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WineNews
N. 2.499 - ore 17:00 - Venerdì 28 Settembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Tartufo di Alba, si parte da 2.500 euro-chilo
Evento di portata globale, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba torna ad animare le Langhe, dal 5 ottobre, con l’edizione n. 88. Per il Re dei tuberi l’inizio della raccolta è positivo, con “l’inverno che ha creato delle risorse d’acqua, ma come sempre sono decisivi i temporali estivi - ha spiegato a WineNews Antonio Degiacomi, presidente del Centro Nazionale Studi sul Tartufo - e ce ne sono stati parecchi. La stagione, comunque, è tardiva, ed i primi tartufi non fanno testo, se ne trovano molti da lasciare nel terreno, mentre altri sono già buoni e abbastanza profumati. In termini di quotazioni è lecito aspettarsi prezzi, per ora, sui 2.500 euro al chilo”.
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Primo Piano
Niente etichette a semaforo e tasse aggiuntive, vincono buonsenso e made in Italy
Niente etichette a semaforo e niente tasse aggiuntive, all’Onu vincono la diplomazia ed il buonsenso: nel documento finale dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la riduzione delle malattie non trasmissibili entro il 2030 spariscono le restrizioni verso i prodotti agroalimentari ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale, presenti invece nella prima stesura del documento, sotto forma di etichette a semaforo e tasse, che avrebbero colpito indiscriminatamente anche i prodotti simbolo del made in Italy, come “il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano, ma anche l’olio extravergine d’oliva, che per qualcuno - commenta, a WineNews, il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio - andavano paragonati al tabacco. Ma se l’Unesco ha dichiarato a Dieta Mediterranea Patrimonio immateriale dell’Umanità, come possiamo pensare che possa far male?”. Scampato pericolo per un settore che vale l’11% del Pil nazionale, con un volume di affari di 132 miliardi di euro nel 2017, di cui 41 miliardi dall’export, per la soddisfazione dell’intero sistema Paese, capace di fare squadra in sede internazionale, sotto la regia della Farnesina, e di raccogliere i frutti di uno sforzo condiviso. Federalimentare “esprime grande soddisfazione per la cancellazione del richiamo a strumenti dissuasivi come etichettatura a semaforo (o penalizzante) e tasse per prodotti contenenti sale, zucchero o grassi”; positivo anche il commento della Coldiretti, secondo cui “è stata sventata una pericolosa deriva internazionale per mettere sul banco degli imputati i principali prodotti del Made in Italy a causa del loro contenuto in sale, zucchero e grassi anche con l’apposizione di allarmi, avvertenze o immagini shock sulle confezioni per scoraggiarne i consumi”. Come detto, dal “Political Declaration of the third high-level meeting of the General Assembly on the prevention and control of non-communicable diseases” spariscono anche gli obblighi fiscali, come la cosiddetta Stax (Sugar, tobacco and alcohol tax), con l’azione dell’Oms che si concentrerà invece sull’informazione rivolta ai consumatori, attraverso campagne mediatiche su cosa fa male alla salute e cosa no.
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Giv-Granarolo, “l’alleanza del vino e del latte”
La distribuzione, per il successo di un’azienda, è un fattore cruciale. Ed in un mercato sempre più competitivo a livello mondiale, c’è chi percorre strade insolite, come quella di un’alleanza tra “latte e vino”. Va in questo senso la partnership tra il Gruppo Granarolo, uno dei grandi nomi della produzione lattiero-casearia italiana (con un fatturato 2017 di 1,3 miliardi di euro), ed il Gruppo Italiano Vini (Giv), la realtà più grande del vino tricolore (15 cantine di proprietà in 11 Regioni, dalla Valtellina alla Sicilia, 1.651 ettari di vigneti ed un fatturato 2017 di 385 milioni di euro, il 70% dall’export), per crescere in un mercato piccolo, ma dall’alto valore aggiunto, come la Svizzera. E, così, Giv ha acquisito da Granarolo l’11% di Comarsa SA, leader nella distribuzione di prodotti alimentari italiani in terra elvetica. Al Gruppo lattiero caseario il restante 89% della società.
