Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.098 - ore 17:00 - Martedì 26 Novembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Piace alla filiera, che lo chiedeva da tempo, la bozza di Decreto (anticipata da WineNews, il testo in approfondimento) che, una volta approvato in Conferenza Stato-Regioni (la prossima è in calendario a metà dicembre), consentirà anche ai produttori italiani di produrre vini dealcolizzati. Che si potranno chiamare “dealcolati” in etichetta, se l’Ue concederà questa deroga lessicale. No a vini Dop e Igp, e processo produttivo in strutture dedicate e fisicamente separate da quelle per la produzione del vino, alcuni dei punti salienti del Decreto. Con i commenti positivi di Federvini ed Unione Italiana Vini-Uiv. | |
|
| | L’export dei distretti agroalimentari italiani continua a crescere, ed i distretti del vino, seppur complessivamente in leggerissima flessione, continuano a fare la parte del leone. A dirlo è il “Monitor dei distretti agroalimentari italiani”, al 30 giugno 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, che sottolinea la crescita sui mercati esteri dei distretti agroalimentari, “che dopo aver chiuso il primo trimestre 2024 con un incremento tendenziale del 6,6%, proseguono allo stesso ritmo nel secondo trimestre, con un progresso del 6,4% sullo stesso periodo 2023. I primi sei mesi dell’anno consentono di raggiungere oltre 14 miliardi di euro di esportazioni a valori correnti, il 6,5% in più (ossia 857 milioni) sulla prima metà 2023”. L’evoluzione, sottolinea lo studio, è in linea con quella del totale agroalimentare italiano (+7,4%), di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori esportati. La dinamica è più vivace rispetto a quella degli altri distretti manifatturieri italiani, che restano sostanzialmente stabili nel secondo trimestre dell’anno (+0,4%). La filiera dei distretti vitivinicoli, che rappresenta circa un quarto del totale export dei distretti agroalimentari, chiude sostanzialmente invariata il primo semestre 2024, con quasi 3,3 miliardi di export (+0,7% tendenziale), a causa del lieve rallentamento del secondo trimestre dell’anno (-0,7%), che quasi annulla i progressi dei primi tre mesi (+2,4%). Il distretto più importante in assoluto, in termini di valori esportati, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, chiude il semestre con un calo tendenziale del 4,7% (-2% nel secondo trimestre), a quota 985 milioni di euro. Rallenta, ma resta in territorio ampiamente positivo, il distretto dei Vini del Veronese, a 616 milioni di euro (+2,3% nel secondo trimestre, +6,7% nel semestre). Stessa dinamica per i Vini dei Colli Fiorentini e Senesi, a 437 milioni di euro (rispettivamente +0,1% e +3,6%), mentre il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene accelera nel secondo trimestre (+11%, +6,1% nel semestre), arrivando a 543 milioni di euro. Bene, tra gli altri, il distretto dei Vini e Distillati di Bolzano, a 126 milioni di euro, a +2,3% nel primo semestre, e quello dei Vini del Montepulciano d’Abruzzo, a 114 milioni di euro, con una crescita del +3,2%. | |
|
| | Fedelissima di Trump, già nel suo Economic Advisory Council nel 2016, convinta conservatrice, Brooke L. Rollins, texana, è stata nominata come prossimo Segretario all’Agricoltura degli Stati Uniti dal Presidente eletto, Donald Trump. “L’impegno di Brooke per supportare gli agricoltori americani e la difesa dell’autosufficienza alimentare degli Stati Uniti non è secondo a nessuno”, ha detto, tra le altre cose, lo stesso Trump. Laureata all’Università del Texas, con una specializzazione in Sviluppo Agricolo, la Rollins è anche presidente e ad dell’“America First Policy Institute”, un think tank conservatore lanciato nel 2021 per promuovere le politiche economiche di Trump. Che, come noto, prevedono anche l’utilizzo massiccio di dazi protezionistici contro le produzioni agroalimentari europee … | |
