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WineNews
N. 4.125 - ore 17:00 - Mercoledì 8 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Vino Ue, frena l’export in Asia
Non sono passati tanti anni da quando l’Asia veniva considerata la grande speranza per il mercato del vino, un “feeling”, però, che nel tempo non è mai del tutto sbocciato. Tanto che il trend al ribasso ha riguardato anche il 2024, con una frenata importante per l’export del vino europeo in Cina continentale, Hong Kong, Giappone e Corea del Sud che hanno, infatti, registrato cali significativi, secondo l’analisi by “Vino Joy News”, basata sui dati pubblicati da Eurostat. E, da gennaio a ottobre 2024, le esportazioni di vino dell’Ue verso la Cina continentale hanno totalizzato 456 milioni di euro, -12,48% sullo stesso periodo 2023 (in approfondimento).
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Primo Piano
Il 2024 da dimenticare dei fine wines: chiusura in perdita intorno alla doppia cifra per il Liv-Ex
In profondo rosso fino a novembre 2024, gli indici del Liv-Ex hanno chiuso l’anno appena passato con un tonfo che in molti casi sfiora il -10%, in alcuni lo supera anche, con l’Italia che si difende meglio degli altri, come successo lungo tutto l’anno, ma chiude comunque poco sotto il -7%. È un verdetto impietoso, per investitori e collezionisti in fine wines, quello degli ultimi dati dello scorso anno del Liv-Ex, la piattaforma inglese ritenuta il riferimento di questo peculiare mercato. Il Liv-Ex 100, indice di riferimento, ha fatto segnare il -9,1% (ne fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Barbaresco 2019 di Gaia, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, il Redigaffi 2020 di Tua Rita, l’Ornellaia 2020 ed il Masseto 2019 e 2020 del gruppo Frescobaldi), che diventa -21,9% in due anni. Ancora peggio fa il Liv-Ex 1000, il più ampio degli indici, a -11,7% nel 2024 e -23,7% negli ultimi due anni. Con le perdite clamorose, tra gli altri, del Burgundy 150 (-15,2%), dello Champagne 50 (-11,7%), del Bordeaux 500 (-11,3%), e con segno negativo per tutti gli altri sotto indici, nessuno escluso. Nemmeno l’Italy 100, che poco si consola con la palma del “meno peggio”, con una calo del -6,8% nel 2024 (e che sale a -12,4% negli ultimi due anni), per l’indice composto dal Barolo di Bartolo Mascarello di tutte le annate dalla 2010 alla 2019, così come del Barbaresco di Gaja, dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno delle annate 2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015, dal Barolo Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa 2000, 2001, 2004, 2007, 2008, 2011, 2012, 2014, 2016 e 2017, e ancora di tutte le annate dalla 2011 alla 2020 di Sassicaia, Solaia, Tignanello, Ornellaia e Masseto, e del Flaccianello della Pieve di Fontodi. Un “bilancio” di fine anno 2024 che conferma tutte le difficoltà del mercato del vino, anche nell’altissimo di gamma. Sperando che il 2025 abbia, da subito, per quanto difficile, un andamento del tutto diverso e di ripresa.
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Tra Dry January e Veganuary
Tra i più buoni propositi di inizio anno c’è quello di uno stile di vita healthy e sostenibile: mangiare più frutta e verdura, fare attività fisica ricaricandosi con alimenti corretti e pensare maggiormente alla salute. Ma ai classici regimi dimagranti o detox, si aggiungono due trend che stanno prendendo sempre più piede a livello internazionale: “Veganuary”, la challenge nata in Uk nel 2014, che ha già ispirato milioni di persone in tutto il mondo a provare un’alimentazione vegetale, e “Dry January”, che prevede un mese intero, ovvero gennaio, di astinenza dall’alcol. Intanto gli alimenti più ricercati per il 2025 sono già virali sui social: sani ma anche gustosi, adattogeni e nutrienti. Dai cibi “plant based” a quelli fermentati, dalle bevande idratanti alle alternative al caffè, passando per le spezie orientali. Con il macrotrend del “salutismo” che diventa sempre più forte. 