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Focus
La Brexit e l’agroalimentare italiano nel Regno Unito
La Brexit, e soprattutto l’incertezza di come si concretizzerà, a pochi mesi dal crocevia del marzo 2019, crea non poche preoccupazioni all’Italia del wine & food. Con un valore superiore ai 3 miliardi di euro, il Regno Unito rappresenta il quarto mercato per l’export agroalimentare italiano, e addirittura il primo per prodotti come il Prosecco (4 bottiglie su 10 esportate finiscono in terra albionica), pelati e polpe di pomodoro (20% dell’export a valore). Senza contare che un terzo delle esportazioni made in Italy nel mercato Uk riguardano prodotti Dop e Igp. A sei mesi dalla data ufficiale del divorzio del Regno Unito dall’Unione Europea, e ancora in mancanza di un accordo sulle modalità di uscita, è il quadro che emerge dal Forum Agrifood Monitor di Nomisma e Crif. La Gran Bretagna è il nostro mercato di export alimentare più importante, dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Un mercato che nell’ultimo decennio ha aumentato i propri acquisti di prodotti del made in Italy del 43%, ben più di quanto fatto nei confronti dei nostri concorrenti francesi o olandesi, ma meno rispetto a quelli spagnoli o tedeschi (+55%). Numeri importanti, che tengono sulla corda interi comparti e territori (per Regioni come Veneto e Campania, per esempio, il Regno Unito vale il 15% dell’export regionale).
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Cronaca
Tedeschi, profumi e aromi tra vigneto e varietà
Da uve e terreni diversi, profumi ed aromi diversi nel bicchiere. Aspetto noto, che Tedeschi, griffe dell’Amarone, ha voluto approfondire insieme al Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, studiando le proprie uve ed i propri vigneti. Così, gli aromi fruttati si ritrovano soprattutto nelle uve dei vigneti Monte Olmi e La Fabriseria, mentre i vini ottenuti nella zona di Maternigo hanno una evidente nota di pesca, frutta cotta e spezie dolci. In termini varietali, se la Corvina è floreale e balsamica, il Corvinone è più fruttato.
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Wine & Food
Tra gusto, eccellenza e solidarietà, tanti eventi wine & food nel Belpaese
Tra educazione al gusto e beneficenza, tra eccellenze del territorio e la voglia di rendere il cibo e l’agricoltura anche un momento sociale e solidale, il weekend alle porte, accompagnato dal bel tempo, offre tante opportunità agli appassionati: dalla  Bio*Sagra for kids 2018, il 30 settembre, a Fioranello (Roma), alla “Granfondo” del Gallo Nero, nel Chianti Classico, lo stesso giorno, passando, il 29-30 settembre, per i “Caseifici Aperti” del Parmigiano Reggiano, in tutto il suo territorio, per “Cucine Aperte” in Puglia, by “La Puglia è Servita”, e “Culinaria”, tra arte e cibo, a Roma. Arrivando, all’inizio della prossima settimana, il 4 ottobre, a “Tutto il Gavi a Genova”, edizione n. 2 dell’evento che avrà anche un risvolto benefico, con una raccorta fondi per gli sfollati dopo il crollo del Ponte Morandi.
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WineNews.tv
La Dieta Mediterranea vince la battaglia sul semaforo, bocciato anche dall’Oms
“A livello internazionale assistiamo ad una diatriba alimentare che va avanti da almeno un millennio, in cui i Paesi del Nord Europa si contrappongono a quelli del bacino del Mediterraneo mettendo via via alla gogna persino prodotti come l’olio extra vergine d’oliva, che vanta composti benefici del tutto assenti in altri tipi di grassi. L’allarme prodotto dai semafori rischia di creare un consumatore che, incapace di destreggiarsi tra gli scaffali, sarebbe “costretto” a comprare prodotti già calibrati dall’industria alimentare”.
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