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WineNews
N. 2.781 - ore 17:00 - Giovedì 21 Novembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
I vignaioli Fivi ed il Mercato di Piacenza
Gli “artigiani del vino”, che curano in prima persona tutto il lavoro, dalla vigna allo scaffale: i vignaioli Fivi sono pronti a riunirsi, a Piacenza, al Mercato dei Vini e dei Vignaioli Indipendenti n. 9, dal 23 al 25 novembre, ormai uno degli eventi più attesi dai winelovers d’Italia, tre giorni dedicati a tutti i vignaioli Fivi, che raggiungono quest’anno il numero record di 626 espositori provenienti da ogni Regione. Con i vignaioli indipendenti di Champagne, Rodano e Charente ospiti d’onore, e il premio Vignaiolo dell’anno, che andrà a Lorenzo Accomasso, firma storica del Barolo, capace di anticipare di almeno 50 anni le attuali Menzioni Geografiche Aggiuntive.
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Primo Piano
Sostenibilità, tecnologia, mercati del vino: esperti da tutto il mondo per “Wine2Wine”
La sostenibilità sociale lungo tutta la filiera del vino al centro, lo sguardo aperto sulle nuove tecnologie a servizio delle cantine, del trade e dei consumatori, dalla ormai celeberrima blockchain all’intelligenza artificiale, l’attenzione sempre aperta su mercati strategici come Usa, Canada e Giappone, ma anche emergenti, come India, Macao e Singapore, e ancora focus sul mercato secondario dove i vini italiani stanno crescendo tantissimo, e tanto altro ancora: si avvicina “Wine2Wine” 2019, business forum firmato Vinitaly, a Verona, il 25 e 26 novembre, articolato in 70 sessioni di lavoro che coinvolgeranno oltre 100 relatori italiani ed internazionali. Dove uno dei momenti più attesi, come sempre, sarà l’annuncio dei 100 produttori italiani protagonisti di “OperaWine”, l’ormai consueto prologo firmato Wine Spectator a Vinitaly 2020, di scena nella città scaligera il 18 aprile: a svelare le aziende sarà Bruce Sanderson, senior editor del magazine Usa e tra i tanti relatori di wine2wine, che annovera specialisti della comunicazione ed esperti, vignaioli e Master of Wine, dal fondatore di Vivino Heini Zachariassen a Maureen Downey, fondatrice di Chai Consulting, da James Miles, Managing Director and Co-Founder of Liv-ex a Gerard Spatafora, esperto di e-ecommerce, da Joe Fattorini, volto del popolare programma tv “The Wine Show” a Kristina Kelley, Senior Director of Corporate Public Relations at E. & J. Gallo Winery, da Adam Teeter, co-fondatore e Ceo di VinePair, alla Master Of Wine Regine Lee, Co-Founder of Women in Wine London, dalla regista californiana Hanna Luxemberg Tono a Tom Cochran, esperto di digitale e nell’entourage dell’ex presidente Usa Obama, da Miles Bales, alla guida della Wine & Spirit Trade Association in Uk, al Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, spesso moderati o coadiuvati da personalità della produzione e della community del vino italiano come il professor Attilio Scienza o produttori e manager come Alessio Planeta, Antonio Capaldo, Lamberto Frescobaldi, Dominga Cotarella, Marilisa Allegrini, Gaia Gaja, Andrea Lonardi, Ettore Nicoletto, Camilla Lunelli, Nadia Zenato, Mateja Gravner, Donatella Cinelli Colombini, Matilde Poggi, Andrea Sartori, Marina Cvetic, Diego Bosoni, Cristina Ziliani e non solo.
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Vini dolci, tra “sopravvivenza” e futuro
Non è un momento facile per il mercato dei vini dolci, segmento che rappresenta una buona parte della storia enoica d’Europa. Che oggi fa il conto con nuovi stili di consumi, gusti mutevoli, ed un global warming che impatta in maniera importante sulla produzione di vini che, spesso, devono fare i conti con la pratica antica e delicata dell’appassimento. Nondimeno, se la produzione “dolce” d’Italia, ma anche di Spagna, per esempio, vive nel complesso una sorta di lotta per la sopravvivenza, dalla Valpolicella con il suo Recioto alla Romagna, con l’Albana, fino a Jerez, in Spagna, con i suoi Sherry, c’è chi non si arrende, e anzi rilancia per una loro modernizzazione, per renderli dei nuovi “classici contemporanei” capaci anche di riconquistare i giovani. Temi di cui si è parlato, nei giorni scorsi, nell’open day della Cantina Valpolicella Negrar.
