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N. 2.770 - ore 17:00 - Mercoledì 6 Novembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Oltre al vino, dai vigneti del Belpaese nasce un distillato prezioso, meno celebrato ma capace di raggiungere vette d’eccellenza assoluta, come racconta la storia della grappa Nonino, che dagli anni Settanta ha puntato sul monovitigno per fare del distillato di vinacce uno spirito di qualità, al pari di Cognac e Whisky, capace di conquistare i mercati e la critica internazionale, fino alla vetta dello “Spirit/Brand Distillery of the Year” 2019 dei “Wine Star Award” del magazine americano “Wine Enthusiast”. Un risultato che è il giusto riconoscimento ad una storia di lavoro e pionierismo, ben interpretata da Giannola Nonino, “Nostra Signora della grappa” per Gianni Brera. |
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5 ristoranti per 8 stelle, compreso l’undicesimo tristellato del Belpaese, l’Enrico Bartolini al Mudec di Milano: è Enrico Bartolini lo chef più stellato d’Italia, che, nell’edizione 2020 della Guida Michelin, vede salire da 2 a 3, il massimo, le stelle del suo ristorante milanese, ed a 2 quelle del Glam di Venezia (resident chef Donato Ascani), oltre alle conferme stellate per la Trattoria Enrico Bartolini nella Tenuta La Badiola del Gruppo Terra Moretti, per il Ristorante Casual di Bergamo e per la Locanda del Santuffizio a Cioccaro di Penango. In un’edizione della guida che vede confermati tutti gli altri 10 tristellati, con il Mudec che si unisce ad Uliassi a Senigallia, al St. Hubertus di Norbert Niederkofler, al Piazza Duomo di Alba di Enrico Crippa, al Da Vittorio a Brusaporto dei fratelli Cerea, al Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio della famiglia Santini, al Reale a Castel di Sangro di Niko Romito, all’Enoteca Pinchiorri a Firenze di Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde, all’Osteria Francescana a Modena di Massimo Bottura, alla La Pergola del Rome Cavalieri di Heinz Beck ed a Le Calandre a Rubano dei fratelli Alajmo. Una guida che registra anche due nuovi ristoranti a 2 stelle, riconoscimento che, oltre al Glam, è stato assegnato a La Madernassa di Michelangelo Mammolotti, a Guarene. E che racconta anche di stelle perdute, con 4 locali che passano da 2 a 1 stella, con il caso più roboante che riguarda uno dei padri nobili della grande cucina italiana, Gianfranco Vissani, che vede il Casa Vissani di Baschi scendere ad una stella, insieme alla Locanda Margon di Trento, per cambio chef, al Ristorante al Sorriso di Soriso (Novara), e alla Locanda Don Serafino di Ragusa. Ma sono tanti, 22, anche i locali che, per chiusura, cambio chef o declassamento, perdono l’unica stella che avevano. Nel complesso, diventano 374 i ristoranti stellati, di cui 11 con tre stelle, 35 con 2 stelle, e 328 (con 30 new entry) con 1 stella. Rimane la Lombardia la regione più stellata, con 6 novità e 62 ristoranti (tre con 3 stelle, 5 con 2 stelle e 54 con 1 stella), davanti al Piemonte con 46, alla Campania con 44, alla Toscana con 40 ed al Veneto con 37. Mentre l’Emilia Romagna, che da anni in partnership con la Michelin ospita la presentazione della guida, per due anni a Parma, e quest’anno a Piacenza, con 33 locali, è regina dei Bib Gourmand. |
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La filiera agroalimentare estesa (agricoltura, industria di trasformazione, intermediazione, distribuzione e ristorazione) è il primo settore economico del Paese, e genera un fatturato totale di 538,2 miliardi di euro ma, come racconta lo studio “La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia” di “The European House - Ambrosetti”, la quota della distribuzione è poco più di un quarto di quella dell’industria di trasformazione, e quella dell’agricoltura poco meno della metà. In soldoni, su ogni 100 euro di consumi alimentari degli italiani, gli utili rappresentano il 5,1% per gli operatori della filiera agroalimentare, e di questi 5 euro il 43,1% va all’industria di trasformazione, il 19,6% all’intermediazione, il 17,7% all’agricoltura, l’11,8% alla distribuzione e il 7,8% alla ristorazione |
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Artefice del Rinascimento della cucina italiana nel mondo, insieme ad una generazione di chef protagonisti di una vera e propria rivoluzione ai fornelli, Massimo Bottura negli anni ha aperto a progetti e collaborazioni di tipo diverso, in una galassia che va dall’ambito sociale a quello imprenditoriale, con tante idee in campo che vedranno la luce nei prossimi mesi. A partire, come racconta lo chef modenese a WineNews, dalla collaborazione con Gucci. “Con il progetto Gucci Osteria, nato a Firenze, andremo a gennaio a Beverly Hills, e poi a Tokyo. L’idea è quella di avere solo Refettori a Milano, Londra, Parigi e New York (con il sostegno economico di Gucci, ndr), mentre a Los Angeles, Firenze e Tokyo avremo solo le Osterie”. Fresco l’altro progetto, quello che porterà Bottura a Maranello. “John Elkann - riprende lo chef - mi ha chiesto di portare il progetto del Refettorio nella cucina del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari, accanto alla sede dell’azienda: sarà aperto a tutti gli studenti ed alle famiglie che vogliono partecipare. Nascerà quindi una mensa dietro a “Il Cavallino”, che diventerà un ristorante che rispecchi il posto che era quando ci mangiava Enzo Ferrari, lavorando sulla tradizione, ma rivolta al futuro. È un cerchio che si chiude, di etica ed estetica”. |
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Il settore del food fa volare l’e-commerce in Italia: negli ultimi 12 mesi, per i dati Netcomm Focus Food & Tuttofood, un terzo degli e-shopper italiani ha comprato online beni alimentari e bevande, e il 72% degli ordini nell’alimentare è rappresentato dal pasto a domicilio. In totale, sono 9 milioni gli italiani che acquistano cibo online, contro i 19 milioni del Regno Unito e i 18 milioni in Germania, per un totale, nel mondo, di 1,5 miliardi di e-shopper, per un valore totale di 58 miliardi di euro, 1,6 miliardi solo in Italia. |
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Come ogni anno, la presentazione della Guida Michelin porta con sé tante novità, felici e meno felici, come la bocciatura riservata a Gianfranco Vissani, tra i fornelli senza grossi dubbi uno dei padri nobili della cucina italiana, che ha visto il suo ristorante di Baschi (Terni) passare dopo tanti anni da due ad una stella. “Per loro è un gioco, per noi no - ha reagito lo chef -, ma a questo punto ce le potevano togliere entrambe, no? La Michelin è una vergogna italiana, un discorso solo commerciale. Aveva ragione Gualtiero Marchesi: ma da chi siamo giudicati? Bisognerebbe chiedersi chi è in grado di giudicare un ristorante oggi. Io dico solo che il mio è pieno e funziona, mi basta questo. Non voglio confrontarmi con altri chef, né essere giudicato da ispettori messi in piazza dai francesi”. |
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La cucina italiana, ai suoi massimi livelli, non può proprio fare a meno del vino. Che, per i gastronomi che siedono alle tavole dei ristoranti più prestigiosi, è ancora irrinunciabile per accompagnare i piatti degli chef stellati, con i consumi che crescono ed i palati che diventano sempre più esigenti, come raccontano a WineNews i sommelier della Pergola dell’Hilton di Roma, Marco Reitano, del Reale di Castel di Sangro, Gianni Sinesi, e del Pagliaccio di Roma, Matteo Zappile. |
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