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WineNews
N. 3.237 - ore 17:00 - Lunedì 6 Settembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
 Vino ed export, la Francia torna a correre
Non è solo l’Italia del vino a ripartire, anzi, il recupero dell’economia e dei consumi, ha ridato impulso al commercio internazionale di tutti i Paesi produttori. A partire dal nostro principale competitor, la Francia. Che, nel primo semestre 2021, ha spedito in giro per il mondo 7,3 milioni di ettolitri di litri di vino, per 5,2 miliardi di euro. Con un incremento del +15% a volume e del +40% a valore sul primo semestre del 2020, e del +15% a volume e del +9% a valore sui primi sei mesi 2019 (dati di Business France pubblicati da “Vitisphere”). A trainare la crescita sono Champagne, Bordeaux e Borgogna, con Usa e Uk mercati più importanti.
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Primo Piano
Vino e investimenti, la pandemia non ferma l’interesse per i grandi territori. Come Montalcino
La pandemia ha senza dubbio complicato anche il mercato del vino. Ma non sembra aver scalfito il valore dei vigneti dei territori più importanti dell’Italia enoica. Che continuano ad essere obiettivo degli investimenti italiani e stranieri, di produttori di vino come di industriali di altri settori e, sempre più spesso, di fondi di investimento, di gruppi assicurativi e della finanza. Casi esemplari continuano ad essere Barolo, Bolgheri e Montalcino che, con il suo Brunello, è da anni nel firmamento dell’enologia mondiale. Un territorio, quest’ultimo, in grande spolvero, nonostante la pandemia, anche grazie a due annate consecutive sul mercato ritenute universalmente di una qualità eccezionale, la 2015 e la 2016. E che grazie al successo dei suoi vini nel mondo, al loro valore, ma anche alla bellezza e all’integrità de territorio, dove il vino si intreccia alla storia, alla cultura e ad una biodiversità agricola ed enogastronomica su cui sempre più aziende investono, vede non solo tenere, ma anche crescere il valore dei propri vigneti, che restano al centro di vivaci trattative di mercato. Da quanto apprende WineNews, solo nelle ultime settimane si sono concretizzati tre/quattro passaggi di mano. Uno ha riguardato la tenuta Scopone, della famiglia Genazzani, realtà di 11 ettari di terreno complessivi di cui 3,5 vitati a Brunello di Montalcino, che sarebbe stata acquisita da un imprenditore dell’Emilia Romagna attivo nella distribuzione di prodotti enogastronomici negli aeroporti, mentre l’altro ha visto il Paradisone - Colle degli Angeli, con 3 ettari complessivi di terreno di cui 2 vitati e 0,8 a Brunello di Montalcino, della famiglia Locati, acquisita dall’Azienda Agricola e Vitivinicola Novello, di proprietà di imprenditori veneti attivi nel campo dell’edilizia (compravendita gestita dalla società immobiliare Diamante Group, guidata da Massimo Magaletta, ndr). Piccole operazioni, a cui potrebbero seguirne a giorni altre due, già con compromessi attivati, che raccontano, quindi, una vivacità delle compravendite a Montalcino che non si ferma, e che è testimoniata dal fatto che, da quanto risulta a WineNews, se come detto è forte l’interesse di chi vuole comprare nel territorio, attirato dal suo prestigio e dalla sua redditività, al tempo stesso non sono poche le cantine che sarebbero in attesa dell’offerta giusta per cambiare proprietà.
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Al Sana la “Rivoluzione Bio”
La “Rivoluzione Bio”, ossia gli stati generali del biologico, con FederBio, AssoBio, Nomisma e Ice; la presentazione dei dati dell’Osservatorio Sana 2021, con “tutti i numeri del bio”; il focus sulle proprietà di erbe e piante con Siste, Altea ed Università di Torino, e ancora l’accordo tra BolognaFiere e Alibaba.com, la piattaforma del leader mondiale del commercio online B2B, in cui operano quotidianamente oltre 26 milioni di buyer di 190 Paesi del mondo; il Sana Slow Wine, curato da Slow Food, che ospiterà proprio il primo incontro internazionale della Slow Wine Coalition. Ecco i pilastri di Sana 2021, il Salone internazionale del biologico e del naturale, organizzato da BolognaFiere, di scena a Bologna dal 9 al 12 settembre.
