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WineNews
N. 2.831 - ore 17:00 - Mercoledì 5 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il Prosecco alla conquista della Francia
La Francia, patria dello Champagne, va pazza per il Prosecco, le bollicine italiane più famose nel mondo: dopo averlo inserito, quasi un anno fa, nel celebre Le Petit Robert, il più famoso dizionario francese, l'Esagono è diventato il terzo Paese di destinazione dell’export frizzante del Belpaese, dietro a Regno Unito e Stati Uniti, e superando così la Germania, con le spedizioni di spumanti nei primi 11 mesi del 2019 in crescita del 35% sul 2018. A dirlo, i dati dello studio firmato da Nomisma Wine Monitor, realizzato per il Prosecco Doc, e raccontato, a WineNews, dal responsabile della ricerca Denis Pantini.
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Primo Piano
Uniti nella diversità, per raccontare la propria identità: Barolo e Barbaresco a New York
Divisi si va poco lontano, mentre uniti si cresce, e si valorizzano le diversità. È il messaggio che oltre 200 produttori di Barolo e Barbaresco, due dei vini più importanti d’Italia, raccontano al mondo, da New York, tra le capitali del pianeta, mentre le Langhe, tra vigneti, castelli, trifolau, nocciole e sapori del territorio, si raccontano per immagini dagli schermi luminosi della centralissima Times Square, dove camminano con il naso all’insu migliaia di persone ogni giorno. È un messaggio di grande unità nella diversità - cristallizzata in etichetta dalla Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA), ovvero i “cru”, 181, quelli individuati, storicizzati e regolamentati, nel territorio del Barolo - quello che tiene banco tra critica internazionale, trade e consumatori americani, nella prima edizione di Barolo & Barbaresco World Opening (BBWO), format creato dal Consorzio del Barolo Barbaresco Langhe Alba e Dogliani, che, ieri, nella “Grande Mela”, ha mandato in scena la grande degustazione dei vini del territorio, con i focus sulle MGA, guidati da Alessandro Masnaghetti, tra i massimi esperti d’Italia. E che oggi chiuderà a Eataly Downton, con la cena di gala firmata dal n. 1 dei grandi chef del Belpaese, Massimo Bottura, che ha creato piatti ad hoc dedicati a Barolo e Barbaresco, la musica de Il Volo, tra i fenomeni musicali italiani di maggior successo internazionale, e la conduzione dello show man Alessandro Cattelan. La volontà dichiarata è quella di fare crescere ancora la conoscenza ed il prestigio del Barolo e del Barbaresco nel mondo, non solo parlando al trade, ma anche ai consumatori. Ed i produttori, dai grandi nomi storici alle realtà più giovani, dalle piccole griffe alle cooperative che fanno qualità, sono convinti su quali siano i messaggi che i due più importanti alfieri delle colline vitate delle Langhe patrimonio Unesco devono raccontare. “Non era mai successo di portare all’estero un numero così ampio di produttori delle Langhe - commenta a WineNews Angelo Gaja - da qui arriverà il messaggio che il Nebbiolo come varietà costruisce vini di fortissima identità, e non ci sono confronti, come accade per merlot, chardonnay o altri vitigni, che danno vini che a volte non si riesce a riconoscere da dove vengono. Barolo e Barbaresco vengono da un posto specifico”.
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L’impatto del cibo sui media
Un anno di contenuti alimentari sui media italiani, monitorandone la presenza, i temi più discussi e le modalità di informazione: ecco il primo Report sull’impatto del cibo sui media, condotto da L’Eco della Stampa e Guia Beatrice Pirotti, docente Sda Bocconi e coordinatore Master of Management in Food & Beverage, per il Festival del Giornalismo Alimentare (Torino, 20-22 febbraio), che oggi, nella presentazione nella Giornata anti-spreco, ha lanciato una raccolta firme su Change.Org per rendere obbligatorie le “Food Bag”. E di spreco, etichette e sicurezza alimentare, enoturismo, agromafie e legalità, critica enogastronomica e cucina del futuro, cibo & salute, Dieta Mediterranea e social food, sugar e plastic tax, food delivery, ambiente e sostenibilità, e persino di coltivazioni nello spazio, si parlerà nell’evento unico del genere in Europa.
