Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.531 - ore 17:00 - Giovedì 20 Ottobre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Il valore di un vino lo fa anche la bellezza del suo territorio, e quella della cantina in cui nasce. E così, aspettando il “Best of The Best”, che sarà svelato il 26 ottobre, sono state annunciare ieri la posizione dalla n. 51 alla n. 100 della “The World Best Vineyards”, la classifica delle cantine più belle del mondo. Già 6 (rispetto alle 4 del 2021, Antinori, Ferrari, Ceretto e Gaja) le cantine tricolore presenti in questa seconda metà di lista, con le piemontesi Ceretto e Gaja, che salgono rispettivamente alla posizione n. 62 e n. 65, e poi Villa Sandi, al n. 70, Tenuta Cavalier Pepe al n. 74, Marchesi di Barolo al n. 90 e Tenuta San Leonardo al n. 97. |
|
|
|
|
Nel triennio 2019-2021 i ricavi delle cantine sono cresciuti dell’11,6% con un sensibile miglioramento della loro redditività (+7,17% di ebitda). Anche gli investimenti sono cresciuti (+13,7% sul 2019) e questa attività non ha generato un aumento proporzionale aumento dell’indebitamento finanziario che è, invece, diminuito del -19,15% sul 2019. Segno che si è lavorato sul valore, e che il settore crede nelle sue possibilità e reinveste i crescenti utili in azienda. È il dato saliente che emerge nell’analisi dei bilanci 2021 (854 aziende) che rappresentano un aggregato di ricavi per 12,7 miliardi di euro del Centro Studi Management di Studio Impresa, guidato da Luca Castagnetti (ed anticipato in parte a luglio 2022 nel quadro di VinoVip Cortina, e approfondito oggi e pubblicato sul “Il Corriere Vinicolo”, edito da Unione Italiana Vini (Uiv). Le cantine top per redditività? Al vertice assoluto, per ebitda, c’è la Tenuta San Guido con il 63,48%, seguita Ornellaia e Masseto con il 59,86%, Jermann con il 57,98%, San Felice con il 56,3%, Antinori con il 53,7%, e Tenuta di Biserno con il 52,2%, le migliori tra le 19 realtà con un ebitda superiore al 35% (vedi focus). In particolare, si legge nella sintesi curata da Castagnetti per WineNews, nel 2021 l’aggregato vigneti, cantine e impianti è di 7.902.561.803 euro, con un aumento del 3,2% sul 2020 e del 13,7% sul 2019. Di contro, l’esposizione complessiva nei confronti del sistema finanziario scende: nel 2021 è di 1.572.095.327 euro, con un miglioramento del 10,4% sul 2020 e del 19,15% sul 2019. Il rapporto posizione finanziaria netta/ebitda non solo è ottimo, ma migliora passando da 1,9 nel 2019 a 1,4 nel 2021. E guardando al patrimonio netto, i mezzi propri arrivano a 10.515.303.325 euro, con un aumento del 6,64 % sul 2020 e del 28,76% sul 2019. Nel complesso, spiega Castagnetti (lo studio completo in approfondimento), emerge che i grandi fanno il mercato (le aziende oltre i 50 milioni di di fatturato nel 2021 hanno aumentato le vendite del 26,1% sul 2020, mentre quelle sotto i 5 hanno fatto -11% sui ricavi), mentre le piccole aziende hanno, invece, le migliori redditività intese come Ebitda (utile prima delle imposte, delle tasse, degli ammortamenti e accantonamenti): 11,8% contro il 10,3% di media. |
|
|
|
|
