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N. 2.798 - ore 17:00 - Lunedì 16 Dicembre 2019 - Tiratura: 31.110 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Al Gala in onore del prestigioso premio Nobel, si è brindato con la “nobiltà” del vino italiano. O meglio, con il Vino Nobile di Montepulciano Pagliareto 2015 di Lunadoro, la cantina poliziana tra i fiori all’occhiello di Schenk Italian Wineries (divisione italiana guidata da Daniele Simoni del più ampio Gruppo Schenk, con cantine e vigneti anche in Svizzera, Francia e Spagna) unico vino italiano protagonista nel Gala banquet alla Stockholm City Hall, di scena nei giorni scorsi, selezionato insieme allo Champagne Brut “Les Folies de la Marquetterie” di Taittinger e al bianco Weingut Jurtschitsch 2017 Eiswein Grüner Veltliner”. |
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La minaccia di possibili nuovi dazi introdotti dagli Usa, in una misura variabile tra il 25% ed il 100%, che potrebbero entrare in vigore nel 2020, dopo la consultazione lanciata dallo United States Trade Representative che si chiuderà il 13 gennaio, tiene in fibrillazione i produttori d’Italia e d’Europa, parzialmente già colpiti dalla prima ondata di dazi in vigore da ottobre (in misura del 25% sui vini fermi sotto i 14 gradi di alcol di Francia, Germania e Spagna, con il Belpaese, fino ad ora, salvo). La notizia, riportata da WineNews ormai da qualche giorno, è salita subito in testa alle principali preoccupazioni di tanti produttori italiani, ed in poche ore ha conquistato le aperture di tutte le testate internazionali del vino. Perché la portata di dazi decisamente importanti, che potrebbero colpire tutte le tipologie di vino, in quello che, per il Belpaese e non solo, è il mercato più importante del mondo, non consente cali di tensione. Anche, o soprattutto, dopo la vittoria dei Conservatori di Boris Johnson in Uk, con la Brexit in arrivo, quindi, a gennaio, che già potrebbe complicare le cose in un altro mercato fondamentale, e con Trump che ha subito aperto alla possibilità di un forte accordo commerciale con il Regno Unito. Tutto questo mentre dalla Cina è arrivata la notizia della sospensione dei dazi che sarebbero entrati in vigore in queste ore sulle merci Usa, con gli stati Uniti che hanno a loro volta sospeso le tariffe al 15% su quasi 160 miliardi di dollari. Forse un segnale di distensione che, si spera, potrebbe estendersi anche alla questione Usa-Ue. Ma, secondo altre letture, potrebbe anche configurarsi un triangolo tra Usa, Cina e Gran Bretagna da cui l’Ue potrebbe uscire fortemente penalizzata, con il settore agroalimentare che si troverebbe a giocare una partita guidata da ben altre forze in campo. Una partita in cui, per le cantine europee, si giocano cifre importati: dei 22,7 miliardi di euro di vino esportati dai Paesi produttori europei nel 2018, gli Stati Uniti sono stati il principale acquirente, con 3,8 miliardi di euro (dati di Eurostat). Perdere quote di mercato e margini nel mercato americano a causa di possibili dazi, dunque, avrebbe evidentemente conseguenze pesantissime. Un’ipotesi che, ad oggi, è tutt’altro che impossibile dal trasformarsi in realtà.
