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WineNews
N. 3.128 - ore 17:00 - Venerdì 2 Aprile 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il futuro, tra bio e “cru” di Sangiovese
La tenuta sul mercato, nonostante tutto, la crescita della produzione, ed un percorso che non si ferma per diventare la prima denominazione italiana tutta biologica, come già lo sono in realtà tutte le sue aziende. È il percorso della Doc Valdarno di Sopra, piccola chicca del vino di Toscana, tutelata dal Consorzi guidato da Luca Sanjust, produttore con una della cantine simbolo della denominazione, la Tenuta Petrolo. Nel cui futuro, come il quello di una parte della Toscana, c’è un investimento maggiore sui grandi “cru” di Sangiovese, “per i quali c’è una attenzione crescente nel mondo” (l’intervista completa nell’approfondimento).
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Primo Piano
Antinori, Planeta, Frescobaldi, Gaja, Sassicaia e Tignanello: i marchi italiani al top nel mondo
Antinori si conferma il top brand del vino italiano nel mondo, mentre Planeta, nome icona del vino di Sicilia, è quello che cresciuto di più in assoluto, e nella visione del trade internazionale rappresenta il meglio dell’Italia enoica insieme a grandi nomi come Frescobaldi, Gaja, Sassicaia e Tignanello (ancora di Antinori). È il verdetto della “The Most Admired Wine Brands 2021” del magazine americano Drinks International. Una classifica 2021 che al top assoluto vede la Spagna, con Familia Torres al n. 1, stata selezionata da una “academy” di esperti, operatori e Master of Wine di 48 Paesi del mondo. Con la peculiarità, guardando all’Italia, che si tratta di cantine legate a famiglie che hanno fatto la storia del vino italiano. Come detto, primo marchio italiano in assoluto, al n. 9 della classifica, si conferma Antinori, oggi guidata dalla 26esima generazione della famiglia, ovvero Albiera, Allegra e Alessia, insieme al padre, il marchese Piero Antinori, e al ceo Renzo Cotarella, ed unica realtà italiana a contare due brand tra i primi 50 al mondo, visto che al n. 49 c’è Tignanello, uno dei gioielli di Antinori. Alla posizione n. 17, invece, c’è Planeta, che ha segnato il rinascimento del vino siciliano, realtà fondata agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso da Diego Planeta, “con il quale idealmente vogliamo condividere questo premio”, commenta a WineNews Alessio Planeta, che oggi guida la cantina con Francesca e Santi Planeta. Posizione n 24, invece, per un altro nome che è storia del vino italiano, quello di Frescobaldi, gruppo con al vertice Lamberto Frescobaldi (e a cui di recente “Wine Spectator” ha dedicato la sua copertina nel numero di Aprile 2021). Al n. 26, ancora, una delle new-entry più clamorose, quella di Gaja, brand che da decenni è considerato tra i più importanti del vino italiano, grazie al lavoro di Angelo Gaja, che oggi conduce la cantina con i figli Gaia, Rossana e Giovanni. Posizione n. 40, invece, per un altro mostro sacro, il Sassicaia della Tenuta San Guido, guidata dalla famiglia Incisa della Rocchetta, da Nicolò e dalla figlia Priscilla insieme ai cugini, e con il direttore Carlo Paoli. Tutte prestigiose aziende di grandi famiglie del vino italiano, che, insieme ad altre, hanno portato in alto, negli anni, la reputazione dell’Italia del vino nel mondo ai massimi livelli.
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Vinitaly riparte dalla Cina
Dopo la prima tappa in Russia, la roadmap 2021 di Vinitaly prosegue in Cina, un mercato che vede le esportazioni tricolori nel 2020 superare di poco i 100 milioni di euro, con una quota del 6,3%, il potenziale di crescita è notevole. Veronafiere inaugura domani, a Chengdu, il nuovo calendario della promozione internazionale firmato Vinitaly nel Paese del Dragone, con un fuorisalone all’Intercontinental Hotel. Quattro giornate, dal 3 al 6 aprile, dedicate interamente al business e alla formazione dei professionisti del settore vitivinicolo, con quattro Consorzi, 700 etichette, otto dei primi dieci gruppi vitivinicoli in Cina per fatturato e 10 masterclass in programma. L’obiettivo - ovviamente - è accompagnare e supportare le aziende italiane, facendo scoprire a importatori, distributori e canale Horeca cinesi la varietà e l’eccellenza del vino made in Italy.
