dal Rapporto SOFI 2022, sullo stato dell’insicurezza alimentare nel mondo, presentato a New York e redatto dalle agenzie delle Nazioni Unite FAO, IFAD, UNICEF, WFP e WHO. Nel 2021 erano 828 milioni le persone colpite dalla fame a livello globale, 46 milioni in più del 2020 e 150 milioni in più dallo scoppio della pandemia. La percentuale di persone colpite dalla fame è passata dall’8% del 2019 al 9,3% del 2020, raggiungendo il 9,8% della popolazione mondiale nel 2021. L’insicurezza alimentare ha ripreso a crescere dal 2015, dopo 30 anni di lenta ma costante riduzione: un dato che allontana l’obiettivo “Fame Zero”. |
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Tra le novità che stanno caratterizzando la vendita diretta al consumatore, nel mondo del vino c’è quella di un interesse sempre più crescente per i wine club, come emerge dal “Report Enoturismo e vendite direct to consumer 2022”, pubblicato da Divinea: secondo i dati raccolti dal portale dedicato all’enoturismo, il 17,3% delle cantine si è dotato di un wine club mentre il 75% di chi non lo ha ancora fatto dichiara che lo realizzerà o lo sta prendendo in considerazione. “I wine club italiani - spiega Filippo Galanti, co-founder Divinea - registrano molti iscritti ma producono volumi relativamente contenuti”. Delle aziende italiane iscritte - secondo i dati di Mediobanca - il 25% ha più di 1.000 iscritti, il 25% da 500 a 1.000, il 14,3% da 100 a 499, il 35,7% meno di 100. Da questi utenti i volumi generati sono spesso irrisori e le vendite tramite wine club rispetto alle vendite direct to consumer incidono meno del 5% nel 39,3% dei casi e più del 50% solo per il 3,6%. Il wine club, dal punto di vista del marketing, ha un target di clienti molto omogeneo, che va nutrito con l’obiettivo di mantenere il cliente (retention), incoraggiarlo a comprare con frequenza (ricorsività), portarlo ad aumentare il budget di spesa (upselling) e fargli fare esperienze come visite aziendali (selling integrato). |
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Dopo la ripresa post-Covid, peggiora lo stato di salute del tessuto imprenditoriale italiano. Secondo l’analisi Cerved, tra il 2021 e il 2022 le società a rischio di default sono cresciute, passando dal 14,4% al 16,1% e raggiungendo le 99.000 unità. Tra i settori più penalizzati, ristorazione e alberghi, che insieme agli ingrossi agroalimentari sono quelli che caratterizzano l’imprenditoria del Sud Italia. Dove si trovano le province con la maggiore quota di aziende a rischio, Crotone, Terni e Isernia. |
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L’accordo di libero scambio siglato da Unione Europea e Nuova Zelanda non ha fatto rumore come altri patti commerciali tra grandi economie del mondo. Il motivo è semplice: il Paese oceanico vale solo lo 0,2% delle esportazioni e delle importazioni dei 27 Paesi dell’Unione Europea. Nel 2021 le importazioni di vino italiano della Nuova Zelanda arrivarono a 11,6 milioni di euro, su cui i dazi verranno totalmente azzerati. Ma l’aspetto positivo di questo accordo, restando nell’ambito vino, è un altro: il riconoscimento di tutti i 2.000 vini e alcolici prodotti nella UE, dallo Champagne al Prosecco, oltre a 163 eccellenze alimentari. E l’accordo UE-NZ apre la strada ad un’altra importante novità, annunciata con la strategia “Trade Agreement for Green and Just Growth”, ossia il vincolo dello stesso accordo al rispetto di rigidi standard sia ambientali che sociali. |
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La fondazione di Giulio Ferrari, l’arrivo della famiglia con Bruno Lunelli, un percorso “senza compromessi, per diventare il brindisi degli italiani”. I brindisi più belli? “Quello dell’Italia al Mondiale del 1982, quello ufficiale per 150 anni dell’Unità d’Italia con il Presidente della Republlica, e tanti altri, fino a quelli della F1, come l’ultimo, dove ero sul podio, con Carlos Sainz e la Ferrari. Ma è bello essere il brindisi di tutti, legati ad emozioni positive”. |
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