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WineNews
N. 3.827 - ore 17:00 - Lunedì 6 Novembre 2023 - Tiratura: 31.192 enonauti,
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La News
“Corriere della Sera” , i migliori assaggi
Le Langhe del grande Nebbiolo e la Toscana con le varietà “bordolesi”: ecco, in sintesi, i 10 assaggi top de “I Migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia 2024” by “Corriere della Sera” che, come anticipato da WineNews, vedrà il debutto di James Suckling, critico di fama mondiale, a fianco di Luciano Ferraro, vicedirettore del quotidiano, come firme della guida (in edicola con il giornale da domani). Al top, con 100/100, il Barolo Cannubi Riserva 1752 2016 della griffe Damilano, ed il Barbaresco Rabaja 2020 di Falletto di Bruno Giacosa. E poi i vini di Gaja, Roberto Voerzio, Masseto, Fattoria Le Pupille, Tua Rita, Bibi Graetz, Bertinga e San Giusto a Rentennano. 
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Primo Piano
Pinot Grigio delle Venezie, case history di successo del vino italiano, che fa riflettere sul futuro
Trent’anni fa ci si chiedeva se e quanto sarebbe durata la moda del Pinot Grigio. Ebbene, continua ancora oggi, in particolare per l’affezione che gli dimostrano i consumatori internazionali. Il 50% del Pinot grigio mondiale è italiano e l’87% di questo viene prodotto nel Nord Est - nella provincia di Trento, in Veneto e Friuli Venezia Giulia - su 27.000 ettari, il che ne fa la più grande denominazione di origine italiana per estensione, con più di 10.000 famiglie coinvolte. La produzione ammonta a 250 milioni di bottiglie, di cui 200 sono di “Delle Venezie”, per un export del 96%. La forza del Pinot grigio è nella capacità di rimanere contemporaneo nel tempo, quasi inossidabile rispetto al mutare di tendenze e consumi. A dirlo i risultati lusinghieri del Pinot grigio Delle Venezie certificati dai numeri, con un +10% di imbottigliato in settembre e giacenze diminuite del 15% sullo stesso periodo del 2022, nonostante la fase complessa che il vino sta attraversando. Occasione per fare il punto sullo stato dell’arte e delle prospettive della do triveneta, tra nuove tendenze e cambiamenti di mercato, la seconda edizione del “Delle Venezie Doc International Forum” (la prima si è svolta nel 2019), convegno internazionale firmato dal Consorzio di tutela, di scena ieri, 4 novembre, a Verona. Il successo del Pinot Grigio è legato anche ad un profilo che si si descrive con tre sostantivi che, appunto, lo rendono attuale: freschezza, leggerezza e versatilità. Caratteristiche con cui tutto il mondo della produzione vitivinicola deve fare i conti, così come con il tema dei vini a basso tenore alcolico o no alcol, con il tema della sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica (e con il rischio di vedere il settore sempre meno supportato da fondi pubblici) e non solo, come hanno raccontato, tra gli altri, nei loro interventi (in approfondimento), il presidente della Doc delle Venezie, Albino Armani, Christian Scrinzi, direttore enologico e di produzione Giv (Gruppo Italiano Vini), Luca Rigotti, consigliere del Consorzio Delle Venezie, coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative e presidente del Gruppo di lavoro vino del Copa Cogeca, e Sandro Sartor, presidente di Wine in Moderation, vicepresidente di Unione Italiana Vini (Uiv) e managing director Constellation Brands.
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Il miglior critico al mondo
Con i loro voti e i loro giudizi sono in grado non solo di orientare i gusti dei wine lover di tutto il mondo, ma, soprattutto, il mercato del vino internazionale, decretando la fortuna (o la sfortuna) delle etichette in commercio: i critici enologici svolgono un ruolo di primo piano, e alcuni di loro sono considerati veri e propri punti di riferimento a livello mondiale. Da James Suckling a Jancis Robinson, da Jeb Dunnuck ad Antonio Galloni, passando per Luca Gardini e Ian d’Agata (unici italiani in gara), ci sono tutti i nomi più importanti in gara per il titolo di “The Best Wine Critic of the World” promosso da Tastingbook, la “più grande piattaforma mediatica sul vino del mondo, creata da migliaia di professionisti e aziende vinicole”. Sono 39 i finalisti in lizza per l’edizione 2024. Il migliore sarà proclamato il 31 gennaio 2024.