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Focus
In Florida i dazi fanno meno paura al vino italiano
Visto dalla Florida - terzo Stato per abitanti e secondo per consumi enoici - la situazione sul mercato Usa per il vino italiano sembra un po’ meno scura. Le nuvole dei dazi sul vino e sugli altri prodotti del made in Italy agroalimentare, ciclicamente rilanciati dal Presidente Trump, sono ancora lì, ma un po’ meno minacciose, perché se è vero che gli importatori che WineNews ha incontrato, a Miami, nella prima tappa del Simply Italian Great Wines Americas Tour 2020 (la seconda a Città del Messico, il 6 febbraio) by Iem, guidata da Marina Nedic e Giancarlo Voglino, mostrano ancora qualche titubanza ad ampliare il proprio portafogli prodotti, scottati dalle tariffe del 25% imposte sulle produzioni francesi, spagnole e tedesche, i numeri mostrano una sostanziale tenuta. Secondo i dati dell’Ice di New York, infatti, nei primi 11 mesi del 2019 le spedizioni dell’agroalimentare e delle bevande made in Italy hanno sfiorato i 5 miliardi di dollari, in crescita del +5,5% sullo stesso periodo del 2018. Con due dati indicativi: da una parte il leggero calo del vino (-0,5%), ad 1,81 miliardi di euro, dall’altra il boom del comparto formaggi, cresciuti del 20,3%, spinti fino ai 352 milioni di dollari a valore proprio dall’ipotesi - avveratasi il 17 ottobre - dei dazi al 25%.
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Cronaca
Coronavirus, Chianti “a rischio” in Cina
“Chianti” è una delle parole del vino italiano più conosciute ed usate nel mondo, e negli ultimi anni il Chianti è stato re indiscusso delle esportazioni in Cina: ma proprio alla vigilia di “BuyWine Toscana”, vetrina b2b dedicata al vino toscano (7-8 febbraio, Firenze), sembra esserci un’ombra, quella del temutissimo Coronavirus. Non solo saranno assenti buyers e operatori cinesi, ma secondo le stime lanciate dal presidente del Consorzio Vino Chianti, Alessandro Bani, la situazione sanitaria potrebbe causare “una perdita nelle esportazioni del vino Chianti verso la Cina del 5-10%”.
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Wine & Food
Paniere Istat 2020, entra tra i servizi il food delivery, e il sushi take away tra i beni alimentari 
Si cucina sempre meno, e si ordina a domicilio sempre di più: sono le due tendenze alimentari fotografate dal paniere Istat 2020, l’elenco aggiornato dei beni e servizi che compongono la spesa delle famiglie, su cui viene calcolata l’inflazione. Non a caso, il cibo a domicilio è entrato a farne parte, visto che ben il 37% degli italiani dichiara di aver ordinato pizza, piatti etnici o veri e propri cibi gourmet durante l’anno, secondo un’analisi di Coldiretti/Censis. Il food delivery, è un mercato, sottolinea infatti la Coldiretti, al quale si rivolgono 18,9 milioni di italiani con regolarità o occasionalmente. E, ancora in ambito food, entra a far parte del paniere anche il sushi take away, vero e assoluto re della categoria, andando di fatto a rimpolpare la categoria dei cibi esotici.
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WineNews.tv
Barbaresco e Barolo pionieri delle Mga. Le riflessioni di Alessandro Masnaghetti
Da Barolo & Barbaresco World Opening a New York, parla uno dei massimi esperti italiani in materia di territori e microzone, firma delle mappe dei cru di tanti territori dell’Italia del vino e non solo. “Quello delle Menzioni Geografiche Aggiuntive è un percorso lungo, per il quale serve tempo. A Barolo esistono dagli anni 60 del 1900, ma sono arrivate in etichetta solo alla fine degli anni 2000. È un percorso che tutti i territori potranno fare, ma molti ancora non sono maturi per intraprenderlo”.
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