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Focus
Santa Margherita cresce ancora in Oregon, con Marsh Estate
Gli Usa restano il mercato del vino più importante del mondo, anche per l’Italia. E l’Oregon uno dei suoi territori più in crescita. E Santa Margherita, che a gennaio 2022 ha acquisito una delle sue cantine più blasonante, la Roco Winery, cresce ancora, con l’acquisto della vicina Marsh Estate, che con oltre 21 ettari nel cuore di Yamhill-Carlton, offre un immenso potenziale per espandere l’impronta di Roco nella regione. Uno step importante, che arriva dopo l’acquisizione della cantina fondata nel 2003 da Rollin Soles e Corby Stonebraker-Soles, Roco Winery (il cui Metodo Classico Rms Brut Delayed Disgorgement 2013 è stato incoronato n. 1 della “The Enthusiast 100” 2024 di “Wine Enthusiast”), da parte di Santa Margherita Usa, consociata e interamente controllata da Santa Margherita Gruppo Vinicolo, tra le più importanti realtà del vino italiano, della famiglia Marzotto, con dieci diverse tenute nei territori più importanti del vino italiano. “Questa ulteriore acquisizione riconferma la nostra convinzione sul potenziale della Willamette Valley e della produzione vinicola dell’Oregon - dice Andrea Conzonato, ad Santa Margherita Gruppo Vinicolo - i segnali di mercato sono del tutto incoraggianti, soprattutto per la categoria spumanti e per il Pinot Nero, che incontrano appieno anche i gusti dei nuovi consumatori”. 
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Cronaca
La Gift Bag dei “Golden Globes” 2025
I “Golden Globes” 2025, nei giorni scorsi a Los Angeles, hanno fatto parlare di sé anche per un oggetto cult molto particolare: la Gift Bag by Robb Report destinata alle star vincitrici delle statuette, del valore di 1 milione di dollari, perché dentro c’erano 28 prodotti di lusso, tra lifting, viaggi in yacht e anche tre bottiglie di Liber Pater, il vino più costoso al mondo, nelle annate rare 2015 (sole 500 bottiglie), 2018 e 2019 del valore ciascuna di oltre 30.000 dollari, ed una experience nella griffe, a Bordeaux, per 272.000 dollari.
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Wine & Food
Premio Nonino a Michael Krüger, Dominique de Villepin, Ben Little e Germaine Acogny
Il Premio Internazionale Nonino a Michael Krüger, poeta e romanziere tedesco, storico direttore della Carl Hanser Verlag; il Premio Nonino a Dominique de Villepin, diplomatico, letterato e intellettuale francese, ex primo Ministro; il Nonino Risit d’Aur - Barbatella d’Oro a Ben Little, irlandese di nascita e friulano di adozione, fondatore dell’Associazione del Pignolo del Friuli Venezia Giulia; e il Premio Nonino “Maestra del Nostro Tempo” a Germaine Acogny, “madre” della danza contemporanea africana. Ecco i vincitori del Premio Nonino 2025 di scena il 25 gennaio alle Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, celebrando 50 anni di storia (dal 1975) e che è dedicato a Benito Nonino, “padre” della grappa italiana nella distilleria di famiglia oggi guidata da Giannola Nonino con le figlie Cristina, Elisabetta ed Antonella, e la nipote Francesca.
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WineNews.tv
Tra difficoltà, trend e opportunità, i mercati d’Oriente per il vino italiano
Lo stato dell’arte dai mercati più grandi come Cina e Giappone, ad altri più piccoli e promettenti come Singapore, Corea del Sud e Kazakistan, raccontati a WineNews da chi li vive e li osserva ogni giorno. Tra certezze come l’apprezzamento per i vini di Toscana, Piemonte e Veneto, e novità come la crescita dei vini del Sud, ma anche dei bianchi, in un’area dominata dai rossi, e degli spumanti, con consumatori ancora da conquistare, ma anche sempre più affascinati dalla varietà della produzione tricolore, e attenti all’abbinamento con il cibo.
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