Tra grandi degustazioni con il meglio del vino italiano protagonista, insieme a quello del mondo, e con grandi seminari e focus come quelli sulla Gran Selezione del Chianti Classico, con cantine come Antinori, Castello di Ama, Fontodi e Castello di Brolio, o sulla cantina Aldo Conterno, griffe del Barolo, parte in queste ore uno degli eventi del vino più importanti in Usa, mercato n. 1 del vino italiano, dove il Belpaese, nei primi 7 mesi del 2022, ha esportato per 1,1 miliardi di euro, in crescita del +11,5% sul 2021. Ovvero la “New York Wine Experience” by “Wine Spectator”, di scena dal 20 al 22 ottobre, edizione n. 41, con i 200 vini più prestigiosi al mondo (55 le cantine italiane) - rigorosamente selezionati dal magazine - protagonisti del “Critics’ Choice Grand Tastings”, che WineNews, dalla Grande Mela, vi racconterà in prima persona. |
|
|
|
|
|
Guardando al futuro del mercato dei fine wines, prevalgono ottimismo e fiducia. Almeno dai giudizi dei 943 protagonisti ed esperti del mondo dei fine wines (Master of Wine, Master Sommeliers e non solo) su cui poggiano le conclusioni del “2022 Global Fine Wine Report”, firmato da Liquid Icons, anima dei “The Golden Vines Award” 2022, nei giorni scorsi a Firenze per raccogliere fondi per la Gerard Basset Foundation, l’ente benefico fondato dalla famiglia e dai colleghi del Master Sommelier, Master of Wine e Miglior Sommelier d’Europa e del mondo scomparso nel 2019. Secondo il report, il sentiment sul mercato dei fine wines nel 2023, per il 60% dei sondati è “positivo”, per il il 30% “molto positivo”, e solo il 4% ha dato un giudizio “negativo”. I principali elementi di forza, per il 90% degli esperti che predica ottimismo, sono più o meno gli stessi del 2021: la forza, nel complesso, del segmento dei vini pregiati; la domanda crescente in tutto il mondo; l’aumento della qualità; la crescita degli investimenti e così via. Guardando ai Paesi, il 43,2% dei professionisti che ha indicato territori francesi tra quelli con il potenziale maggiore sul mercato dei fine wines. A seguire, l’Italia, indicata dal 26,03% delle risposte. |
|
|
|
|
|
Quando uno dei brand di eccellenza assoluta del vino italiano incontra l’arte internazionale per beneficenza, il successo è inevitabile. E così è stato, ancora una volta, per l’asta dei lotti di “Ornellaia Vendemmia d’Artista 2019: Il Vigore”, battuta da Sotheby’s, on line, che, con le bottiglie della griffe bolgherese di Frescobaldi, “vestite” dalle opere degli artisti svedesi Nathalie Djurberg e Hans Berg, ha incassato ben 302.000 dollari, che saranno devoluti alla Fondazione Solomon R. Guggenheim per il programma Mind’s Eye. |
|
|
|
|
Da Ca’ del Bosco come Spumante dell’anno a Cantina di Terlano come Vino bianco, da Rivera come Vino rosato a Poderi Aldo Conterno come Vino rosso e Premio Collezione, da Rocca di Montegrossi come Vino dolce a Elio Altare come Premio speciale alla carriera, fino a Tenuta di Carleone come Premio speciale Newcomer. Sono queste le stelle enologiche del Belpaese secondo la “Falstaff Wein Guide, interamente dedicata al mondo del vino italiano. La nuova arrivata della più grande rivista cartacea di lifestyle ed enogastronomia dei Paesi di lingua tedesca - con una tiratura di circa 142.000 copie, oltre ad un portale di vino e gastronomia con la più ampia diffusione in Austria - cerca di tracciare un disegno del variegato panorama enologico italiano. La guida, con oltre 400 cantine e 2.300 vini, è firmata da Othmar Kiem e Simon Staffler. |
|
|
|
|
|
Il segreto del successo di una tipologia enoica in costante crescita secondo produttori, sommelier, appassionati, antropologi ed economisti. Ormai a tutto pasto, in ogni momento dell’anno e non più solo nella festa, l’ascesa di un tipo di vino che forse meglio di altri incarna lo “spirito del tempo”, con i consumatori che cercano ad un tempo qualità e spensieratezza. Con la case history delle “bollicine di montagna” del Trentodoc. |
|
|
|
|