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Focus
Mondiale degli spumanti”, l’Italia sbanca
Se l’Italia ha dominato, ancora una volta, la “The Champagne & Sparkling Wine World Championships” 2023 by Tom Stevenson, “il Mondiale” delle bollicine, grazie soprattutto al Trentodoc (26 medaglie d’oro sulle 74 italiane, e su 170 totali), ed a Ferrari Trento (con 9 medaglie d’oro), cantina italiana leader del metodo classico e ancora una volta, nominata “Sparkling Wine Producer of The Year” (titolo n. 6), come già riportato da WineNews, vi abbiamo raccontato qui, il Belpaese ha fatto incetta di premi speciali, assegnati a Londra, nei giorni scorsi. E così, se il “Supreme World Champion” è il Rare Champagne 2008 Millésime Magnum, il “The Tony Jordan Rising Star Trophy 2023” è andato all’Azienda Agricola G. Milazzo, dalla Sicilia. E, dal Sud, viene anche il miglior spumante del mondo da vitigni “non tradizionali”: il “World Champion Classic Brut Style from Non-Traditional Grapes” è il Dubl NV Brut Edition I, il cui vitigno principale è il Greco, declinazione in metodo classico del grande bianco campano, firmata Feudi di San Gregorio - Tenute Capaldo, guidate da Antonio Capaldo. E ancora, premi per Guido Berlucchi, La Montina, Francesco Vezzelli, Acquesi di Cuvage (che ora fa parte del gruppo Argea) e  Kettmeir, perla del Gruppo Santa Margherita, in Alto Adige.
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Cronaca
“Wine Spectator”, verso la “Top 100”
Riparte con il Sauvignon Blanc Marlborough 2022 di Greywacke al n. 10, dalla Nuova Zelanda, e con il Pinot Noir Willamette Valley 2021 di Résonance, dall’Oregon, il “count down” verso il “Wine of the Year” della “Top 100” di “Wine Spectator”, la classifica più influente nel mondo della critica enoica, che, in un “day by day”, svelerà le prime 10 posizioni fino alla n. 1, venerdì 10 novembre, e poi l’intera classifica lunedì 13 novembre. 20 gli italiani in classifica nel 2022, di cui 3 in “Top 10”, grazie a Fattoria dei Barbi, Tignanello (Antinori) e Fattoria Le Pupille.
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Wine & Food
Vino australiano, export in crisi: -11% in valore e -4% in volume nell’ultimo anno 
Il vino australiano sta vivendo un momento di crisi: secondo l’ultimo rapporto Wine Australia, l’export è diminuito dell’11% in valore (attestandosi su 1,79 miliardi di dollari) e del 4% in volume (fermandosi a 604 milioni di litri), da settembre 2022 a settembre 2023. Le cause sono imputabili in primo luogo al calo globale dei consumi di vino in molti mercati maturi, dove si concentra la maggior parte dell’export made in Australia, in particolare Regno Unito, Usa e Canada, che hanno contribuito in larga misura alla crisi. La performance negativa riflette le sfide economiche che affliggono il mercato del vino nel Regno Unito, come l’inflazione e l’aumento delle tasse e delle imposte sugli alcolici. Anche le pressioni sul costo della vita stanno rallentando la tendenza alla premiumizzazione, poiché i consumatori stanno moderando il consumo di alcol per risparmiare.
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Castello del Terriccio
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WineNews.tv
Praga e Parigi, tra novembre e dicembre, e poi ancora Italia: Signorvino investe ancora
Dal Merano Wine Festival, a WineNews, parla Luca Pizzighella, alla guida dell’enocatena di Sandro Veronesi. Che vede crescere il suo business. “Per molti canali il mercato del vino non è brillante, ma noi nel 2023 cresciamo ancora, tra il +10% ed il +20%. Soprattutto grazie alla fidelizzazione dei nostri clienti, già 200.000 nel nostro programma “loyalty”. L’apertura a Parigi, i primi di dicembre, è un momento desiderato a lungo, ed importante per noi e per il vino italiano”.
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