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WineNews
N. 4.005 - ore 17:00 - Martedì 16 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
In cantina c’è ancora una vendemmia
Mentre la vendemmia 2024 si avvicina, nelle cantine italiane dimorano ancora 43,5 milioni di ettolitri di vino, poco meno di una vendemmia “media”. Dati che arrivano dall’aggiornamento al 30 giugno di “Cantina Italia” dell’Icqrf, e che raccontano di scorte di vino in calo del -12,2% sul 30 giugno 2023, ma da contestualizzare anche alla luce di una vendemmia 2023 tra le più scarse di sempre. Come di consueto, oltre la metà del vino in giacenza (il 56,4%) è Dop (Prosecco Doc in testa), mentre il 25,2% è fatto da vini Igp (con il 58,1% del totale del vino a Denominazione o Indicazione Geografica fatto da 20 denominazioni su 529).
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Primo Piano
Primo quadrimestre 2024 positivo per l’export di vino italiano: +7% a valore e +5,8% in volume
Il mercato del vino italiano nel mondo, arrivato al “giro di boa” del primo quadrimestre 2024, continua la sua marcia con il segno più davanti, mostrando una certa vitalità e guardando con fiducia al futuro, nella consapevolezza che ci sono ancora tante difficoltà. Nel periodo da gennaio ad aprile 2024, le esportazioni di vino italiano, a livello globale, hanno superato i 2,5 miliardi di euro (+7% in valore sullo stesso periodo dello scorso anno) ed i 690,76 milioni di litri (+5,8% in volume sul primo quadrimestre 2023). Nell’ultima rilevazione trimestrale il dato era +3,8% a valore e +3,2% in volume. Dai dati Istat aggiornati oggi e analizzati da WineNews si nota come gli Stati Uniti mantengono la propria leadership in quanto ad importazioni di vino italiano con 626 milioni di euro (+6% sul dato allo stesso periodo 2023, con un’impennata rispetto al +2,2% di marzo), davanti alla Germania che, con 375,6 milioni di euro (+1,9%), è il primo partner europeo e il secondo mondiale, recuperando il dato negativo (-2,2%) rilevato a marzo. Completa il podio il Regno Unito, Paese che tra i “big” fa il balzo più avanti (+11,5%) con circa 246,5 milioni di euro di importazioni, continuando un trend di crescita notevole. Il primo “bollettino” negativo si trova con la Svizzera (-3,3%), per un valore di 130,7 milioni di euro, mentre il Canada che continua la sua risalita (+11,4%) con 115,7 milioni di euro di import nel quadrimestre. Boom della Russia che, rispetto ad un anno fa, passa da 45,5 milioni di euro di importazioni a 102,8 milioni nei primi quattro mesi (+125,7%). Va ancora giù la Francia (-6,4%) con poco più di 100 milioni di euro di valore delle esportazioni per l’Italia, bene i Paesi Bassi (+5,9%, 79,3 milioni di euro), stabile il Belgio (69,87 milioni di euro). A chiudere la “top ten” c’è la Svezia con 63,6 milioni di euro in valore nel primo quadrimestre (-3,3%). Capitolo Asia: il Giappone supera i 61,2 milioni di euro di importazioni con +14,15% rispetto ad un anno fa; la Cina, invece, è progredita poco (+1,2%), totalizzando, in valore, 29,3 milioni di euro. Da sottolineare, a livello complessivo, la crescita della categoria “vini spumanti di uve fresche” (+11,2%) per un valore di 684 milioni di euro, trainata dal fenomeno Prosecco Dop (+11,2%) che, con 519 milioni di euro, copre circa un quinto delle importazioni di vino italiano nel mondo.
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Dehors, a Firenze decide il Tar
Se a partire dal 2020, con la pandemia, i dehors sono stati oggetto di ampie liberalizzazioni nelle strade e nelle piazze del Belpaese (la legge 214/2023 ha prorogato fino al 31 dicembre 2024 il regime di semplificazione che permetterà di non richiedere l’autorizzazione paesaggistica e culturale per gli spazi esterni), iniziano a farsi strada le eccezioni: a Firenze il Tar ha dato ragione ad un condominio che ha chiesto, nonostante l’autorizzazione già concessa dal Comune, la rimozione degli ombrelloni e delle pedane di un’enoteca in Piazza Santa Maria Novella. Un caso che potrebbe fare scuola anche in altre città, visto che i dehors possono rappresentare da un lato una strategia di recupero per zone degradate, dall’altro un elemento di disturbo per chi vive nei paraggi di bar e ristoranti, specialmente in estate con l’intensificarsi della movida.