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Focus
Vino: la moderazione è il trend del futuro
La moderazione nel consumo è un valore intrinseco dell’approccio al vino, per lo meno nello stile mediterraneo, dove il calice è sempre, o quasi, associato al cibo. Ma è anche un aspetto sempre più in voga tra i consumatori del mondo, e con cui i produttori dovranno fare i conti. A dirlo un’analisi di Wine Intelligence, che segnala come, in Uk, per esempio, tra i Paesi più importanti per il consumo di vino, la quota di chi si concede un calice quasi quotidianamente, dal 2007 ad oggi, è passata, sostanzialmente, da un quarto ad un quinto dei consumatori di vino. E lo stesso trend si rileva in altri mercati strategici, come la Germania e gli Usa, tra gli altri, dove la quota di chi beve vino ogni giorno è in calo. E ad incarnare questo trend sarebbero, soprattutto, i più giovani consumatori. Perchè sebbene i cosiddetti Millennials siano sempre più affascinati e coinvolti dal vino, sembrano andare nella direzione di bere sempre meno bevande alcoliche, incluso il vino, spinti soprattutto da aspetti legati alla salute. In Usa, per esempio, sebbene solo un terzo dei consumatori regolari di vino siano Under 34, questa categoria di età rappresenta il 47% di tutti consumatori che dichiarano di impegnarsi nel ridurre il loro consumo di alcol. Una volontà sentita molto dai bevitori tra i 35 ed i 54 anni (28% del totale), e ancora di meno dagli over 55 (25%).
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Cronaca
La “Cantina Italia” dopo la vendemmia
A vendemmia ormai finita, si delinea sempre più il quadro di quanto vino, l’Italia, si trovi davvero in cantina. I dati del Registro Telematico, aggiornati al 15 novembre 2019, parlano di 43 milioni di ettolitri di vino, a cui si aggiungono 14,5 milioni di vino nuovo ancora in fermentazione, e 15,5 milioni di ettolitri di mosti. Oltre il 60% del vino in Italia è fisicamente detenuto nelle regioni del Nord. Nel solo Veneto è presente un quarto del vino nazionale, mentre a livello di denominazioni (con il “mondo Prosecco” in testa), le prime 10 (su 524 totali) pesano per il 39% del totale.
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Wine & Food
Tanto food e un po’ di beverage nella Best Brands Italia 2019: al top Ferrero e Coca-Cola
Tanto food, ed un po’ di beverage nella Best Brands Italia 2019, classifica che ogni anno mette in fila i marchi più forti nel panorama produttivo del Belpaese. Le 4 top ten, svelate ieri a Milano, vedono spiccare Ferrero, che domina la classifica dei Best Corporate Brand, mentre alla posizione n. 5 spunta Barilla. Nella sezione Best Product Brand, è la multinazionale Coca-Cola a conquistare il gradino più alto del podio, seguita a ruota dalla Nutella, altra vittoria di Ferrero, e da altri grandi marchi del food, come Mulino Bianco, Findus, Algida e Rio Mare. Anche se non nelle posizioni più alte, il food & beverage si conquista le sue posizioni anche tra i Best Growth Brand, con Heineken che si piazza sul gradino più basso del podio, seguita a ruota da Baileys e Muller, poi Activia e Pepsi.
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WineNews.tv
Il rapporto tra la vigna e chi vive nei territori del vino: parla l’architetto Italo Rota
Le riflessioni di uno dei più visionari architetti italiani sul rapporto tra uomo e natura, e la curiosità: un vigna produttiva nel cuore di Milano. “I territori del vino non vivono solo di quello. Penso ad alcune zone della Lombardia, dove magari convivono viticoltura e robotica. Ovvero persone che pensano al futuro, e alla qualità della vita nel complesso. La biodiversità sarà al centro del Padiglione Italia di Expo Dubai. E la vigna, a Milano, davanti a quello che sarà un grande centro di ricerca con scienziati da tutto il mondo”.
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