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WineNews
N. 2.900 - ore 17:00 - Giovedì 14 Maggio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Donnafugata + Dolce & Gabbana
Due grandi griffe del made in Italy che vince nel mondo, quello del buono e del bello, unite per la creazione di un vino letteralmente “sartoriale”, che vuole essere anche un messaggio di positività in un momento difficilissimo, un invito a non vedere tutto nero, ma a pensare ad un futuro un po’ più roseo. Nasce così Rosa, il vino rosato firmato da Donnafugata, una delle cantine protagoniste del Rinascimento del vino di Sicilia (oggi una delle Regioni italiane di riferimento), e Dolce & Gabbana, una delle più celebri griffe della moda italiana. Un “ambasciatore perfetto di due eccellenze del made in Italy”, spiegano le due griffe.
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Primo Piano
Linee guida Inail-Iss, Regioni e Comuni: così, tra mille dubbi, riaprono i ristoranti del Belpaese
In attesa del Dpcm con cui il Premier Giuseppe Conte - che ieri ha presentato il Decreto Rilancio con cui lo Stato metterà a sistema aiuti ad imprese e lavoratori per 55 miliardi di euro - dovrebbe fare definitivamente ordine sulle tempistiche e le modalità delle riaperture delle attività commerciali ancora chiuse, le Regioni hanno intanto ricevuto le linee guida di Inail ed Istituto Superiore di Sanità, che i ristoranti dovranno seguire per riaprire le porte ai loro clienti. Nulla di diverso da quello che avevamo anticipato nei giorni scorsi: posti a sedere con un limite massimo di capienza non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente, a meno di non installare barriere divisorie; prenotazione obbligatoria, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale; igienizzare i locali; ricambio di aria naturale e ventilazione dei locali confinati. Misure, come detto, che adesso dovranno essere le Regioni a declinare in norme che permettano l’effettiva riapertura dal 18 maggio, e se alcune hanno già stilato i propri protocolli (Abruzzo, Calabria e Marche), la stragrande maggioranza aspetta le disposizioni definitive del Ministero della Salute, con la Lombardia in stand-by, la Toscana tra le più caute e la Sicilia che potrebbe aspettare fino all’1 giugno. Un ruolo importante, per la riapertura, lo giocheranno i Comuni, chiamati a sostenere sui territori gli imprenditori: in primis, come proposto ieri da WineNews (e indirettamente condiviso dal Premier Conte in conferenza stampa), mettendo a disposizione, gratuitamente, piazze e vie di città e borghi. Un segnale di apertura e serenità, garantendo le distanze, per tutti. Anche perché, come rivela un’indagine di TheFork, gli italiani sono divisi tra il desiderio di uscire e la paura, tra ritorno dell’emergenza sanitaria e difficoltà economiche. E gli chef? Da Pino Cuttaia (La Madia) ad Antonio Santini (Dal Pescatore), da Matteo Baronetto (Del Cambio) a Gianfranco Vissani (Casa Vissani), da Giancarlo Perbellini (Casa Perbellini) ad Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò), si registrano molti più timori, essenzialmente legati all’incertezza economica, che ottimismo, nonostante la grande voglia di ripartire.
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La cultura in cucina
Nella quarantena che ci ha costretti a stare a casa abbiamo riscoperto la cucina e le sue rivoluzioni, che hanno attraversato - e fatto - la storia, nelle preparazioni dei piatti come nel modo di goderne e nei suoi spazi in compagnia. Storie che hanno riempito le pagine della grande letteratura enogastronomica, in un viaggio, con WineNews, tra i libri che narrano le vicende e le ricette più significative. Da “Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia” di Caterina Necci a “La fisiologia del gusto” di Jean Anthelme Brillat-Savarin, da “Guida alla Grande Cucina” di Auguste Escoffier a “La cucina italiana. Il grande ricettario” di Gualtiero Marchesi, da “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi a “La cucina futurista”, il provocatorio ricettario di Filippo Tommaso Marinetti e Fillìa, e tanti altri.
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Focus
Con i ristoranti riparte anche il vino “fuori casa”
Con la riapertura, da lunedì 18 maggio, della ristorazione e del “fuori casa” si riattiva anche per il vino italiano un canale naturale, che vale al consumo 6,5 miliardi di euro l’anno. E, secondo l’instant survey dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, realizzata ad aprile su un campione rappresentativo di 1.000 consumatori di vino, solo il 23% degli italiani (in particolare donne, del Sud, che hanno avuto problemi sul lavoro) dichiara che andrà meno al ristorante, a fronte di un 58% per cui non cambierà nulla, fatte salve le adeguate misure di sicurezza da prendere (45%). Non manca, anche se molto misurato, il revenge spending, ovvero la “spesa della vendetta” post-lockdown per i beni voluttuari come il vino: il 10% prevede infatti di spendere più di prima fuori casa, valore che sale al 15% per i Millennials (25-40 anni) e per chi non ha avuto problemi sul lavoro (13%). In Italia, rileva ancora l’Osservatorio, in condizioni di normalità circa un terzo dei consumatori beve prevalentemente fuori casa (42% i millennials), con un valore che incide per il 45% sul totale delle vendite in Italia (14,3 miliardi di euro nel 2018). Il prezzo medio alla bottiglia è di 15,4 euro, mentre al calice la spesa è di 5,7 euro, secondo l’indagine.
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Cronaca
Chianti Classico in fiera (sul web)
Una vetrina virtuale per Consorzi, associazioni, aziende ed etichette: ecco Hopwine, la prima fiera online dedicata al settore vitivinicolo di scena dal 18 al 25 maggio, naturalmente, sul web (hopwine.com), cui parteciperà - unico rappresentante del made in Italy in expo - anche il Consorzio Vino Chianti Classico. La visita sarà virtuale, ma la degustazione, grazie a campioncini da 2 cl inviati a trader e professionisti, sarà reale, perché la degustazione, anche da lontano, resta il cuore del commercio enoico.
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Wine & Food
“Fisica e digitale”: “Milano Wine Week 2020” sfida l’emergenza Covid
Sarà un po’ fisica, nei limiti del possibile, ma soprattutto digitale, la “Milano Wine Week 2020”, che sfida l’emergenza Covid, di scena a Milano dal 3 all’11 ottobre e in collegamento con il mondo tra degustazioni, forum e business, come spiegato oggi dal suo ideatore, Federico Gordini, all’insegna dell’innovazione, “per fare di Milano il “digital place to be”. Il quartier generale, come sempre, sarà Palazzo Bovara, dove saranno di scena degustazioni, masterclass ed eventi, “con un afflusso tagliato di due terzi, nel rispetto delle norme di sicurezza”, ha spiegato Gordini, ma con un vero e proprio broadcast su web e social, in collegamento con tutto il mondo. E, da New York a Hong Kong, tante saranno le degustazioni di scena in contemporanea, grazie alle partnership con la Iem di Marina Nedic e Giancarlo Voglino e con la Business Strategies di Silvana Ballotta.
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Pino Cuttaia (La Madia): i nodi della riapertura, prima di tutto economici
“In queste condizioni è difficile ripartire, non solo per le misure che verranno imposte, comunque eccessivamente stringenti, per garantire la salute pubblica, ma anche e soprattutto per la mancanza di clientela e turismo. L’economia è ferma, ed il nostro non è un settore di prima necessità, perché al ristorante si va per stare bene e condividere, abbiamo bisogno di sostegno da parte dello Stato, anche economico. Da noi dipendono lavoratori e filiere produttive di qualità e prossimità, ma per ripartire davvero devono tornare la fiducia e la stabilità economica”.
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