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N. 4.232 - ore 17:00 - Mercoledì 4 Giugno 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | La vacanza non è solo sinonimo di relax, ma sta diventando sempre più un vero e proprio viaggio nel gusto: per gli italiani il piacere della tavola è un elemento irrinunciabile, tanto che il 64% considera infatti la buona cucina “molto importante” per la riuscita della vacanza. Il sogno di tutti? Una cena in riva al mare, ma anche un tour enogastronomico o un’esperienza in barca. E l’87% degli italiani cerca ristoranti tipici e si fida delle recensioni vere, non degli influencer. Sono queste le tendenze per l’estate 2025 che scaturiscono da un sondaggio di TheFork, la principale piattaforma (by TripAdvisor) per le prenotazioni online. | |
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| | Il colore che strega gli occhi, gli aromi che inebriano, il gusto che avvolge la bocca: nasce così l’esperienza del vino. E poi arriva il sorso, o meglio la deglutizione, con il vino che scorre lungo la gola, ora scaldandola, ora rinfrescandola, una volta accarezzandola con eleganza e delicatezza, un’altra travolgendola con potenza ed opulenza, lasciando nella mente il ricordo più o meno fugace di quello che si è bevuto. Un aspetto fondamentale, quello della deglutizione, senza il quale, secondo molti, si perde gran parte del senso del degustare vino. Certo, impossibile, o quanto meno difficilissimo, per chi deve degustare tanti vini in batteria, deglutire anche un solo sorso di 50, 100 o anche più vini: ne va della salute, e non solo. Eppure, come si è virato sul “bere meno ma meglio”, viene da domandarsi se non sia il caso anche di “degustare meno ma meglio”, dove meglio vuol dire in maniera più approfondita, completa, e quindi ingoiando (il vino, in fondo, è fatto per essere bevuto, e quindi ingerito), che vuol dire degustare meno vini. Un tema che WineNews ha sottoposto a nomi autorevoli del settore, come Jacky Rigaux, promotore della degustazione “geosensoriale”, Roberto Conterno, alla guida della Giacomo Conterno, cantina-mito delle Langhe e culla del leggendario Barolo Monfortino Riserva, e Lydia e Claude Bourguignon, tra i più affermati consulenti agronomi del mondo (in approfondimento). “Anch’io quando devo assaggiare 100-150 vini, per forza, devo sputare. Ma quando assaggio i vini prossimi ad essere imbottigliati, quelli no, quelli li bevo, perché altrimenti - spiega Conterno - viene a mancare la parte finale della degustazione, che è fondamentale. Bere il vino è assolutamente importante per capirlo pienamente”. “La texture del vino è molto importante, e per capirla bisogna anche deglutire, per capire il senso del terroir”, dicono Lydia e Claude Bourguignon. “Per percepire davvero tutte le qualità di un vino bisogna deglutirlo, inghiottirlo - dice Rigaux - è nella bocca che arriva il messaggio essenziale del vino. Perché il vino è un alimento, è fatto per il nostro piacere, bisogna apprezzarlo deglutendolo, quindi bisognerebbe dire: smettete di annusare e sputare, per capire il vino, per apprezzarlo bisogna toccarlo, sentirlo, inghiottirne qualche sorso”. | |
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| | Tornare ad un consumo più “friendly” e popolare, meno edonistico e “nobile”, eliminando o riducendo tante sovrastrutture che, se in passato hanno aiutato a far crescere il vino, oggi forse lo stanno schiacciando; fare meno “liturgia”, meno “scenografia dei tannini” e più esperienze di valore culturale, dove il vino non è “il” protagonista, ma un compagno del cibo, una facilitatore di dialogo e non l’oggetto della conversazione, una chiave che apre le porte di un territorio e non la meta del viaggio. Tenendo sempre conto del tema economico, con il potere di acquisto delle famiglie e delle persone in calo in tanti mercati del mondo, e ricarichi dalla cantina allo scaffale, e ancora di più al ristorante, che non aiutano in consumi. Riflessioni condivise con Lorenzo Tersi, osservatore di lungo corso del mondo del vino e founder e ceo LT Wine & Food Advisory. | |
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| | | Che le cose, per il mercato del vino, non vadano bene (come per molte altre merci) in questo periodo, non è una novità. Anche in Usa, mercato n. 1 del vino al mondo, dove il quadro economico complessivo da tempo frena i consumi, e dove il tema dazi contribuisce a generare un clima di incertezza che non giova ad un modello di trade, già reso piuttosto rigido dal “three tier system”, che prevede la trafila importatore-distributore-retail, che crea una moltiplicazione di costi dal produttore al consumatore, ovviamente, e diversi colli di bottiglia soprattutto nella fase della distribuzione, che peraltro sta vivendo profondi mutamenti interni. Come racconta, a suo modo, la chiusura delle operazioni ormai prossima (a partire da settembre 2025), in California, da parte della Republic National Distributing Company, una delle più longeve e grandi realtà della distribuzione di alcolici negli States. Una notizia che ha un peso importante se si considera che la California è il più importante stato americano per produzione e consumo di vino, e se si tiene in considerazione il peso della Rndc, che nel 2024, secondo “Forbes”, ha impiegato 13.000 persone, era al n. 46 della sua classifica delle “America’s Top Private Companies”, ed ha avuto un fatturato di ben 11 miliardi di dollari (continua in approfondimento). | |
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| | | Uno dei più longevi e autorevoli sodalizi tra vino, arte e solidarietà, torna sotto i riflettori: i grandi formati dell’edizione n. 17 del progetto “Vendemmia d’Artista di Ornellaia”, con al centro la vendemmia 2022, il cui carattere è “La Determinazione”, interpretata dall’artista camerunense Pascale Marthine Tayou: 14 lotti rari, inclusi le Imperiali e il Salmanazar, firmati a mano dallo stesso artista, saranno venduti da Bonhams (asta online dal 12 al 24 giugno). Il ricavato andrà ancora a sostegno della Fondazione Solomon R. Guggenheim. | |
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| | Sempre più spesso i territori del vino scelgono di raccontarsi legandosi allo sport. Ora lo fa anche la Doc Delle Venezie, la più grande denominazione bianchista d’Italia, legata al Pinot Grigio, con una nuova partnership con la Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal). Ad annunciarlo lo stesso Consorzio, che riunisce i produttori di Pinot Grigio di Veneto, Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Trento. “Siamo orgogliosi di annunciare la partnership con la Fidal - ha dichiarato Luca Rigotti, presidente del Consorzio - che ci consente di raccontare la nostra identità territoriale e culturale e di trasferire i valori e lo stile del Pinot Grigio Doc Delle Venezie a un pubblico sempre più ampio di consumatori, legati nello specifico al mondo dell’Atletica Leggera, sport che è testimonianza di eccellenza e tradizione”. | |
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| | | A fare luce su un fenomeno poco conosciuto, e in crescita, Giorgio Delgrosso, dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (che si riunirà nel suo Congresso Mondiale in Moldavia, a Chisinau, dal 16 al 20 giugno). “Abbiamo individuato 14 grandi centri tra Regno Unito, Belgio, Olanda, Danimarca, Lituania, Lettonia, Singapore, Hong Kong, ma anche Thailandia, Canada, Angola, e non solo, Paesi non produttori che sono importanti per determinate aree del mondo”. E muovono un valore di 4,6 miliardi di dollari di vino. | |
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