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WineNews
N. 3.871 - ore 17:00 - Giovedì 11 Gennaio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Vini low e no alcol in ascesa
C’è chi lo fa per motivi salutistici, chi perché è a dieta e chi per non correre rischi al volante: e adesso ci si mette anche il “Dry January”. Si moltiplicano i consumatori che hanno deciso di diminuire, o eliminare del tutto, il consumo di alcol. E i prodotti low e no alcol sono in ascesa, non solo birra e spirits, ma anche vino. E se in Italia non si possono (almeno per il momento) produrre vini dealcolati, sono molte le cantine che si lanciano nel mercato. Come Dr. Fischer-Hofstätter, che ha lanciato una linea prodotta in Germania. O le numerose aziende che, in Francia, cominciano ad investire in vini a basso o zero contenuto di alcol. 
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Primo Piano
Il messaggio di Papa Francesco: “l’alimentazione è la manifestazione di qualcosa di interiore”
“In questo nostro cammino di catechesi che stiamo facendo sui vizi e le virtù, oggi ci soffermiamo sul vizio della gola. Cosa ci dice il Vangelo a questo riguardo? Guardiamo a Gesù. Il suo primo miracolo, alle nozze di Cana, rivela la sua simpatia nei confronti delle gioie umane: Egli si preoccupa che la festa finisca bene e regala agli sposi una gran quantità di vino buonissimo. In tutto il suo ministero Gesù appare come un profeta molto diverso dal Battista: se Giovanni è ricordato per la sua ascesi - mangiava quello che trovava nel deserto - Gesù è, invece, il Messia che spesso vediamo a tavola. Il suo comportamento suscita scandalo in alcuni, perché non solo Egli è benevolo verso i peccatori, ma addirittura mangia con loro; e questo gesto dimostrava la sua volontà di comunione e vicinanza con tutti”. Inizia così il discorso, unico nel suo genere, di Papa Francesco su “La gola”, nell’Udienza di ieri (integrale, in approfondimento), nel quale ha messo in guardia su un vizio che riguarda anima e corpo. Gesù, afferma, “dice chiaramente che quello che fa la bontà o la cattiveria, diciamo così, di un cibo, non è il cibo in sé ma la relazione che noi abbiamo con esso. E noi lo vediamo, quando una persona ha una relazione non ordinata con il cibo, guardiamo come mangia, mangia di fretta, come con la voglia di saziarsi e mai si sazia, non ha un rapporto buono con il cibo, è schiavo del cibo”. Il Papa esorta, invece, a riscoprire il “rapporto sereno che Gesù ha stabilito nei confronti dell’alimentazione” specie “nelle società del cosiddetto benessere” dove si diffondono disturbi alimentari come anoressia, bulimia e obesità, legati “ai tormenti della psiche e dell’anima”. L’alimentazione “è la manifestazione di qualcosa di interiore: la predisposizione all’equilibrio o la smodatezza; la capacità di ringraziare oppure l’arrogante pretesa di autonomia; l’empatia di chi sa condividere il cibo con il bisognoso, oppure l’egoismo di chi accumula tutto per sé. Questa domanda è tanto importante: dimmi come mangi, e ti dirò che anima possiedi”. La gola, conclude, “è forse il vizio più pericoloso, che sta uccidendo il pianeta perché il peccato di chi cede davanti ad una fetta di torta, tutto sommato non provoca grandi danni, ma la voracità con cui ci siamo scatenati verso i beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti”.
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Dieta Mediterranea, sempre la n. 1 al mondo
Per il settimo anno consecutivo è la Dieta Mediterranea la migliore al mondo come dimostra la classifica di U.S. News & World Report, storica rivista statunitense. Un trionfo per il regime alimentare più diffuso in Italia (e non solo), Paese che produce molti degli alimenti che vanno a costruire la “piramide” da seguire per uno stile di vita corretto. La Dieta Mediterranea batte la dieta Dash (75,4%) e la dieta Mind (60,7%) e, anche nelle singole classifiche, vola ai piati alti: primo posto, tra le diete più facili da seguire, n.1 anche tra le diete per la salute del cuore oltre che tra quelle adatte alla famiglia, per la miglior alimentazione sana, per le ossa e la salute articolare, per i diabetici. Su 11 categorie complessive, la Dieta Mediterranea conquista per 7 volte il primato.
