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WineNews
N. 3.097 - ore 17:00 - Giovedì 18 Febbraio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
C.J. McCollum, tra parquet e Pinot Nero
Negli ultimi anni la passione per il vino ha conquistato i campioni della Nba. L’ultimo è la stella dei Portland Trail Blazers, C.J. McCollum, scelta numero 10 al draft del 2013, che in Oregon, dove nascono i migliori Pinot Nero degli Stati Uniti, ha scoperto una vera e propria vocazione, condivisa con Lebron James, Dwyane Wade, Jimmy Butler e Carmelo Anthony. Che va oltre il bicchiere, abbracciando la cultura enoica e l’amore per la terra. Fino a creare un vino tutto suo, in partnership con Adelsheim Vineyard: “McCollum Heritage 91”, un Pinot Nero che nasce su suoli vulcanici, omaggio alla sua fidanzata, Elise Esposito, che l’ha introdotto nel mondo del vino.
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Primo Piano
Analisi WineNews (su dati Istat): nei primi 11 mesi 2020 l’export del vino italiano a -2,8%
Se il comparto dell’agroalimentare italiano, nel complesso, ha chiuso il 2020, l’anno della pandemia, con un nuovo record delle esportazioni, arrivate a valore a 46,1 miliardi di euro, l’1,8% in più del 2019, quello del vino si incammina verso numeri decisamente meno preoccupanti di quanto ci si sarebbe potuti aspettare: nei primi 11 mesi 2020, infatti, come rivelano i dati Istat, analizzati da WineNews, le spedizioni di vino hanno raggiunto i 5,75 miliardi di euro, il 2,8% in meno dello stesso periodo del 2019. Una contrazione in calo rispetto ad ottobre 2020, quando il trend tendenziale diceva -3,4%. Gli Stati Uniti, primo mercato per le spedizioni di vino italiano, raggiungono quota 1,335 miliardi di euro, il 4,8% in meno dei primi 11 mesi del 2019. Ottima la performance del Canada, ad ulteriore dimostrazione della bontà e dell’efficacia dei trattati di libero scambio con l’Europa, il Ceta, che spinge le spedizioni a 321,9 milioni di euro, in crescita dell’1,3%. In Europa, la Germania, ha incrementato le importazioni di vino italiano nei primi 11 mesi del 2020 del 2,8%, per un giro d’affari complessivo di 979 milioni di euro. Frena la caduta la Gran Bretagna, che chiude comunque in calo, del 6,9%, a 662 milioni di euro. Bene la Svizzera, in sostanziale equilibrio, a quota 347 milioni di euro. Il vino italiano perde invece terreno importante in Francia, dove si ferma a 168 milioni di euro (-13%). Continuano a crescere, invece, i Paesi Scandinavi: la Svezia fa il +3,6%, a 174 milioni di euro, la Norvegia addirittura il +28,1%, a 114 milioni di euro. Da registrare un piccolo passo indietro dell’Austria, che lascia per strada il 2,1%, a 94,4 milioni di euro. Più evidente il calo della Russia: -4,2%, a 113 milioni di euro. In Asia, la Cina, ormai arroccata in una sorta di autarchia post pandemica, dopo 11 mesi fa segnare un crollo del -31,1%, a 84 milioni di euro, dai 122 milioni di euro del 2019. Non migliora, né peggiora, la situazione del Giappone, dove il calo è in linea con il dato di ottobre: -19%, a 136 milioni di euro. Infine, il mercato di Hong Kong, porto d’entrata di tanti fine wine, che perde il 13,3%, fermandosi a 20,9 milioni di euro, e la Corea del Sud, l’unico mercato a Oriente a crescere, ed in maniera sostanziosa: +23,5%, a 38,3 milioni di euro.
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Eataly ed i “Capolavori Italiani”
Se è vero che il patrimonio culturale e quello gastronomico sono due delle più importanti ricchezze dell’Italia, che ne fanno uno dei Paesi più amati nel mondo, è giusto che si valorizzino e si sostengano a vicenda, soprattutto in un periodo così difficile. Come succede con l’iniziativa firmata da Eataly, che lancia la campagna “Capolavori Italiani”. Con prodotti e produttori visti e raccontati come opere d’arte e artisti, e i clienti che si vestono da novelli mecenati. Fino al 10 marzo, facendo la spesa nei punti vendita Eataly oppure online - spiega una nota - ci saranno sconti ad hoc su 100 prodotti tra salumi, vini, formaggi e non solo. Ma si va anche oltre, con un gesto simbolico, ma significativo: un calice di vino offerto in tutti i ristoranti degli Eataly d’Italia, a chiunque abbia visitato un museo o una mostra.