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Focus
Valpolicella, sempre più in cerca di leggerezza
Il mercato dà indicazioni chiare. In un momento delicato per il vino, in particolare rosso, nel primo semestre di quest’anno il Valpolicella, il vino più “contemporaneo”, fresco e leggero del celebre territorio veneto, dove il vino muove un’economia di 600 milioni di euro all’anno, ha raggiunto una produzione di quasi 9,5 milioni di bottiglie (+0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023), un dato sostanzialmente in linea con quello pre-pandemico del 2019, a fronte del rallentamento di Amarone e Ripasso. Emerge dal focus socioeconomico della principale denominazione rossa del Veneto, presentato dal Consorzio vini Valpolicella in mattinata alla stampa e ai consiglieri regionali della Regione a Palazzo Ferro Fini, a “Venezia Superiore” 2024, seconda edizione in laguna della manifestazione dedicata proprio al Valpolicella, di scena oggi, con un walk around tasting alla Loggia maggiore della Pescheria di Rialto (dalle 18 alle 23) che propone a enoappassionati e turisti un walk around tasting con 42 referenze, tra Valpolicella e Valpolicella Superiore, di 30 aziende. Un vino su cui il Consorzio punta molto, esortando i produttori a fare vini sempre più leggeri e ad abbassare la gradazione alcolica, e anche a servirlo freddo, in estate, come spiegato a WineNews dal presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini (in approfondimento).
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Roma Doc
Cronaca
Intesa Sanpaolo, 4 milioni per Abfv
Intesa Sanpaolo finanzia con oltre 4 milioni di euro lo sviluppo delle cantine del gruppo Abfv Italia, dell’imprenditore argentino Alejando Bulgheroni, che in Toscana possiede Dievole nel Chianti Classico, Poggio Landi a Montalcino e Tenuta le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri. Il finanziamento verrà impiegato per l’attività ricettiva e lo sviluppo dell’attività vitivinicola: in particolare per il Wine Resort di Dievole con la realizzazione di 14 nuove unità ricettive, e nel reimpianto di vigneti nel Chianti Classico, a Montalcino e a Bolgheri.
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Wine & Food
L’export agroalimentare made in Italy va veloce: +9% a valore nei primi cinque mesi 2024
Un inizio a velocità sostenuta tanto che un nuovo primato è all’orizzonte. Se il trend di crescita dei primi cinque mesi dell’anno verrà infatti mantenuto, le esportazioni agroalimentari made in Italy potrebbero sfiorare, nel 2024, la quota record di 70 miliardi di euro in valore. A dirlo è una proiezione Coldiretti su dati Istat relativi al periodo gennaio-maggio 2024: i prodotti agroalimentari fanno registrare una crescita complessiva del 9% nei primi cinque mesi, in controtendenza rispetto al dato generale (-0,1%). Tra i principali Paesi acquirenti, la crescita più consistente è quella sul mercato statunitense (+19%), il primo sbocco extra Ue, ma bene anche Gran Bretagna (+9%), Germania (+5%), Francia (+3%), Cina (+15%) e Russia (+23%). Il vino traina l’export, davanti all’ortofrutta trasformata, formaggi, pasta e altri derivati dai cereali, frutta e verdure fresche, olio d’oliva.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Qualche segnale positivo c’è, ma le difficoltà, per il mercato del vino, non sono superate
Calo dei consumi, costo del denaro, salutismo e burocrazia frenano la ripresa, secondo i produttori italiani (incontrati, da WineNews, a VinoVip 2024, a Cortina). Ma l’ottimismo e la capacità di cambiare, per chi fa impresa, sono d’obbligo. Le riflessioni di Raffaele Boscaini (Masi), Marianna Velenosi (Velenosi), Michele Bernetti (Umani Ronchi), Marilisa Allegrini (Marilisa Allegrini), Luca Rigotti (Mezzacorona), Marzia Varvaglione (Varvaglione 1921) e Alessandro Marzotto (Santa Margherita).
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