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WineNews
N. 3.856 - ore 17:00 - Lunedì 18 Dicembre 2023 - Tiratura: 31.224 enonauti,
opinion leader e professionisti del vino
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La News
Champagne, capsula obbligatoria
Per gli spumanti prodotti in Europa, utilizzare le classiche capsule di alluminio intorno al collo della bottiglia, non è più obbligatorio da agosto 2023, per effetto del regolamento 2023/1606 dell’Ue. Regola che, però non vale per lo Champagne, denominazione regina della spumantistica mondiale. Che, per fermare sul nascere la “fuga in avanti” in materia di qualche produttore, ha visto il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne inviare un avviso in cui si specifica che le bottiglie di Champagne devono avere capsula e tutto il resto, come sempre: “è un’importante caratteristica distintiva, abbiamo deciso di non renderla facoltativa”.
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Primo Piano
Export e vino italiano, il calo è in Toscana (-69 milioni di euro), Piemonte (-56) e Veneto (-39)
Se l’export del vino italiano, nei primi 9 mesi 2023, perde nel complesso il -1,9% in valore sullo stesso periodo 2022, guardando alle performance delle singole Regioni, secondo i dati Istat analizzati da WineNews, emerge come tra le “big”, Toscana e Piemonte siano quelle più in difficoltà, mentre tiene il Veneto, Regione leader ed in linea perfetta con la media nazionale. Mentre a crescere sono le Regioni più piccole (e soprattutto al Nord), con l’unica eccezione della Puglia. Dei 5,6 miliardi di euro di vino esportato nel periodo in esame, il Veneto vale 2 miliardi di euro, più di un terzo del totale, nonostante un calo del -1,9%. A seguire, a distanza, c’è il Piemonte, che si ferma a 877 milioni di euro, ma in calo del -6%, e ancora peggio fa la Toscana, terza in valore, a 852 milioni di euro, ma a -7,5%. E di fatto, a ben vedere, gran parte del saldo negativo dell’Italia, che ha esportato 107 milioni di euro di vino in meno, a parità di volumi, nei primi 9 mesi del 2023 sul 2022, è quasi tutto imputabile alla diminuzione delle prime tre Regioni in valore, visto che al Veneto “mancano” 39 milioni di euro, al Piemonte 56 e alla Toscana 69. Con altre Regioni che, in qualche modo, compensano un po’ il calo. Guardando alle Regioni più importanti in valore, a crescere del +3,4%, per esempio, è il Trentino Alto Adige, capace di esportare vini, nei primi 9 mesi 2023, per 469 milioni di euro. In terreno positivo anche le esportazioni dall’Emilia Romagna, a +7,2%, per 348 milioni di euro, e cresce anche la Lombardia, del +5,4%, che porta il valore totale delle esportazioni, nei primi 9 mesi 2023, a 241,5 milioni di euro. Bene anche l’Abruzzo, che sale a 169 milioni di euro (+4,5%), così come il Friuli Venezia Giulia, a 158 milioni di euro (+10,1%), e la Puglia, a 150 milioni di euro (+4,3%). Mentre tra le Regioni più grandi a perdere qualche cosa, nell’ordine del -3,9%, è la Sicilia, a 123 milioni di euro. In percentuale, ma partendo da valori piccoli, i due estremi sono la Liguria, che fa +65,4%, a 19 milioni di euro, e la Val d’Aosta, a -51,3%, per 1,6 milioni di euro.
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Ricerche sul web, cresce il beverage
Il vino, quello con le bollicine, è la bevanda più ricercata su internet e l’e-commerce, nel food & beverage, continua ad allargarsi. Idealo ha approfondito se l’interesse online nei confronti del mondo beverage sia cresciuto anche nel 2023 e in quali segmenti di mercato. Seppur la fetta più ampia delle ricerche online in “Mangiare & Bere” resti appannaggio di Champagne, Prosecco e spumanti (29%), anche il caffè (23%) trova il suo pubblico importante. E poi liquori (9%), whisky (8%), vini (7%), gin (7%) e rum (5%). In classifica, per la prima volta, anche energy drink, soft drink e tè, a dimostrazione che l’intero comparto si stia ormai aprendo al mondo e-commerce. Con l’approssimarsi delle festività, crescono ulteriormente le ricerche relative ai superalcolici trainati (+50%) dai gin nella prima settimana di dicembre sull’ultima di novembre. 