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Focus
Iwsr: “il calo dei consumi non è strutturale”
Il calo del consumo di vino e alcolici, a livello mondiale, è sotto gli occhi di tutti gli operatori. E se molti pensano che sia un calo strutturale, legato, da un lato, ad un ricambio generazionale che vede le “nuove” generazioni che entrano sul mercato non sostituire le “vecchie” che ne escono a livello di volumi consumati, e, dall’altro, ad un crescente salutismo che porta a ridurre calici e bicchieri, secondo altri, invece, la frenata è soprattutto congiunturale e legata alle difficoltà economiche, con un’inflazione che colpisce un po’ in tutto il mondo, e l’aumento degli stipendi che non sta al passo, in maniera più o meno marcata a seconda di aree e Paesi. Almeno, questo sostiene l’ultimo rapporto Bevtrac dell’Iwsr - International Wine & Spirits Research, che ha sondato oltre 2.000 consumatori in 15 mercati come Usa, Canada, Brasile, Messico, Francia, Germania, Italia, Spagna, Uk, Cina, India, Taiwan, Giappone e Sudafrica. Ebbene, in estrema sintesi, se nella prima metà dell’anno i consumi di birra hanno registrato un lieve calo, in vini fermi un -4%, ed a crescere, ma del +1%, sono stati gli altri alcolici ed i ready to drink, la motivazione principale indicata per questo cambiamento è legato ad una minore disponibilità economica e ad una maggiore “prudenza” nella spesa, soprattutto per le generazioni più giovani.
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Cronaca
Zuckerberg allevatore e produttore di birra
In un mondo dove tante celebrità sono orientate a seguire un regime alimentare senza proteine animali, c’è chi va controcorrente tanto da inserire la carne nel proprio “portafoglio” di attività imprenditoriali. Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ha annunciato una novità, ma non in ambito tecnologico: ho iniziato ad allevare bestiame al Ko’olau Ranch a Kauai e il mio obiettivo è creare carne di manzo della più alta qualità al mondo. I bovini sono wagyu e angus e cresceranno mangiando farina di macadamia e bevendo birra, che coltiviamo e produciamo qui nel ranch”.
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Wine & Food
Gli agricoltori tedeschi in rivolta per i taglio delle agevolazioni su macchine e diesel
Secondo l’Istat, il valore alla produzione agricola della Germania, nel 2022, è stato di 74,5 miliardi di euro, il 13,9% del totale della Unione Europea a 27, davanti all’Italia, a 71,2 miliardi di euro. Numeri che servono ad inquadrare il peso della forte protesta degli agricoltori tedeschi, che, nei giorni scorsi hanno bloccato il traffico con i loro trattori in diverse Regioni del Paese, arrivando fino alla Porta di Brandeburgo, a Berlino, dopo che il Governo, guidato da Olaf Scholz, tra i tagli e risparmi previsti dalla finanziaria tedesca per il 2024, ha annunciato anche una stretta sui sussidi al settore, dall’abolizione dell’esenzione delle tasse automobilistiche per i veicoli agricoli, alle gestione delle agevolazioni fiscali sul diesel, che farebbero risparmiare così allo Stato tedesco 900 milioni di euro. Confagricoltura ha espresso “vicinanza al Deutscher Bauernverband (Dbv), il sindacato agricolo tedesco”.
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
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Il vino ed il suo racconto, tra punteggi, recensioni, storie da narrare, verità ed autenticità
Le riflessioni della Master of Wine Christy Canterbury, di Lisa Perotti Brown (“The Wine Independent”, e di Laura Catena (Catena Zapata). La cui sintesi è: i punteggi sono importanti, sono la sintesi del giudizio del vino, ma non bastano: serve un racconto di storie autentiche, veritiero, capace di andare oltre la bottiglia, che sappia raccontare perchè quel vino è come è, quali idee, pensieri e valori danno forma alle aziende e al loro percorso.
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