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N. 3.376 - ore 17:00 - Giovedì 17 Marzo 2022 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il vino italiano compie il passo decisivo verso lo standard unico di sostenibilità, da tempo atteso alla filiera. “È stato approvato il disciplinare di certificazione nazionale della sostenibilità della filiera vitivinicola”, spiega una nota del Ministero delle Politiche Agricole, che sottolinea come per l’annualità 2022, si seguiranno le procedure e gli standard previsti dal Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (Sqnpi), in attesa del completamento del processo di integrazione dei diversi sistemi, da portare a termine nell’annualità 2023. Una norma attesa, come raccontano i commenti di Unione Italiana Vini ed Equalitas (nell’approfondimento). |
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La Gran Bretagna, nel primo anno fuori dal mercato unico europeo, il 2021, ha importato poco meno di 3,5 miliardi di sterline di vino, il 2% in più del 2020, per un totale di 1,36 miliardi di litri (-6,7%), ad un prezzo medio di 2,57 sterline al litro (+9,4%). Per l’Italia, Londra resta il terzo mercato export, dietro a Stati Uniti e Germania, con un giro di affari di 642 milioni di sterline (742 milioni di euro, come rivelato dagli ultimi dati Istat, +1,8%). Per Londra il vino italiano è invece il secondo più importato dietro a quello francese, primo a 1,124 miliardi di sterline (+7,1%), con la Spagna a chiudere il podio a 267 milioni di sterline (+1,9%), tallonata da Australia (249 milioni di sterline, -10,9%), Nuova Zelanda (221 milioni di sterline, -20,9%), Cile (189 milioni di sterline, -8,8%), Stati Uniti (170 milioni di sterline, -21%) e Sudafrica (130 milioni di sterline, +24,3%). In termini di volumi, invece, l’Italia è il primo esportatore enoico sul mercato britannico, con 284 milioni di litri spediti nel 2021, davanti ad Australia (205 milioni di litri), Francia (183 milioni di euro), Spagna (141 milioni di litri) e Cile (110 milioni di litri). Come raccontano i dati dell’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino, quello del 2021 è il dato a volume più basso dal 2013, che segue il record del 2020, dettato dalla corsa agli stoccaggi in vista della Brexit, cui fa da contraltare il prezzo medio più alto registrato dal 2000, dall’inizio cioè della serie storica. Con 3,491 miliardi di sterline, la Gran Bretagna rimane il secondo importatore mondiale di vino, dietro agli Stati Uniti e davanti alla Germania, ma scivola per volumi al terzo posto, superato da entrambe. Dal 2000, la crescita media delle importazioni di vino della Gran Bretagna è stata del +3,8% a valore e del +2% a volume, mentre il prezzo medio è passato da 1,85 a 2,57 sterline al litro, passando da 896 a 1,36 miliardi di litri e da 1,66 a 3,49 miliardi di sterline. In termini di tipologie, si registra una riduzione a volume del 20% delle importazioni di vino sfuso e in bag-in-box, mentre l’imbottigliato limita il calo al -2% e gli spumanti crescono del +19%. A valore, spumanti (+22%) e imbottigliato (+2,4%) compensano il crollo di sfuso (-19,7%) e bag-in-box (-9,7%). Continua in approfondimento. |
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Dall’inizio del 2020 la pandemia da Covid ha cambiato in tutto il mondo il modo di vivere, le abitudini e gli stili di vita. Ma non ha frenato i comportamenti a rischio e l’abuso di alcol, che continuano ad essere un’emergenza, come emerge dai dati presentati alla Conferenza Nazionale Alcol n. 2 promossa dal Ministero della Salute. Nel 2020 in Italia oltre 8,6 milioni di persone di età superiore a 11 anni (6 milioni di maschi e 2,6 milioni di femmine) hanno consumato alcol secondo modalità a maggior rischio. E 830.000 maggiorenni (555.000 maschi e 275.000 femmine) hanno consumato bevande alcoliche secondo modalità che implicano un danno all’organismo, tendenza in forte incremento rispetto ai 670.000 del 2019: la prevalenza dei consumatori dannosi è complessivamente aumentata in maniera statisticamente significativa del 27,6%. |
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La politica del vino, importante come non mai in questi tempi difficili; i numeri ed i trend di un mercato sempre più complesso da decifrare, interpretare e guidare; la sostenibilità. Sono tanti i temi del Congresso n. 75 di Assoenologi, guidata da Riccardo Cotarella, a Verona, dal 25 al 27 marzo (a Veronafiere). Il 25 marzo, alle ore 17.45, via ai lavoro con il dibattito sulla “Tutela e Valorizzazione del patrimonio vitivinicolo italiano”, orchestrato dall’anchorman e produttore di vino Bruno Vespa con, tra gli altri, Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche Agricole con delega al Vino, ed il Presidente della Commissione Politiche Ue al Senato della Repubblica, Dario Stefàno. Sabato 26 tocca agli scenari del mercato del vino post Covid, illustrati da Denis Pantini (Nomisma Wine Monitor), e al dibattito su vino e ripresa economica con la tavola rotonda guidata ancora da Vespa con tre Ministri, quello delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, quello del Turismo, Massimo Garavaglia, e quello della Pubblica Amministrazione (e produttore), Renato Brunetta. Domenica 27 marzo le grandi degustazioni: il “Viaggio nell’Italia Enoica”, con “15 perle enologiche” di diversi territori italiani, ed il focus sul vino principe di Verona, l’Amarone della Valpolicella, con le annate 2018, 2012, 2008, 2000 e 1967. |
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Sorrentino tenterà il bis, dopo il successo del 2014 con la “Grande Bellezza”, mentre l’underdog “Licorice Pizza” di Paul Thomas Anderson sfida kolossal come “West Side Story” e “Dune”: il 27 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles va in scena l’edizione n. 94 degli Oscars, e ad allietare l’attesa spasmodica ci penseranno le bollicine dello Champagne Fleur de Miraval,la maison fondata da Brad Pitt nel 2020, l’anno in cui vinse l’Oscar come Miglior Attore non Protagonista per “C’era una volta a ... Hollywood”. |
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I grandi vini di Langhe e Roero nel calice (locomotive di una Regione, il Piemonte, che nel 2021 ha esportato per 1,2 miliardi di euro, +12,2% sul 2020 secondo i dati Istat), ma anche un focus sul domani di uno dei territori più importanti del vino italiano e mondiale, che passa dalla crescente attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Ecco gli ingredienti di “Grandi Langhe 2022”, la kermesse che torna in presenza dal 4 al 5 aprile a Torino, organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio Tutela Roero. 226 le cantine che presenteranno le proprie etichette ai professionisti del settore e a 50 buyer selezionati da Usa, Canada, Uk e Scandinavia. Ma l’evento ruoterà anche intorno al summit “Changes. Ambiente & Etica nelle Langhe del futuro”, in programma martedì 5 aprile (ore 17). |
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La città emiliana e una delle capitali del territorio francese (già gemellato con il Chianti Classico) sempre più alleate nel segno dell’eccellenza. Un progetto che coinvolge le amministrazioni cittadine, i produttori di vino e di prodotti gastronomici e gli chef (stellati e non) delle due città, tra condivisione di esperienze, tutela e promozione comune, rinsaldando un legame, quello tra Parma e la Francia, che ha radici storiche, culturali e culinarie. |
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