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Focus
Cresce il valore dei vigneti del Brunello
Per chi compra o per chi vende, farlo in terra di Brunello è, come si dice, una situazione, “win win”. Perché chi compra ha la certezza di investire in un territorio di assoluto pregio, Montalcino, che pare impermeabile alle crisi di mercato per il suo vino, e con valori fondiari che non solo reggono, ma crescono (per un ettaro vitato a Brunello oggi si parla di cifre tra i 750.000 euro al 1 milione di euro, con quotazioni destinate a crescere ancora, aspirando ai livelli di Bordeaux, dove un ettaro secondo l’agenzia Agreste quota in media tra gli 1,6 milioni di euro Margaux e Saint-Julien e i 2,8 di Pauillac, o della Borgogna, dove siamo a 6,7 milioni di euro per un ettaro a Grand Cru), e chi vende lo fa a valori di mercato decisamente cresciuti negli anni (in mezzo secolo, secondo le stime WineNews, la rivalutazione dei vigneti a Brunello è stata del +4.500%). 2.100 ettari che, dal 1997, sono sempre quelli, numericamente, e tali resteranno, perché l’Albo dei Vigneti del Brunello è chiuso e non c’è nessuna intenzione di riaprirlo. E a salire non saranno solo i valori, ma anche, fisicamente, gli stessi vigneti, almeno in parte e solo per alcune aziende, anche per contrastare il riscaldamento climatico, grazie a quanto consente la legge sulla gestione di autorizzazioni e diritti di impianto (nell’approfondimento).
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Cronaca
L’Academy di Simonit & Sirch trova “casa”
La Vine Master Pruners Academy, prima piattaforma online al mondo dedicata alla formazione sulla potatura della vite con un percorso strutturato su più livelli, lanciata da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch (nel gennaio 2021, e già con oltre 60.000 visite e 6.000 utenti registrati), ha trovato “casa”: la Vinnaeria a Capriva del Friuli, nel cuore del Collio, di cui la Simonit & Sirch ha acquisito da Silvio Jermann le quote di maggioranza per farne un “luogo di incontro legato al nostro territorio - spiega Simonit - ma aperto sul mondo”. 
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Wine & Food
Poggio di Sotto (3 etichette), i gruppi Bertani e Santa Margherita (5): il top di “Vinibuoni”
Poggio di Sotto del gruppo Collemassari di Claudio Tipa è l’unica singola cantina premiata con tre vini (il Brunello di Montalcino Docg 2016, il Brunello di Montalcino Docg Riserva 2015 ed Rosso di Montalcino Doc 2018), il Gruppo Bertani Domains (con i vini di Bertani, Fazi Battaglia, Val di Suga e Tenuta Trerose) della famiglia Angelini ed e il Gruppo Vinicolo Santa Margherita della famiglia Marzotto (con Ca’ del Bosco, Kettmeir, Ca’ Maiol e Cantina Mesa) sono gli unici due raggruppamenti del vino italiano premiati con 5 etichette: ecco “il meglio del meglio” delle 739 “Corone”, il massimo riconoscimento della guida “Vinibuoni d’Italia” del Touring Club Italiano (Tci), l’unica dedicata ai soli vini da vitigni autoctoni italiani (ad eccezione della categoria Perlage Italia dedicata agli spumanti Metodo Classico), che come da tradizione apre la stagione delle guide del vino
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“Sua Maestà” il Barolo, dalla rivoluzione degli anni Ottanta del Novecento al successo di oggi
Da territorio in crisi a simbolo assoluto del vino italiano, creato da tante famiglie che hanno investito in qualità, facendo diventare il grande rosso di Langa un must tra appassionati e collezionisti, ed i vigneti, cru in testa, tra i più preziosi d’Italia e del mondo. La testimonianza di Matteo Ascheri, presidente del Consorzio del Barolo, e le annate mito secondo produttori come Sandrone, Marchesi di Barolo, Poderi Luigi Einaudi, Chiarlo e Gianni Gagliardo (ricordando Pio Boffa).
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