Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.233 - ore 17:00 - Martedì 31 Agosto 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
La sostenibilità - ambientale, economica e sociale - è ormai diventata obiettivo comune e condiviso dalla stragrande maggioranza delle imprese, declinata anche da Jackson Family, realtà che possiede tenute in California, Oregon, Francia, Australia e Sudafrica, e che dalla metà degli anni Novanta ha investito nella Tenuta di Arceno, nel Chianti Classico, che ha lanciato un piano di azione decennale per il clima e la sostenibilità, accompagnato da una serie di masterclass virtuali: “Rooted for Good - Roadmap to 2030 Initiative”, con cui l’azienda vuole raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità e per affrontare la crisi climatica. |
|
|
|
|
Il futuro del cibo poggia su quattro pilastri: il concetto di benessere cui è ormai legata la nutrizione, la sostenibilità, l’industria 4.0 - ossia la digitalizzazione - l’ecosistema che fa da sfondo, che condizioneranno il settore nei prossimi anni e che mostrano come sia importante avere filiere industriali capaci di valorizzare il territorio e difendere la sostenibilità, un legame connesso a sua volta all’ottimizzazione del benessere dell’alimentazione, e quindi al concetto di Dieta Mediterranea, base di partenza importantissima. Dall’Assemblea di Federalimentare (con l’intervento del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio), di scena oggi a Cibus, così Fabio Pompei, Ceo di Deloitte, che ha analizzato, introdotto dal presidente Ivano Vacondio, i cambiamenti nell’approccio ai consumi causati dalla pandemia. L’innalzamento del livello di preoccupazione, spiega lo studio di Deloitte, su 40.000 consumatori in tutto il mondo fa risaltare il legame tra benessere e alimentazione, aspetti nei quali eccelle l’agroalimentare italiano. “La sostenibilità - spiega Pompei - diventa un tema ineludibile, a cui non ci si può sottrarre, come dimostrano gli impatti catastrofici del cambiamento climatico in atto. Ha un costo, che può essere affrontato solo se supportato a livello di sistema, specie in un contesto come quello italiano, fatto di piccole e medie imprese. Su questo processo un ruolo chiave lo gioca la digitalizzazione”. Ma cosa pensa, del momento vissuto dal settore, la filiera agroalimentare italiana? A rispondere, sono i suoi protagonisti, da Alberto Frausin, presidente Federdistribuzione, a Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, da Giorgio Mercuri, presidente Alleanza Cooperative, a Marco Pedroni, presidente Coop Italia, da Ettore Prandini, presidente Coldiretti, a Francesco Pugliese, amministratore delegato Conad, da Dino Scanavino, presidente Cia-Agricoltori Italiani, a Franco Verrascina, presidente Copagri. Sul tavolo, ripartendo sempre e comunque dagli strascichi che ha lasciato la pandemia, ci sono tre grandi temi: l’internazionalizzazione, i costi, che spingono in prezzi in una pericolosa spirale inflattiva, e il Pnrr, opportunità per crescere come sistema Paese ma che non ha il comparto agroalimentare tra i suoi pilastri (interventi in approfondimento). |
|
|
|
|
Con l’Italia in zona bianca, e nonostante l’introduzione del vincolo del Green Pass, l’estate 2021 ha visto una ripresa delle attività dei pubblici esercizi a pieno regime, con un incremento degli incassi pari a 3 miliardi di euro rispetto ad un anno fa, ma il saldo è ancora negativo sull’estate 2019: -2 miliardi di euro, come rivela l’Ufficio Studi di Fipe/Confcommercio. Un dato sul quale pesa in particolare la troppo lenta ripresa dei flussi turistici internazionali che incide negativamente sulle performance delle città d’arte. Anche per questo è necessario stabilizzare la ripartenza, scongiurando in ogni modo nuove chiusure e misure restrittive ai danni delle imprese, perché, come sottolinea Lino Stoppani, presidente Fipe/Confcommercio, “se tanti cittadini scelgono ancora di non vaccinarsi, il peso di questa scelta non può gravare sulle spalle di attività già provate da una lunga crisi”. |
