Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.270 - ore 17:00 - Lunedì 28 Luglio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Un dazio al 15% “all inclusive”, come lo ha definito la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, oltre il quale non si andrà, che varrà per la maggior parte delle merci che l’Unione Europea esporterà verso gli Stati Uniti. Che non piace al mondo del vino, né in Ue, né in Usa, né in Italia, come spiegano Ceev, Us Wine Trade Alliance, Federvini ed Unione Italiana Vini tra gli altri, in attesa di un testo definitivo e della lista che includerà alcuni prodotti che saranno “salvati”, ovvero quelli con “zero per zero” dazi, in cui il settore enoico spera di essere incluso. Questo, ad ora, lo stato dell'arte, in vista del 1 agosto 2025 ... | |
|
| | La Tenuta San Guido dei Marchesi Incisa della Rocchetta, “culla” del mito Sassicaia, si conferma ancora una volta la cantina n. 1 d’Italia per redditività, con un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato del 62,2%, seguita a distanza, dalla griffe friulana Jermann, ora controllata dalla Marchesi Antinori, con il 54,5%, e poi ancora dalla stessa Antinori, con il 53,3%, in una “top 5” chiusa da Biserno (fondata da Lodovico Antinori, nel Bolgherese, e oggi in co-proprietà con i fratelli Piero e Ilaria Antinori, e guidata da Niccolò Marzichi Lenzi, figlio di Ilaria), con il 50,4%, ed ancora dalla Marchesi Frescobaldi, con il 39%. È una delle evidenze che emergono dalla consueta indagine sui fatturati 2024 delle cantine italiane della giornalista Anna Di Martino, pubblicata dalle pagine de “L’Economia” de “Il Corriere della Sera” (di cui avevamo riportato in aprile 2025 le anticipazioni sulle aziende maggiori per fatturato, in una lista dominata dal colosso Cantine Riunite & Civ, con 676,6 milioni di euro nel 2024, di cui 428 imputabili alla controllata Gruppo Italiano Vini - Giv, seguita da Argea, con 464,2 milioni di euro, davanti ad un altro big, peraltro quotato in Borsa, come Italian Wine Brands, con 401,9 milioni di euro, ed ancora dal gigante cooperativo Caviro, con 385,2 milioni di euro di giro d’affari, e poi Marchesi Antinori, prima realtà privata del vino italiano, con 262,5 milioni di fatturato relativi al solo core business vino, ndr). A seguire, ancora, tra i leader per redditività, la griffe di Sardegna, Argiolas, con li 36,2% (e un balzo del +13% sul 2023), poi il gruppo Herita Marzotto Wine Estates dei fratelli Marzotto, al 32%, e ancora Cusumano con il 30,5%, ColleMassari (28,2%) ed il gruppo abruzzese Fantini creato da Valentino Sciotti, con il 26,6% (appena fuori dalla “top 10”, con una redditività di oltre il 20%, Feudi di San Gregorio con il 25%, Marchesi Mazzei con il 22%, e Donnafugata con li 20%). Tra le new entry nella classifica dei 115 big (fatturato sopra i 10 milioni di euro, ndr), le Cantine PaoloLeo di San Donaci, che ha appena acquisito Candido, sempre nel territorio, e la stessa ColleMassari Estates, di proprietà della famiglia Tipa Bertarelli, con le cantine ColleMassari, Grattamacco, Poggio di Sotto e San Giorgio, operative nelle aree Montecucco, Bolgheri e Montalcino. | |
|
| | Dall’analisi dei fatturati 2024, emerge un nucleo di 115 big del vino italiano, che ha le spalle più larghe e riesce a sostenere i risultati dell’intero settore nelle annate più dure, come il 2024. Si tratta di un campione significativo dell’industria nazionale del vino che rappresenta il 63% del giro d’affari totale. Un peso specifico importante anche per l’export (65,2% del totale esportazioni) e per il mercato domestico, dove il campione si aggiudica il 60,2% del totale”. La classifica di Anna Di Martino comprende 75 realtà private e 40 cooperative (che pesano per il 42,7% sul giro d’affari complessivo, per il 34,7% sull’export, e per il 53,8% sul fatturato Italia), che insieme hanno registrato un fatturato totale di 9,1 miliardi (più 1,1% sul 2023), un export di 5,3 miliardi (+1,8%) e 3,8 miliardi in Italia (+0,1%). | |
|
| | | Tra i big per proprietà dei vigneti (classifica da cui sono escluse le cooperative, così come quella della redditività, visto che il mondo cooperativo ha per suo obiettivo la redistribuzione del valore ai soci, ndr), domina Marchesi Antinori, con i suoi 3.350 ettari in produzione, comprese le proprietà all’estero, sottolinea Anna Di Martino. Al secondo posto la Marchesi Frescobaldi, con 1.700 ettari, e poi il Gruppo Zonin 1821, con 1.450 ettari di vigne. Completare la “top 10” di categoria, poi, Banfi, realtà leader del territorio del Brunello di Montalcino, con 1.015 ettari, poi il gruppo Terra Moretti della famiglia Moretti guidato da Massimo Tuzzi, a 8.99 ettari in produzione tra Franciacorta, Sardegna e Toscana, e ancora Tommasi Family Estates con i suoi 800 ettari spalmati in sette regioni (l’ultima la Sicilia, con la cantina Ammura nel Parco Naturale dell’Etna), le Tenute del Leone Alato, polo vitivinicolo controllato da Leone Alato, holding agroalimentare del Gruppo Generali, con 629 ettari, e ancora Cusumano (534 ettari), Herita Marzotto Wines Estates (524) e Feudi di San Gregorio (510). | |
|
| | | Uno “special gift” su misura per regalare un pezzetto della Toscana del vino a grandi artisti di tutto il mondo: dall’icona planetaria Jennifer Lopez al famoso direttore d’orchestra Riccardo Muti, dal musicista australiano Nick Cave al celebre chitarrista Carlos Santana, le celebrities che si sono esibite, in questi giorni, nel “Lucca Summer Festival 2025” hanno ricevuto in dono una prestigiosa magnum di Sassicaia 2002, vino-mito prodotto a Tenuta San Guido ed etichetta da sempre ambasciatrice dell’enologia italiana nel mondo. | |
|
| | L’agricoltura d’eccellenza come strumento di valorizzazione del territorio, di un patrimonio rurale ricco di risorse naturali e culturali, anche in ottica occupazione, e, perciò, strumento cardine di un’economia importante e sempre più legata anche a servizi avanzati. I Comuni ci investono, e, a dimostrarlo, è la crescita in termini di numero anno dopo anno delle “Spighe Verdi”: nel 2025 sono 90, contro le 75 del 2024, assegnate in partnership con Confagricoltura dalla Fee, Foundation for Environmental Education. Ben 17 le new entry, mentre sono due i Comuni non confermati e complessivamente 15, come nel 2024, le regioni premiate: “maglia rosa” (di nuovo) per il Piemonte con 18 riconoscimenti, seguito dalla Calabria che sale al secondo posto con 10, e dalle Marche, sull’ultimo gradino del podio, con 9. | |
|
| | | La visione di Rodolfo Maralli, docente di marketing all’Università “La Sapienza” e general manager di Banfi. “Dialogare con i giovani, intercettare i loro stili e la loro socialità. Il consumo del vino sta cambiando, dopo tanti anni di crescita c’è un momento di crisi strutturale, con un piccolo calo, ma il vino resta una bevanda diffusissima nel mondo, dobbiamo guardare sempre al lungo termine”. | |
|
|
|