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WineNews
N. 3.267 - ore 17:00 - Giovedì 14 Ottobre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
36,8 milioni di ettolitri di vino in cantina
Al 30 settembre 2021, nelle cantine d’Italia, sono presenti 36,8 milioni di ettolitri di vino, il 3% in più di 12 mesi fa ed il 12,4% in meno di luglio 2021, come sottolinea il report dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi - Icqrf. Il 22% del vino nazionale è in Veneto, il 12,9% in Toscana e l’11,1% in Emilia Romagna. Nonostante il gran numero di Ig registrate (526), le prime 20 denominazioni contribuiscono al 54,9% del totale delle giacenze di vini a Ig. Il Prosecco vale il 6% delle giacenze, il Chianti il 3,4%, il Chianti Classico il 2,6%, il Franciacorta l’1,9%, il Barolo l’1,7%, l’Amarone l’1,4%, il Brunello di Montalcino l’1,3%.
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Primo Piano
Il 2020 del vino italiano “ai raggi x”: bene piccolissime e grandi cantine, giù la “terra di mezzo”
Mentre i numeri aggregati raccontano di una ripresa del vino italiano sui mercati del mondo e su quello interno per certi versi formidabile, nel 2021, ad andare a guardare i bilanci delle aziende in modo dettagliato, si scopre che, alla fine, non è andata poi così male neanche nel 2020, a livello complessivo, visto che, nel complesso, i ricavi sono scesi appena del -2,9%, anche se ha sofferto un po’ di più la redditività, visto che l’Ebitda è arretrato del -5,9%. Ma il dato aggregato, di suo, dice qualcosa ma non dice molto, perchè come noto il sistema imprenditoriale italiano è fatto da piccolissime aziende e da grandi realtà, privati e cooperative, aziende agricole e imprese commerciali, che, peraltro, operano in tanti territori diversi. E così, andando a guardare nel dettaglio i bilanci 2020, si conferma, nero su bianco, che, per alcuni, il 2020 della pandemia è stato un anno addirittura migliore, dal punto di vista economico, del 2019. A dirlo l’approfondita indagine “Cosa dicono i bilanci delle imprese del vino italiano”, presentata oggi da “Il Management Divino”, diretto da Luca Castagnetti, (nella galassia di Studio Impresa, del gruppo Reliant), che non solo ha preso in considerazione i bilanci depositati di 539 imprese, l’88% di quelle italiana che fatturano oltre 3 milioni di euro, ma le ha anche divise per classi di fatturato, tipologie (private e cooperative, agricole e non) ed anche secondo altri criteri. E cosi, a livello complessivo, emerge che i ricavi del panel, nel 2020, sono stati di 9,8 miliardi di euro rispetto ai 10,1 del 2019, mentre la redditività, ovvero l’ebitda, è stata di 884 milioni di euro, inferiore ai 940 del 2019, ma superiore agli 864 del 2018, per esempio. Scorporando il dato, emerge che la perdita dei ricavi è stata soprattutto a carico delle imprese private (6,1 miliardi nel 2020 contro i 6,4 del 2019), che però hanno mantenuto un indice di redditività complessivo stabile, sull’11,3%, mentre le cooperative sono scese dal 5,5% del 2019 al 4,9% del 2020. Per le piccole cantine sotto i 5 milioni di euro di fatturato, la redditività è cresciuta dall’8,8% del 2019 al 9,4% del 2020, così come per le aziende sopra i 50 milioni di fatturato, per le quali è passata dall’8,9% del 2019 al 9,6% del 2020, mentre a soffrire di più è stata tutta la “terra di mezzo”.
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Velenosi e L’Orto di Paolo
Se c’è qualcosa che non manca nel mondo del vino italiano, sono le iniziative di solidarietà promosse dalle cantine virtuose del Belpaese. Come quello che vede in campo una delle realtà più prestigiose delle Marche come Velenosi, ed il Centro Diurno Socio-Educativo per l’autismo “L’Orto di Paolo”, gestito dalla Cooperativa Sociale Pa.Ge.F.Ha Onlus di Ascoli Piceno. E così, in questi giorni, i ragazzi, ospiti del Centro, sono nelle vigne di Angela Velenosi, “la signora del Piceno”, per una nuova vendemmia solidale. E se l’anno scorso il lavoro sinergico tra i ragazzi, gli educatori e il team di Velenosi Vini aveva portato alla nascita del Falerio Doc in edizione limitata (i cui proventi della vendita sono stati interamente devoluti alla struttura ascolana), in questo secondo appuntamento si punta su produzione e imbottigliamento di un Marche Igt Rosso da parte della Velenosi Vini.