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Cesarini Sforza Spa e Casa Girelli Spa vengono acquisite dal Gruppo Cavit, mentre Cantina di Lavis e Valle di Cembra entra nella compagine sociale del Consorzio Ravina di Trento: si apre così ufficialmente, dopo i rumors riportati da WineNews in settembre, una nuova pagina della viticoltura trentina, che rafforza ulteriormente il più grande player viticolo del territorio, Cavit (4.500 soci viticoltori, 7.000 ettari vitati un fatturato 2019 chiuso a 191,5 milioni di euro, a +0,5% sul 2018, e una produzione pari al 60% di tutto il vino trentino), e libera dalla esposizione finanziaria verso le banche (intorno ai 40 milioni di euro) una realtà storica come Lavis, che può guardare così al futuro con maggiore serenità. È la sintesi dell’accordo presentato oggi a Ravina di Trento. |
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Prenotare il ristorante online è ormai un’abitudine consolidata anche in Italia, dove l’88% delle prenotazioni avviene da smartphone. A dirlo, i numeri di TheFork, la popolare app di prenotazione di ristoranti, che ha individuato, nel suo ultimo studio, i trend dei gourmand italiani. Prima di tutto, i clienti non cercano solo un luogo dove mangiare, ma esperienze di intrattenimento: cresce così l’attenzione verso la ricerca della qualità, e quindi verso i ristoranti premiati dalle principali guide, con un budget che si attesta sui 30-40 euro a persona. La metà degli italiani mangia fuori casa almeno una volta a settimana, prediligendo il sabato sera (25%), mentre la preferenza è nettamente per la cucina casereccia (40%), e se in famiglia vince la pizza, tra amici si preferisce, invece, dare spazio alla sperimentazione, osando cucine etniche di qualsiasi provenienza. Infine, per un terzo dei rispondenti (34%), quando si va a mangiare fuori con il partner la scelta ricade sul ristorante italiano oppure su ristoranti asiatici o sudamericani. La cucina italiana è prediletta anche per tutte le occasioni speciali e le ricorrenze: più del 70% la reputa ideale per le feste comandate, Capodanno incluso, e quasi il 90% per il pranzo e la cena di Natale. Quanto ai piatti, la pizza è la pietanza ordinata più spesso (77%), seguita dalla pasta (59%). |
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“I miei primi anni di vita, quando avevo una famiglia ed una casa, hanno avuto come sottofondo musicale il chiacchiericcio piemontese della mia nonna torinese Olga con Susanna, una giovane cameriera di Mondovì ... Oggi è bello essere qui, con il profumo di questo tartufo che mi ricorda l’infanzia. Oggi, non mi curo delle critiche e delle minacce”. Così la senatrice Liliana Segre, memoria viva della tragedia dell’Olocausto, ha ricevuto il “Tartufo dell’Anno” 2019, il riconoscimento più prestigioso di una città, Alba, e di un territorio, le Langhe, simbolo della Resistenza. |
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“Il made in Italy continua ad avere uno straordinario potere evocativo legato ai nostri territori, al nostro saper fare e al nostro stile di vita. Tuttavia, gli scenari macroeconomici richiederanno alle aziende Altagamma di saper intercettare un nuovo consumatore, che sarà sempre più asiatico, giovane, digitale e attento ai valori di cui la marca è ambasciatrice. Internazionalità, sostenibilità e contemporaneità sono dunque i tre pilastri strategici nei prossimi tre anni”. Così Matteo Lunelli, a capo della griffe del Trentodoc Ferrari e neo presidente di Fondazione Altagamma, che guiderà nel triennio 2020-2022. Dal mondo enoico anche il vice presidente per l’Alimentare, Giovanni Geddes de Filicaja, ceo del Gruppo Frescobaldi, e i consiglieri Maurizio Zanella, presidente di Ca’ del Bosco, e Carmen Moretti, ceo de L’Alberata e de L’Andana (Gruppo Terra Moretti). |
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In Polonia la ristorazione italiana è la più amata: piatti della tradizione, pizze gourmet e prodotti made in Italy sono un must, a Varsavia ma non solo. Accompagnati, ovviamente, dai vini italiani, una moda ancora tutta da costruire, legata, almeno per ora, ai vini del Sud Italia ed ai grandi classici dell'enologia del Belpaese, come raccontano gli stessi ristoratori, tra storia e presente, dalla tappa polacca del Simply Italian Great Winews by Iem. |
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