|
| | | Barolo con 4 etichette, in testa, poi Igt Toscana e Brunello di Montalcino con 3, e Barbaresco con 2, e con una sola eccezione fuori da Piemonte e Toscana, rappresentata dal Lambrusco dell’Emilia Romagna. E un po’ meno Italia del 2024, con 13 etichette contro 16 della scorsa edizione, e molta meno varietà: è il verdetto della “The Enthusiast 100”, la classifica dei vini migliori dell’anno di “Wine Enthusiast” (le cui firme dall’Italia sono Jeff Porter e Danielle Callegari). Il vino dell’anno, per “Wine Enthusiast”, è americano, ma parla italiano, visto che è il RMS Brut Delayed Disgorgement 10-Year Sparkling 2013 di Roco Winery, una delle cantine più prestigiose dell’Oregon, acquisita, nel 2022, da Santa Margherita, polo enoico tra i più prestigiosi del Belpaese, della famiglia Marzotto, attraverso Santa Margherita Usa. Sul podio ancora l’Italia, con il Brunello di Montalcino Poggio al Vento 2016 di Col d’Orcia, al n. 2, davanti ad un altro americano, il californiano Veracity Red 2021 di Epoch, al n. 3. Firmati da Castello di Neive, Medici Ermete, Fattoria dei Barbi, Paolo Scavino, Borgogno, Lodali, Fratelli Alessandria, Sesti, Vietti, Bibi Graetz, Mazzei e Fattoria Le Pupille gli altri vini italiani (in approfondimento), tutti tra i primi 50. | |
|
| | | L’enogastronomia è un’attrattiva sempre più rilevante per il turismo in Italia, e si pensi che, nei prossimi 5 anni, l’enoturismo crescerà ancora del 12,9% l’anno, mentre il turismo del cibo del 19,7%, secondo Grand View Research. Sono i numeri diffusi da “Bto (Be Travel Onlife)”, evento di riferimento sul turismo digitale, a Firenze (27-28 novembre), dedicato all’equilibrio tra Intelligenza Artificiale ed interazione umana, per indagare le sfide e potenzialità inespresse del gusto, tra i principali driver del turismo italiano. | |
|
| | È record storico in valore per l’export di olio d’oliva italiano che nei primi otto mesi 2024 ha già superato i 2 miliardi di euro “fatturati” in tutto il 2023, a +59% sullo stesso periodo dello scorso anno, e con un terzo del totale esportato in valore che finisce in Usa, primo mercato davanti a Germania e Francia. A dirlo, Coldiretti/Unaprol su dati Istat sul commercio estero gennaio-agosto 2024, nella “Giornata Mondiale dell’Olivo”, promossa, oggi, dall’Unesco. Un comparto, quwllo dell’olio made in Italy, con 400.000 aziende, un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, con l’Italia, primo consumatore mondiale (8,3 litri pro capite l’anno) e leader in Ue con 43 Dop e 4 Igp. Ma, dice Confagricoltura, la produzione 2024 crolla del -32% (224.000 tonnellate), e i prezzi sono scesi da 9,9 euro/kg nel 2023, a 7,8 euro/kg in questa campagna. | |
|
| | | Oscar Farinetti, imprenditore, scrittore, opinionista e “mercante”, a proposito del made in Italy, che ha contribuito a far conoscere con Eataly, racconta, a WineNews, che nel mondo “c’è una voglia d’Italia enorme, che ultimamente è “di moda” su tutti i fronti: cibo, vino, mobili, vestiti, artigianato, bellezza e precisione, perché “italiano” è considerato di qualità”. E di fronte allo scenario mondiale attuale, “periodo triste dove regnano egoismo e voglia di confini”, serve resistere, preoccupati ma ottimisti, com’è nella natura di ogni imprenditore: “basta lamentele e diamoci da fare”. | |
|
|
|