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N. 2.725 - ore 17:00 - Martedì 3 Settembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il vino italiano e l’alta moda tricolore sono due dei fiori all’occhiello del Belpaese, due mondi che portano alto il nome della produzione made in Italy. E che spesso si incontrano: Dolce & Gabbana ha scelto uno dei territori del vino più prestigiosi e conosciuti al mondo, quello di Montepulciano e del suo vino Nobile, per lo spot del suo nuovo profumo maschile. Dopo il faraglione di Capri, e Ragusa Ibla, in Sicilia, il duo di stilisti ha lanciato la pubblicità, con protagonista l’influencer e modello Mariano Di Vaio, diretto dal fotografo Mariano Vivanco, girata a luglio nel borgo toscano, con un ruolo da protagonista riservato alla vigna della cantina Canneto. |
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La Toscana del vino è uno dei brand enoici più forti dell’enologia made in Italy nel mondo, con i suoi tanti territori ricchi di storia, e la qualità dei suoi vini, universalmente riconosciuta. Eppure, sembra che in un mercato mondiale sempre più articolato e difficile, nessuno possa godere di “rendite di produzione”. Nemmeno il “Granducato” enoico, il cui export, nel 2018, ha sfiorato i 980 milioni di euro (fonte Istat) che, dai dati in possesso di WineNews, vede le vendite delle sue denominazioni perdere il -3,7% tra gennaio e luglio 2019 sullo stesso periodo del 2018 (tenendo conto di un parametro indicativo come il numero di fascette richieste dai produttori, ndr). Un trend generalizzato, seppur con delle differenze. L’ unica grande Denominazione rossista a vedere crescere le vendite nel 2019, di fatto, è la più “internazionale” di tutte, ovvero Bolgheri, che forte del successo planetario dell’uvaggio bordolese, mette a segno il +16%. Tiene, sostanzialmente, il Chianti Classico, e si difende anche il Chianti (-3%), così come reggono botta la Maremma Toscana (-5%), il Morellino di Scansano (-6%) ed il Nobile di Montepulciano (-7%, mentre il Rosso di Montepulciano perde solo il -1%). In flessione anche il Brunello di Montalcino che fa segnare il -27%, ed il Rosso di Montalcino il -15% - un andamento in parte imputabile all’entrata in commercio della sfortunata vendemmia 2014, non eccelsa dal punto di vista qualitativo (con molti produttori che non hanno fatto né Riserva né “Vigna”), e non abbondante dal punto di vista quantitativo, ma non solo - e segno meno anche per Val d’Arno di Sopra (-15%), Montecucco (-37%) e Orcia (-54%). Piccola nota positiva, infine, dalla denominazione bianchista più importante della Regione, quella della Vernaccia di San Gimignano, che segna il +1%. Numeri relativi ad un parte importante dell’anno, che non devono essere fonte di allarme, ma, sicuramente, di qualche riflessione per il futuro. |
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Sempre meno “nicchia”, sempre più realtà economica di grande rilevanze, oltre che filosofia di vita e produttiva: il biologico si fa strada nel mondo ed in Italia. Secondo i dati Nomisma per l’Osservatorio Sana 2019 (il Salone del Biologico e del Naturale, a Bologna dal 6 al 9 settembre), le vendite del Biologico in Italia, nel 2018, hanno superato i 4 miliardi di euro, con la stragrande maggioranza dedicato al consumo domestico, con una crescita importante dei prodotti freschi. Un valore importante, che rappresenta un +5,3% sul 2017, ma addirittura un +171% sul 2018. In Italia, il 51% degli italiani, consuma alimenti biologici almeno una volta a settimana. Ed ancora di più, in 10 anni, è cresciuto l’export “biologico” made in Italy, che ha superato i 2,2 miliardi di euro nel 2018 (primi in Ue, secondi nel mondo dopo gli Usa), a +10% sul 2017, e addirittura +597% sul 2008. |
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Come ogni evento glamour che si rispetti, anche la Mostra del Cinema di Venezia n. 76 ha tra gli ospiti d’onore le bollicine dello Champagne: Moët&Chandon è sponsor ufficiale dell’evento, e firma tutti gli eventi più esclusivi della settimana, a partire dal Gala Dinner d’apertura, andato in scena il 28 agosto, in onore di Catherine Deneuve e Juliette Binoche, che ha visto partecipare anche la madrina di quest’anno, l’attrice italiana Alessandra Mastronardi. Ma il lato enoico del cinema veneziano è anche made in Italy. A partire dalla Umberto Cesari, che ha partecipato da exclusive partner al prestigioso Premio Kinéo, dedicato ai “diamanti al cinema”, nella sezione “miglior attrice non protagonista”, vinto in ex aequo da Anna Ferzetti per Domani è un altro giorno, e da Elena Cucci per Se son rose. Nei calici, è la volta delle bollicine tricolori: quelle di Equipe5 (Cantina di Soave, che ha brindato a Venezia anche con i vini di Rocca Sveva) sono le protagoniste nell’Italian Pavilion, mentre il Prosecco Doc ruba i riflettori dello spazio della Regione Veneto. Non solo brindisi però, il vino italiano a Venezia è protagonista anche delle pellicole presentate: “The Wine Spies” con Charlie Arturaola, e “Smell and Smile”, con tra i protagonisti il Sagrantino di Montefalco. |
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Dopo anni di crescita, in Uk, nel 2018, è diminuito il consumo di spumanti, giù del -1%. Nello stesso tempo, però, è cresciuto il prezzo medio della bottiglia acquistata: +4%. E se nel complesso è diminuito il numero dei consumatori (da 26 a 24,6 milioni di persone), è aumentato quello dei giovani: gli under 35 rappresentano il 31% del totale, passati da 7 a 7,6 milioni di persone. E sebbene crescano, gli spumanti Uk, per ora, non insidiano le due bollicine al vertice per frequenza di consumo, ovvero Prosecco (82%) e Champagne (60%). Così Wine Intelligence. |
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Alla vigilia dell’Alto Adige Wine Summit 2019, che, dal 5 all’8 settembre, a Bolzano e dintorni, racconterà l’eccellenza del vino altoatesino, arriva la classifica di Weinwirtschaft delle migliori cooperative del territorio. Al vertice, a pari-merito, due eccellenze assolute, la Cantina Tramin (che, con l’Epokale 2013, conquista la palma di migliore vino in assoluto) e la Cantina di Terlano, una delle più prestigiose realtà del territorio, anche grazie alla sua collezione, quasi unica, di vecchie annate. “Il mondo cooperativo altoatesino è di altissimo livello, decisamente superiore a quello del resto d’Italia, soprattutto per i bianchi”, ha commentato Hermann Pilz, caporedattore di Weinwirtschaft. A completare la “Top 10” delle migliori cooperative dell’Alto Adige, Colterenzio, San Paolo, Andriano, Cortaccia, Merano, Caldaro, Girlan e Nals Margreid. |
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Le riflessioni della guida di Business Strategies, che da anni investe ed è presente nel Paese del Dragone: “c’è tanto da fare, puntando sulla formazione, ma non solo. I dati non devono spaventare. Tanti degli importatori che hanno chiuso i battenti, come riportano le news di questi giorni, erano davvero molto piccoli, spesso provenienti da altri settori, che nel vino si sono improvvisati. Ma è un mercato su cui si deve ancora investire”. |
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