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WineNews
N. 2.913 - ore 17:00 - Mercoledì 3 Giugno 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Francia, 170 milioni di euro per il vino
Anche la Francia del vino fa i conti con l’emergenza Covid-19. Il Governo francese, fa sapere il sito Vitisphere, in un piano annunciato nei giorni scorsi dal Ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume, da quello dell’Economia Bruno Le Maire, e dal segretario di Stato alle Finanze, Olivier Dussopt, ha messo in campo 170 milioni di euro per la filiera enoica. 155 milioni di euro saranno destinati alla distillazione, di cui 10 milioni per i distillatori e 145 per i produttori di vino, con uno stanziamento di 78 euro ad ettolitro per i vini Dop e Igp, e di 58 euro ad ettolitro per i vini generici. Previsti anche 15 milioni di euro per il sostegno dell’ammasso privato.
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Primo Piano
Il vino italiano, alle prese con la più grave crisi economica dal Secondo Dopoguerra
Il mercato del vino italiano è alle prese con la peggiore crisi economica globale dal Secondo Dopoguerra, tra giacenze di cantina, distillazione di crisi e vendemmia verde. A dirlo a WineNews, Andrea Verlicchi, nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio, che conta 25 società affiliate, che trattano circa 15 milioni di ettolitri di vino l’anno per un giro d’affari che sfiora il miliardo di euro, e ormai protagonista della vita associativa della Uiv - Unione Italiana Vini. “La situazione è complicata, e non è facile fare delle previsioni, ma abbiamo input quotidiani e la necessità di fare i conti con ciò che sta accadendo: contratti sospesi o rivisti, pagamenti posticipati. La situazione è complessa perché si rischia di arrivare alla vendemmia con le cantine piene di vino. E questo per quanto riguarda i vini generici, che sono quelli andati per la maggiore in Gdo. Guardando ai vini a denominazione, il problema è più serio. Le scorte sono alte, specie in Veneto, ma anche in Sicilia e Abruzzo, nonostante, in certi casi, sensibili cali di prezzo. Se non verranno consumati, rischiano il declassamento andando ad appesantire il mercato del vino generico. Per la distillazione di crisi - sottolinea Verlicchi - come abbiamo fatto presente con Uiv (Unione Italiana Vini) al Ministero delle Politiche Agricole, il prezzo è troppo basso, inferiore alle quotazioni pagate per il vino per aceto. Si parla di 25-30 centesimi al litro, non ripaga neanche le spese sostenute dai viticoltori. Così, si rischia di non distillare, o distillare una piccola quota, insufficiente a risolvere il problema delle giacenze in cantina. Ci vorrebbe inoltre una misura diversa, o correttiva, a quei 100 milioni di euro stanziati per la vendemmia verde, che potrebbe non garantire i risultati sperati. Bisogna riuscire a “pulire” delle quantità di prodotto di vini a denominazione che pesano sul mercato. La normalità, intesa come ritorno ai livelli economici pre crisi, secondo la nostra e previsioni Uiv - Unione Italiana Vini, tornerà non prima della fine del 2021, per cui ci vorrà tempo, ed il comparto ne sta soffrendo, specie i vini di alta gamma. Certamente - conclude Verlicchi - bisogna fare qualcosa, perché è vero che la vendemmia è ancora lontana, ma le prospettive sono già molto positive in termini quantitativi”.
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Bordeaux 2019, annata da investimento
La crisi imposta dal Covid sta mettendo alla prova anche Bordeaux, che già prima dell’arrivo del Coronavirus registrava qualche segnale di “stanca” nei mercati mondiali (ma sempre con valori altissimi). Un dato su tutti: la quota di mercato dei fine wine sul Liv-Ex ha toccato il 41%, il dato più  basso in 20 anni. Eppure, sul fronte degli investimenti, i vini della Gironda potrebbero tornare fortemente appetibili, visto che la vendemmia 2019 di cui sono iniziati i primi rilasci “ex-chateaux” è considerata di altissima qualità, e che i prezzi dovrebbero essere decisamente più bassi di quelli delle ultime campagne (per esempio Chateau Palmer, annunciato ieri a 161 euro a bottiglia ex-negociant, è in calo del 33% sul 2018). A sottolinearlo l’analisi di Cult Wines su un “en primeur” che, per la prima volta nella sua storia, sarà virtuale e via web.
