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WineNews
N. 3.536 - ore 17:00 - Giovedì 27 Ottobre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Ecco “Barolo en Primeur” n. 2
Il prestigio del Barolo, la storia dei vigneti da cui nasce, quelli della Vigna Gustava del Castello di Grinzane Cavour, che fu del Conte Camillo Benso di Cavour, il fascino dell’acquisto “en primeur”, la firma di un grande artista, come Michelangelo Pistoletto, e la beneficenza: tutto questo è “Barolo en primeur”, che dopo il debutto nel 2021, con 660.000 euro raccolti per cause benefiche, torna di scena domani da Grinzane, in collegamento con New York, con 14 barrique in asta (e l’ultima che sarà battuta nell’Asta Mondiale del Tartufo) e 1.200 bottiglie di Barolo. Evento charity firmato da Fondazione Crc e Consorzio del Barolo.
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Primo Piano
Antinori nel Chianti Classico è la cantina più bella del mondo
L’Italia è il Paese più bello del mondo. Per le sue città d’arte, e per i suoi paesaggi, spesso disegnati dalle vigne. E ora, anche per le sue cantine. Perchè la monumentale e visitatissima cantina Antinori nel Chianti Classico, capolavoro architettonico firmato da Marco Casamonti per la famiglia Antinori, che guida uno dei nomi più importanti del vino mondiale, è la n. 1 della “World’s Best Vineyards 2022”, la classifica delle cantine più belle del mondo, rivelata a Mendoza, in Argentina. Un trionfo assoluto per il Belpaese e per uno dei sui simboli enoici, incastonato in quel Chianti Classico che è uno dei territori del vino più intatti e belli del mondo. “È un risultato che ci gratifica molto - commenta a WineNews l’ad di Antinori, Renzo Cotarella - un premio non solo per Antinori, ma per tutta l’Italia e per il Chianti Classico, ed è un ulteriore segno tangibile, della capacità della famiglia Antinori di guardare a lungo termine e oltre il tempo. Ed è un riconoscimento per una generazione, quella di Piero Antinori, che lascia un’altra perla al territorio, segno di lungimiranza, attenzione, e tanta pazienza, così come i suoi antenati hanno lasciato Palazzo Antinori a Firenze”. “Avendo seguito la sua costruzione fin dalle prime fasi, la cantina occupa un posto speciale nel mio cuore - commenta Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori - e rappresenta un importante riconoscimento per tutto l’enoturismo italiano”. Ma il trionfo di Antinori, per l’Italia, è accompagnato anche dalla cantina che ha scalato più posizioni rispetto all’edizione 2021, ovvero Ferrari Trento, leader del Trentodoc, della famiglia Lunelli, balzata dal n. 61 al n. 11. Con una top 50 in cui figura anche un’altra realtà italiana di primo piano, ovvero la siciliana Donnafugata, guidata da Antonio e Josè Rallo, new entry alla posizione n. 45. Sono 9, così, in tutto, le cantine presenti nella “Top 100” 2022 (in approfondimento), con Antinori, Ferrari e Donnafugata che si aggiungono alle già annunciate Ceretto e Gaja, icone del vino piemontese, salite rispettivamente alla posizione n. 62 e n. 65 rispetto ai risultati del 2021, e, con le new entry di griffe come Villa Sandi, al n. 70, Tenuta Cavalier Pepe al n. 74, Marchesi di Barolo al n. 90 e Tenuta San Leonardo al n. 97.
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Sovranità alimentare, parla Tor Vergata
“Il cibo tornerà a ricoprire un ruolo rilevante nelle strategie economiche del Paese. Questo vuol dire aprirsi ad un commercio internazionale vero, i cui standard sono uguali per tutti, significa tornare al valore centrale del cibo rispetto ad altro. In quest’ottica protezione e tracciabilità assumono un ruolo importante della difesa del “brand Italia” e vengono garantite attraverso l’uso della blockchain, sempre più utile per tutelare e valorizzare il made in Italy nel mondo e contrastare il fenomeno dell’Italian sounding, trend in forte crescita”. Lo ha detto la professoressa Simonetta Pattuglia, direttore del Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media dell’Università Tor Vergata a Roma. Un tema al centro del dibattito dopo che il Governo Meloni ha deciso di utilizzare la dizione “Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare”.