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Focus
Vino e fiscalità: Masi Agricola apre al “Patent Box”
L’innovazione è uno dei pilastri di qualunque impresa longeva e di successo, in ogni settore, anche nel vino. Filosofia che caratterizza da sempre l’azione di Masi Agricola, una delle più importanti realtà dell’Amarone della Valpolicella, guidata da Sandro Boscaini. Che, tra le pochissime realtà del vino a quotarsi in Borsa, sul listino Aim Italia, è anche la prima ad aver sottoscritto con l’Agenzia delle Entrate del Veneto un accordo preventivo sul “Patent box”, che consiste in una riduzione del reddito imponibile della società in funzione dell’apporto dei marchi alla creazione del reddito. In sostanza, gli investimenti mirati al posizionamento dei marchi, e le entrate che ne derivano, vengono considerati in maniera diversa dal resto delle entrate e delle uscite. Tecnicamente, tra i benefici indicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate, in generale, a seguito dell’opzione per il regime di “Patent box”, una quota dei redditi derivanti dall’utilizzo dei beni immateriali non concorre a formare il reddito complessivo. “Siamo soddisfatti per quella che consideriamo un’implicita attestazione del valore dei nostri marchi, sul cui posizionamento premium lavoriamo tutti i giorni con grande determinazione, per confermarci tra le aziende più rappresentative del made in Italy ”, commenta l’ad Masi Agricola, Federico Girotto.
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Cronaca
Grandi chef per piccoli bambini
Da Massimo Bottura ad Enrico Bartolini, da Enrico Crippa a Niko Romito, dai fratelli Cerea a Nadia e Giovanni Santini, da Annie Féolde e Riccardo Monco ad Heinz Beck, da Massimiliano Alajmo a Norbert Niederkofler, fino a Mauro Uliassi: tutti gli 11 tre stelle Michelin d’Italia sono tra gli oltre 30 chef protagonisti insieme per il futuro dei piccoli bambini che, il 22 febbraio, apriranno in diretta web le cucine dei loro ristoranti per battere piatti ed “idee” nell’asta virtuale “Stars 4 Children”, promossa da Michelin e “6enough” per “Save the Children”.
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Wine & Food
Il Tartufo Bianco pregiato diventa anche francese: con la coltivazione si apre una nuova era
La Francia apre una nuova strada nella coltivazione del tartufo bianco, il più raro e costoso, che, da oggi, non trova più solo la sua collocazione naturale, quasi esclusiva, in Italia, con zone di eccellenza assoluta, da Alba alle Crete Senesi, da Acqualagna nelle Marche a San Giovanni d’Asso a Montalcino, a San Miniato (Pisa), per citare le più celebri. Un progetto “made in France”, dopo nove anni di ricerca congiunta tra il centro di ricerca Inrae ed i Vivai Robin, ha consentito di realizzare Oltralpe le prime piantagioni per la coltivazione del tartufo bianco pregiato, utilizzando piantine preventivamente micorrizate con Tuber Magnatum. Un progetto innovativo, senza dubbio, ma che apre anche a rischi per il mercato italiano, come spiega a WineNews Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione Tartufai Senesi e voce delle Crete Senesi (in approfondimento).
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WineNews.tv
“Bene le parole di Draghi, all’agricoltura serve un progetto strategico che manca da 50 anni”
A WineNews il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “l’agricoltura ha dato prova di essere forte e vitale ma soffre come tutti. Il vino, che è un pilastro strategico, ne è l’esempio. A Draghi e al Ministro delle Politiche Agricole presenteremo presto 10 punti su cui agire subito. Il record dell’export agroalimentare nel 2020 è un segnale molto forte, ma è aumentato anche l’import delle materie prime agricole, e su questo dobbiamo riflettere”.
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