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Focus
Le aziende con vigne e cantine “rendono” di più
Secondo l’analisi dei bilanci de “Il Management Divino”, guardando ai livelli di immobilizzazioni delle aziende, emerge che quelle considerate “light” (cioè sotto un rapporto tra immobilizzazioni materiali ed attivo del 29,7%) hanno visto crescere il proprio ebitda dal 10,1% all’11,4%, ma ancora una volta soprattutto grazie a quelle sotto i 5 milioni di euro di fatturato, passate dall’8,6% al 13,3%, ed a quelle sopra i 50 milioni di euro, per le quali il parametro è cresciuto dall’11,5 al 14,4%. Quelle considerate “strong”, ovvero le aziende dove la proprietà di vigneti e immobili pesa di più, nel complesso, hanno registrato una crescita dei ricavi, da 2,1 a 2,5 miliardi di euro, ma cedendo qualcosa in redditività, scesa dal 13,6% all’11,2%. Dividendo ancora tra aziende agricole e non agricole, però, emerge che quelle “strong” agricole hanno registrato una leggera perdita di ricavi e di redditività tra il 2020 ed il 2019, mentre quelle non agricole hanno visto crescere i ricavi, ma ceduto qualcosa in redditività. Con due dati che emergono chiari: le aziende agricole “strong” sono state quelle con l’ebitda migliore in assoluto, con un tasso del 19,15%. E guardando alla variabile territoriale, quelle della Toscana staccano tutti, con un ebitda del 28,5%.
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Cronaca
Miscusi, la pasta virtuosa
Non solo è eco-friendly e sostenibile nel segno dell’“agricoltura rigenerativa”, ma la “pasta virtuosa” destina anche il 5% della società alla “miscusi family”, la comunità aziendale di store manager e dipendenti dell’headquarter con contratto a tempo indeterminato, con i “miscusi stock”, in un piano di “azionariato diffuso”, unico del genere nella ristorazione in Italia, e che fino ad oggi ha consentito a quasi il 20% di dipendenti di possedere azioni. È la storia della “Pasta miscusi”, tra i primi brand food retail in Italia certificata B-Corp.
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Wine & Food
Ospitalità e alta ristorazione: Cannavacciuolo, con “Villa Crespi”, n. 1 in “50 Top Italy Luxury”
Antonino Cannavacciuolo, con il suo Relais & Chateaux Villa Crespi (Orta San Giulio, Novara), che ospita il suo ristorante due stelle Michelin, sale sul gradino più alto della “50 Top Italy Luxury”, la nuova classifica curata da Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere, che mette in fila le migliori 50 strutture esclusive italiane del mondo dell’ospitalità - hotel, relais, residenze di charme che al proprio interno abbiano anche un ristorante di alto livello e un servizio food & beverage di standard elevato. Al secondo posto, il Grand Hotel a Villa Feltrinelli (Gargnano, Brescia), che vede al suo interno il ristorante Villa Feltrinelli di Stefano Baiocco, terzo posto per Borgo Egnazia (Savelletri di Fasano, Brindisi), che accoglie il ristorante Due Camini diretto dallo chef Domingo Schingaro.
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Una storia prestigiosa alle spalle, un futuro da costruire davanti: l’Oltrepò Pavese
Alla scoperta di un territorio che ha scritto pagine fondamentali della viticoltura italiana, e che oggi punta su Pinot Nero e bollicine. A WineNews le parole ed i progetti dei produttori Carlo Veronese (direttore Consorzio Oltrepò Pavese), Ottavia Giorgi di Vistarino (Conte Vistarino), Valeria Radici Odero (Frecciarossa), Laura Boatti (Monsupello), Paolo Verdi (Bruno Verdi), Francesca Seralvo (Tenuta Mazzolino), e il punto di vista dei degustatori Filippo Bartolotta e Alessandra Piubello.
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