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Focus
Roberto Conterno, dal Monfortino ad un trattore robot 
Dal vino italiano più quotato in assoluto, il Barolo Monfortino della Giacomo Conterno, capace di spuntare prezzi stellari nelle aste e nelle più esclusive enoteche e ristoranti del mondo, ad un trattore robotico di alta tecnologia, pensato e sviluppato completamente “in casa”, il passo è tutt’altro che breve. Eppure è quello che il produttore Roberto Conterno, che guida la celeberrima cantina di Monforte d’Alba, ha saputo compiere, che un progetto che, nato concretamente in pieno Covid, nel 2020, è pronto a vedere la luce, ovvero il trattore robotico “RC3075”, progettato, nella meccanica e nei software, dalla Conterno & Bona, startup dello stesso Roberto Conterno e dell’ingegnere Federico Bona, e costruito (e pronto ad essere messo in commercio) dalla “Black Shire”. Un “porta attrezzi”, lo sintetizza Roberto Conterno, “Mister Monfortino”, a WineNews, perchè se oggi il trattore, completamente robotizzato e quindi autonomo, è già pronto per il taglio dell’erba in vigna e per la somministrazione di trattamenti, con altre attrezzature appositamente adattate sarà in grado di svolgere tutte quelle attività ripetitive e meccaniche che servono per mandare avanti il vigneto. “È un progetto in cui credo e sul quale ho investito moltissimo”, spiega Conterno, che ne racconta la genesi (in approfondimento).
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Cronaca
Un francobollo per l’olio Evo
Un cucchiaio d’olio versato a filo su una fetta di pane, con un’oliva e qualche foglia di ulivo che figurano accanto: è “l’appetitosa” grafica, di cui Fondazione Italiana Sommelier (Fis) ha curato il progetto grafico e l’ideazione per Bibenda (bozzettista Fabiana Del Curatolo), che campeggia sul nuovo francobollo realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). Ecco il nuovo francobollo dedicato all’olio extravergine di oliva in dote a Poste Italiane, che ha una tiratura limitata di 2.200 esemplari, presentato nei giorni scorsi a Roma.
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Wine & Food
Il Rinascimento come non lo avete mai visto: ecco “Storie del Vino in Palazzo Vecchio”
Entrare in Palazzo Vecchio, a Firenze, vuol dire entrare nel cuore del Rinascimento. E poter osservare, con occhi attenti, alcune delle opere pittoriche più belle legate al vino di Toscana. Come le allegorie della Vernaccia di San Gimignano, dipinta dal Vasari, che la racconta con il colle di San Gimignano, con le sue torri, e un satiro intento a bere il vino bianco più celebre della Regione, e già citato da Dante nella “Divina Commedia”. O come il Chianti, dipinto ancora dal Vasari, e raffigurato anche nel soffitto del Salone dei Cinquecento, con la sua icona più celebre, il Gallo Nero. A raccontare queste peculiarità, è “Storie del Vino in Palazzo Vecchio”, volume curato dai Musei Civici Fiorentini e da Mus. E con il sostegno di “Business Strategies” di Silvana Ballotta, che verrà presentato venerdì 28 ottobre (ore 17), proprio nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.
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Mbe Fieramente
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Il valore non solo economico, ma storico, e narrativo, delle vecchie annate del grande vino
Nei 250 anni di Masi, griffe dell’Amarone, della famiglia Boscaini, le riflessioni di wine critics come Monica Larner (“The Wine Advocate”), Herald Scholl (“Vinum”), Ray Isle (“Food & Wine”), Jens Priewe (wine expert) e del giornalista Carlo Cambi. Prendendo spunto dagli assaggi di un vino “moderno dal cuore antico” che si esprime al massimo nella longevità e non finisce mai di sorprendere, come l’Amarone della Valpolicella.
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