|
|
|
|
|
Nel 1968, a 10 anni, un Robert bambino venuto dall’America “assapora” per la prima volta la vita italiana, trascorrendo la propria estate a Vico Equense, la città di origine della famiglia materna. Cinquant’anni dopo, vi ritorna sulle tracce della sua famiglia: il locale della sua infanzia non c’è più - ma al suo posto c’è lo stellato Torre del Saracino di Gennarino Esposito e Vittoria Aiello, ndr - e Vico è molto cambiata. Ma guardando a fondo, la bellezza, il buon cibo, i legami familiari e la semplicità, convincono il Robert adulto, oggi tra i più celebri wine writer al mondo, che lo spirito del luogo non sia invece poi così cambiato. È la storia autobiografica che Robert V. Camuto, italian editor di “Wine Spectator”, racconta nel volume “South of Somewhere: Wine, Food, and the Soul of Italy” (University of Nebraska Press edizioni, in uscita il 1 ottobre 2021), un racconto di viaggio nei territori del vino più importanti del Sud Italia. “Che stanno vivendo un bel momento - dice a WineNews - perché le ultime generazioni sono riuscite a far esprimere al meglio nei loro vini i terroir, la qualità e la varietà unica al mondo del Meridione”. Dall’Etna al Vulture, dall’Abruzzo alla Campania, ovviamente. “Ma è importante anche saper comunicare tutto questo per far sì che le persone vengano a visitare questi luoghi e tocchino con mano le nostre storie”. |
|
|
|
|
|
Si chiamano “Flutwein”, ossia i vini dell’inondazione, perché recuperati dai fiumi di fango che hanno inondato il NordReno-Westfalia a fine luglio 2021, una vera e propria catastrofe ambientale, sociale ed umana. In tutto, 300.000 bottiglie, recuperate dai ristoratori dell’Ahrweiler, e messe in vendita dall’Associazione dei Viticoltori della regione - famosa in tutto il mondo per i suoi Pinot Nero - così come sono, ricoperte di fango, per tenere viva l’attenzione e la memoria di una tragedia, figlia del cambiamento climatico, che è costata la vita a 190 persone. |
|
|
|
|
L’Italia, dopo un anno e mezzo di pandemia, ha bisogno di rimettere in moto la macchina del turismo internazionale, capace di far decollare tanti altri settori, dall’arte alla gastronomia, dalla ristorazione al vino. Facile a dirsi, meno a farsi. L’intesa in ambito europeo sul Green Pass è un ottimo punto di partenza, e piano piano anche i turisti da Oltreoceano stanno tornando a visitare le città d’arte e i territori che fanno del Belpaese una delle mete più amate al mondo. Capace di attrarre target diversi da ogni Paese, anche grazie ad una rete di aeroporti tra le più articolate in Europa, che permettono anche alle città più piccole di accogliere milioni di turisti ogni anno. Come Treviso, nel cuore del Prosecco, su cui ha puntato forte Ryanair, con una campagna per il rilancio economico, turistico e commerciale del territorio che coinvolge Comune e Consorzio del Prosecco Doc. |
|
|
|
|
|
La narrazione del mondo enoico e lo “storydoing”: a WineNews Giacomo Moioli, tra le anime di Slow Food e disegnatore di idee per il wine & food. “Dobbiamo raccontare ciò che siamo e che siamo in grado di fare. Siamo in un'epoca nuova, fuori c'è un Oceano di giovani che chiedono alle aziende di raccontare ciò che vogliono fare e rappresentare in futuro. Il vino si apra al mondo dei nuovi linguaggi, della musica, della comunicazione, dell'economia e dell'ecologia: la sostenibilità diventi opportunità e bellezza, non pauperismo”. |
|
|
|
|