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Focus
Liv-ex: l’Italia vale il 17% del mercato dei fine wine
L’Italia dei vini da investimento è definitivamente sbocciata sul mercato secondario. A confermarlo, i dati del primo trimestre 2021 del Liv-ex, l’indice di riferimento del mercato secondario dei fine wine, periodo in cui il valore delle bottiglie scambiate sul Liv-ex è cresciuto del +124,8% sui primi tre mesi del 2020, ed il numero dei buyer è balzato del 45%. L’Italia è arrivata a rappresentare il 17% delle quote di mercato a valore, in crescita dal 15,1% del 2020 e dall’8,8% del 2019. Come nel 2020, il Barolo è la denominazione più scambiata in Italia, la Toscana rimane al secondo posto, il Brunello di Montalcino, sfruttando l’onda delle ultime due incredibili annate in commercio - la 2015 e la 2016 - balza al terzo, davanti a Bolgheri e Barbaresco, ma ormai sono ben 40 le denominazioni o indicazioni geografiche scambiate sul Liv-ex, quasi il doppio del 2020. E il giro d’affari delle etichette italiane ha superato i 10 milioni di euro, raggiungendo a valore la Borgogna. Nella top ten delle etichette più scambiate, a valore, di questa prima parte dell’anno, c’è qualche sorpresa. In vetta, c’è infatti il Redigaffi 2018 di Tua Rita, seguito dal Sassicaia 2018 di Tenuta San Guido e dal Barolo Monfortino Riserva 2014 di Giacomo Conterno, re delle aste e tra le griffe più ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.
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Cronaca
Braida, 146 querce per il domani
Piantare 146 querce, per guardare al futuro. Lo ha fatto Braida, griffe della Barbera della famiglia Bologna, che nei giorni scorsi ha piantato 146 piante di Quercus Sessilis, provenienti dal dipartimento francese dell’Allier, in un appezzamento di terra di un ettaro e mezzo di estensione, che daranno vita, negli anni, ad alberi slanciati e ampi, i cui fusti sono perfetti per essere trasformati un domani in barrique. Un dono per le prossime generazioni, visto che gli alberi, per crescere, impiegheranno tra i 100 e i 150 anni.
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Wine & Food
La solidarietà degli chef tra il San Raffaele e la crisi idrica subsahariana
I fuochi sono spenti, o comunque al minimo, quello consentito dal delivery, ma il cuore degli chef del Belpaese non si ferma mai. Carlo Cracco, Claudio Sadler, Cristina Bowerman sono tra i tanti che hanno aderito all’iniziativa “Water of Africa”, condividendo l’appello di Azione contro la Fame, che ha riacceso i fari sull’acqua contaminata da batteri, parassiti e virus bevuta, nell’Africa Subsahariana, da 319 milioni di persone. Gli chef stellati Chicco e Bobo Cerea e Giuseppe Iannotti, insieme al pastry chef Roberto Rinaldini, hanno invece firmato una cena delivery stellata per sostenere la ricerca scientifica sulla Dieta Mediterranea dell’Istituto di Ricerca Urologica (Uri) dell’Irccs Ospedale San Raffaele, che è possibile acquistare da casa in tutta Italia, grazie a box che arriveranno a domicilio, dotate di istruzioni per finalizzare la preparazione dei piatti sottovuoto.
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WineNews.tv
Promozione e ristorazione: gli Stati Uniti ripartono, una buona notizia per il vino italiano
Da Miami a New York, il vino italiano getta le basi della ripresa, ripartendo dal primo mercato di esportazione, quello Usa, dove si torna a respirare un po’ di normalità, anche negli eventi di promozione, come racconta a WineNews Marina Nedic, alla guida della Iem. A fare un quadro più ampio è invece Antonino Laspina, direttore Ice New York. Infine, il punto di vista della ristorazione italiana in Usa nelle parole del patron del Gattopardo di New York, e presidente del Gruppo Italiano Ristoratori e Distributori Gianfranco Sorrentino.
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