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N. 4.089 - ore 17:00 - Mercoledì 13 Novembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Innovazione tecnica e presidio dei mercati internazionali. È la ricetta “anti-crisi” del comparto macchine per bevande, enologia e imbottigliamento made in Italy, protagonista, fino al 15 novembre, al Simei by Unione Italiana Vini, a Milano. Un comparto da 5 miliardi di euro l’anno (3 miliardi per la sola filiera del vino) con una bilancia commerciale attiva di 2,2 miliardi di euro. Ma secondo il sondaggio dell’Osservatorio Uiv, il 61% degli operatori si aspetta di chiudere l’anno in contrazione e con un calo del fatturato stimato attorno al 4%, mentre sono rispettivamente il 25% e il 14% quelli che prevedono un 2024 in linea o in crescita sul 2023.
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| | Poco più di 10 ettari di vigneto come superficie media coltivata, 1.700 produttori associati, 75 tonnellate di uva auto-prodotta per la vendita, ogni anno, di 38.000 bottiglie, al doppio della media del mercato italiano. È il modello socio-economico Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, analizzato da Nomisma Wine Monitor, per comprendere stato di salute e prospettive della Fivi, che rappresenta “una filiera totalmente integrata, dalla vigna alla cantina, alla commercializzazione dei propri vini”. “Una delle principali esternalità positive collegate al modello socioeconomico dei Vignaioli Indipendenti Italiani è dato dal fatto che l’81% dei vigneti coltivati da questi produttori si trova in collina e in montagna, rispetto al 60% della media italiana, vale a dire in quelle aree interne sempre più soggette a spopolamento e a rischio idrogeologico”, spiega Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor. In generale, l’Italia del vino vanta 240.000 aziende coltivatrici di uva, 30.000 imprese vinificatrici, più di 500 vini a denominazione Dop e Igp. E senza tralasciare la biodiversità dei vitigni: i dieci più coltivati pesano per meno del 40% sulla superficie nazionale a vite, contro il 70% della Francia e l’80% dell’Australia. Inoltre, con un fatturato complessivamente pari a 16 miliardi di euro, il comparto rappresenta un indiscutibile punto di forza per il Sistema Paese. Il sistema Fivi (a breve il “Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti” 2024, dal 23 al 25 novembre, a Bolognafiere, ndr) comprende vignaioli più piccoli che puntano più sulla qualità che sulla quantità: si trovano in territori meno noti al grande pubblico e anche per questo motivo si professano molto attenti alla sostenibilità e orientati verso l’enoturismo. “Ma questo modello di impresa esprime risvolti positivi anche a livello sociale - aggiunge Pantini - dato che il 30% dei lavoratori è impiegato a tempo indeterminato (contro il 10% della media italiana in agricoltura), il 28% è di origine straniera (sul 19% della media) e il 33% è donna, a fronte del 26% della media dell’agricoltura italiana”. Inoltre, il prezzo medio a bottiglia del vino venduto dai produttori Fivi è più che doppio sulla media italiana (7,7 euro contro 3,6) e l’estero non è certo disdegnato: il 71% esporta mentre un altro 23% lo farà nei prossimi anni.
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| | La lunga vendemmia 2024, in qualche zona d’Italia iniziata a fine luglio e da altre parti terminata solo negli ultimi giorni, può adesso dirsi effettivamente conclusa. Ed è l’occasione per fare i primi bilanci: tra questi, quello dell’ultimo report di Cantina Italia, pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura, redatto dall’Icqrf sulla base dei dati del Registro Telematico del Vino, e che segnala come, al 31 ottobre 2024, nelle cantine dello Stivale, erano in giacenza 42,3 milioni di ettolitri di vino, il +19,2% sul 30 settembre 2024, ma il -3,5% sul 2023. Dato, però, destinato a salire, visto che ci sono anche 13,3 milioni di ettolitri di mosti (-1,4% sul 2023) e, soprattutto, 13,5 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (+10,9%).
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| | | Sempre più giovani, ma nel segno della famiglia; sempre più dinamiche e innovative; sempre più attente alla qualità, in ogni aspetto, dal prodotto all’accoglienza, e alla sostenibilità a 360 gradi: ambientale, sociale ed economia. Sono i tratti delle cantine che fanno parte di Assovini Sicilia, progetto pionieristico fondato nel 1998 da Giacomo Rallo, Diego Planeta e Lucio Tasca, e che oggi, guidata da Mariangela Cambria, conta 101 aziende associate che producono circa 900 etichette, da cui si genera più dell’80% del valore del vino siciliano imbottigliato. Un’associazione dinamica e contemporanea, capace di rinnovarsi e adattarsi nel tempo, che ha già tracciato la rotta per il futuro puntando su enoturismo, sostenibilità, innovazione, ricerca, sperimentazione, il ruolo delle nuove generazioni, come racconta la fotografia scattata dall’Università degli Studi di Messina nel report 2024 “Cultivating the future. La Sicilia del vino si racconta”. Secondo il report (in approfondimento), nel 95% delle aziende vitivinicole di Assovini Sicilia, i membri della famiglia sono direttamente coinvolti nella direzione di impresa. In questo quadro di continuità e stabilità, la transizione generazionale nelle aziende familiari è una realtà: il 78% ha già integrato una nuova generazione nella gestione aziendale.
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| | | Il Tignanello di Marchesi Antinori è uno di vini icona dell’Italia nel mondo. Il primo dei “Super Tuscan”, che celebra 50 anni dalla prima annata, la 1971, presentata nel 1974, con un’asta che prevede, tra le altre cose, la più completa verticale di vino mai fornita direttamente da un produttore italiano, “ex-cellar”, direttamente dalla cantina di Tenuta Tignanello, con tutte le annate, dalla 1971 alla 2024 (quest’ultima in un’intera barrique, con una stima tra 25.000 e 50.000 sterline, i dettagli in approfondimento), battuta da Christie’s, a Londra, il 26-27 novembre.
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| | Sono tanti, come sempre nelle classifiche internazionali, gli italiani che fanno parte della prima “Top 100 Wines of the Year list” by Vinous (diretto da Antonio Galloni), che, oggi, ha svelato le posizioni dalla 100 alla 61 (e che poi proseguirà con quelle dalla 60 alla 41, e ancora dalla 20 alla 11, per concludere un lunghissimo “count down” svelando le prime 10 posizioni un vino al giorno, ndr). E, come in tutte le classifiche internazionali, l’Italia del vino è ben rappresentata, da Nord a Sud. Ad oggi, “primo” degli italiani è il San Leonardo 2019 di Tenuta San Leonardo, una delle perle del Trentino, al n. 67, che precede, al n. 75, il Carmignano Riserva 2020 di Piaggia. E poi i vini di cantine come Pianelle, Speri, Il Poggione, Sottimano, Tenuta delle Terre Nere, Tenuta Carleone, Galardi, Terlano e Sartarelli. | |
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| | | A WineNews la lettura di Denis Pantini di Nomisma Wine Monitor. “Fino ad oggi dati positivi, ma la crescita è in frenata, e mancano gli ultimi tre mesi dell’anno che sono i più importanti, il rischio di fare peggio del 2023 c’è. In Usa la corsa agli ordini in questi mesi per fare scorta, con la paura dei dazi di Trump, è probabile. L’Asia è in difficoltà, con il Giappone ormai stabile e la Cina che cala da diversi anni, anche se piccoli mercati orientali che crescono ce ne sono. Nella “Vecchia Europa” tanti mercati sono saturi, ma altri stanno crescendo, soprattutto nell’Est”. | |
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