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Focus
Cinque cantine italiane nel gotha del lusso internazionale 
Sono solo cinque le aziende italiane - Ca’ del Bosco, Fontanafredda, Montelvini, Ornellaia e Tenuta San Guido - ad entrare nel gotha dei marchi del lusso internazionale, selezionate nella “Top 100 Luxury Lifestyle Awards”, premio globale che identifica, celebra e promuove i migliori beni e servizi di lusso a livello planetario, suddivisi in varie categorie. Le “magnifiche cinque” del vino made in Italy sono state inserite tra i “Premium Wine and Spirits Brands of the World 2023”, ovvero i 100 migliori marchi di vini e liquori del mondo. Questa selezione esclusiva mette in risalto il meglio nel settore del vino e degli alcolici. Basti pensare che, nella Top 100, ci sono, insieme alle italiane, realtà iconiche e prestigiose di tutto il mondo, tra grandi rossi, bollicine e spirits, da Krug a Bollinger, da Domaine de la Romanée-Conti a Châteaux Margaux, da Taittinger a Ruinart, da Concha y Toro a Glenfiddich, da Havana Club a Opus One, da Ron Zacapa ad Absolut. Tra le prime cantine a commentare l’importante riconoscimento c’è Fontanafredda, una delle più belle realtà vinicole d’Italia, di proprietà della famiglia Farinetti: “questo risultato riflette non solo la nostra dedizione alla produzione di vini capaci di esprimere il territorio, ma anche il nostro impegno per la sostenibilità e la conservazione del nostro ricco patrimonio”. 
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Cronaca
I fine wine d’Italia guardano all’Asia 
Sia il Giappone, sia la Corea del Sud, sono in netto calo, sul 2022, rispettivamente del -11,2% e del -34,5%. Eppure, soprattutto in Corea del Sud, dove in 5 anni i consumi di vino (ancora bassissimi) sono cresciuti del 168%, e le importazioni raddoppiate, ma anche in Giappone, dove il valore medio delle etichette è cresciuto del +47%, ci sono interessanti margini per crescere per i fine wine. Questo il tema al centro dell’indagine Nomisma Wine Monitor, voluta da Istituto Grandi Marchi, che raggruppa 18 delle più prestigiose cantine del Belpaese.
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Wine & Food
 Addio ai piccoli Comuni, anima dell’Italia e del made in Italy, che si stanno spopolando
Sono la vera “anima” del Belpaese e delle produzioni made in Italy, custodi della storia e della cultura delle comunità che ne sono alla base, e che, nonostante tutto, ne portano avanti la tradizione che, oggi come ieri, continua a rappresentare la principale fonte economica e turistica, e, dunque, di sviluppo, di interi territori, ma i piccoli Comuni si stanno spopolando tanto da aver perso qualcosa come oltre 35.000 residenti in un solo anno. Lo dicono i dati Istat, analizzati da Coldiretti, sulla popolazione residente in Italia, che mettono chiaramente in luce il rischio abbandono per i 5.030 Comuni con meno di 5.000 abitanti presenti sul territorio nazionale, che ospitano appena il 16% della popolazione ma rappresentano il 70% del numero totale dei Comuni italiani e il 54% dell’intera superficie italiana, dove si producono il 92% delle produzioni tipiche nazionali.  
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La Dop Economy italiana che, per la prima volta, supera 20 miliardi di valore alla produzione
Per la prima volta la Dop Economy italiana supera 20 miliardi di euro di valore alla produzione e si conferma presidio della qualità dell’agroalimentare made in Italy. Dal peso del settore all’occupazione, dalla promozione e difesa delle Denominazioni alle etichette con nutriscore e health warnings, tra Italia e Ue, a WineNews il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e l’europarlamentare Paolo De Castro, relatore del nuovo Regolamento Ue delle Indicazioni Geografiche, dalla presentazione del Rapporto Ismea-Qualivita 2023, oggi a Roma.
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