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Focus
Cina, più consumi di vino straniero in lockdown
La pandemia potrebbe aver aperto in maniera inaspettata le case dei consumatori di vini stranieri in Cina, con in consumi che, in fase di lockdown nel Paese colpito per primo dal Covid-19, sarebbero addirittura aumentati leggermente, nel complesso, per i vini fermi. Spostandosi dai ristoranti alle mure domestiche. Un fenomeno, questo, simile a quello registrato in altri Paesi, ma con delle differenze importanti. Innanzitutto, per il fatto che il consumo di vini stranieri a casa, in Cina, era una parte di consumo decisamente minoritaria, in misura molto più marcata rispetto a quanto avviene in altri Paesi. Secondo, perché i 50 milioni di cinesi che consumano vini stranieri, non solo hanno aumentato la frequenza di acquisto di questi vini, soprattutto attraverso l’on-line, che in Cina vale già oltre il 30% del mercato, e unico canale a crescere, ma hanno speso più di prima, in media, per una bottiglia. È una delle evidenze che emergono dall’ultimo report in materia di Wine Intelligence. Secondo cui il 57% degli intervistati ha detto di aver brindato on line con gli amici almeno una volta a settimana in fase di lockdown, con uno su tre che invece lo ha fatto due volte e più. Ancora, per l’immediato futuro, il 64% dei consumatori di vino programma di concedersi vini di maggior qualità, anche spendendo qualcosa in più.
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Cronaca
Le fiere chiedono date certe per ripartire
Vinitaly a Verona nel vino, Cibus a Parma nell’agroalimentare, Macfrut per l’ortofrutta ed il Sigep per la pasticceria a Rimini, e così via: sono tanti i settori in cui il sistema fieristico italiano è tra i leader mondiali. Un settore che, nel complesso, rappresenta un giro d’affari di 60 miliardi di euro all’anno in Italia, e che, tra i più colpiti dall’emergenza Covid, cerca di guardare al futuro. “Ma ora chiediamo certezze sulle date per ripartire”. A sottolinearlo, nella Giornata mondiale delle Fiere, Maurizio Danese, presidente dei Veronafiere e vicepresidente di Aefi.
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Wine & Food
Schmidt (Uffizi): “l’esperienza di arte, cucina o paesaggio non può essere solo virtuale”
“Nel lockdown abbiamo visto che per fortuna tutto può essere fruibile online anche in Italia. Ma l’esperienza dell’arte, ma anche culinaria o del paesaggio non può essere virtuale. Per questo la cultura aiuterà a ripartire”: così Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, oggi nella storica riapertura in diretta mondiale dopo l’emergenza Covid del più importante Museo italiano, chiuso solo quattro volte nell’ultimo secolo, le Guerre Mondiali, l’alluvione di Firenze del 1966, e la bomba ai Georgofili del 1993. Schmidt ha riaperto le sale, annunciando le novità dovute al contenimento della pandemia che diventano “un’opportunità per vivere un nuovo paradigma”, ha spiegato ancora una volta dopo aver lanciato per primo, da Firenze, un appello ad una trasformazione dell’esperienza di visita, dal turismo mordi e fuggi ad uno più lento ed approfondito.
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WineNews.tv
Prosecco Doc, dalla tenuta sui mercati nonostante il Covid, alle misure in campo per il futuro
A WineNews Stefano Zanette, presidente della Doc più grande d’Italia: “vendemmia in commercio solo dal 1 gennaio per dare stabilità sul fronte dei valori, perché non abbiamo problemi di giacenze. E pensavamo di farlo anche prima della pandemia. Dall’arrivo della tipologia Rosè ci aspettiamo un nuovo slancio, c’è grande attesa. Abbiamo deciso che i superi di campagna non saranno più rivendicati per produrre vino da tavola, ma mosti, succo e per la distillazione”.
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