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WineNews
N. 4.168 - ore 17:00 - Lunedì 10 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Spagna, il wine club più esclusivo
Cosa hanno in comune Cristiano Ronaldo, Glenn Close e l’ex cantante dei Dire Straits Mark Knopfler? Appartengono tutti a Membresía la Tenada, il wine club della cantina spagnola Bodegas Valduero, che si definisce il più esclusivo al mondo. Tra i suoi membri, oltre a grandi star, anche un vero e proprio gotha di famosi chef, così come il regista premio Oscar Asghar Farhadi e gli scrittori Ken Follett e Mario Vargas Llosa, come riporta il sito Robb Report. La cantina riesce ad attirare star e personaggi noti grazie ai vantaggi esclusivi che offre a chi si iscrive al club, su modello delle aziende vinicole americane di alto livello.
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Primo Piano
Gabry Ponte: spaghetti, vino e cucina stellata all’Eurovision 
Dopo essere diventata un tormentone su social, radio e tv - grazie al ruolo di jingle ufficiale al Festival di Sanremo 2025 - “Tutta l’Italia” di Gabry Ponte, che racchiude i topos del Belpaese a tavola, tra spaghetti, vino e “cucina stellata degli avanzi”, sbarcherà all’Eurovision, grazie alla vittoria conquistata ieri al San Marino Song Contest. Il Dj - che è l’artista italiano più ascoltato al mondo su Spotify, dopo i Maneskin - porterà, dunque, all’Eurovision (dal 13 al 17 maggio in Svizzera), un po’ di folklore e molti stereotipi sul Belpaese, che sembrano però funzionare, almeno nella musica. Il pezzo di Gabry Ponte fonde il folklore italiano - utilizzando strumenti tradizionali come mandolino, tamburello e fisarmonica - con la musica elettronica, nell’intento di trasmettere l’essenza del Belpaese. Nel testo richiami alle nostre tradizioni a tavola, ma non solo: si parte con “siamo dei bravi ragazzi, apposto/spaghetti, vino e Padre nostro”, passando per “lasciateci ballare/con un bicchiere in mano” fino a “la moda che fa degli stracci/cucina stellata di avanzi”, con al centro, seppur in modo poco lusinghiero, due tra i più importanti pilastri del made in Italy, il cibo e il fashion. Una descrizione folkloristica del nostro Paese che esplode nel ritornello “fa niente, baby, così è la vita e con ‘sta roba ci salta, tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italia”. Oltre a Gabry Ponte, a rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision ci sarà Lucio Corsi, che porta un immaginario completamente diverso, poetico e magico, anche grazie al suo background rurale, quello di una Maremma a metà tra Far West e tortelli preparati dalla nonna e dalla mamma. Ma l’italianità all’Eurovision sarà evocata prepotentemente anche da un’altra canzone: “Espresso Macchiato” del rapper e producer estone Tommy Cash, che mixa l’inglese con parole italiane: non solo il rito del caffè al bar, che dà il titolo al pezzo, ma anche ristorante, casa e naturalmente spaghetti. E per concludere, un bel “mafioso”. Un’infilata di triti luoghi comuni che ha scatenato polemiche. A partire dal senatore leghista Gian Marco Centinaio, che ha chiesto di escludere la canzone dalla competizione. Ad intervenire anche il Codacons, associazione a difesa dei consumatori, che ha presentato un esposto. 
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Il vino italiano in India
In tempi in cui i mercati del vino storici sembrano segnare un po’ il passo, e con tensioni commerciali globali in atto, tra dazi e contro dazi, diversificare è, più che mai, una parola d’ordine. Come sta cercando di fare il sistema vino italiano con la sua piattaforma fieristica più importante, Vinitaly, che, nei giorni scorsi, ha fatto tappa in India, a Nuova Delhi. Capitale di un Paese enorme e complesso, da 1,5 miliardi di abitanti, e dove il mercato del vino è ancora piccolo, ma promettente: in India il vino italiano esprime un valore al dettaglio di 33 milioni di dollari statunitensi, con una quota di mercato sull’import che sfiora il 17%. Si tratta del terzo fornitore a valore in un mercato da 418 milioni di dollari, spiega Vinitaly, dominato in volume dai vini domestici (77%), che rappresentano una quota a valore del 50%.
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Focus
Disciplina e cultura, le “coordinate” del Franciacorta
Disciplina, intesa come rispetto delle regole consortili, elemento fondante di un modello di sviluppo che ha garantito uniformità qualitativa, reputazione e valore al marchio Franciacorta, con un impianto normativo severo, ma fortemente condiviso, capace di unire grandi e piccoli produttori, e dimostrare che l’identità di un territorio si costruisce sulla coralità; e grazie alla quale, applicata con coerenza dal vigneto alla cantina, la Franciacorta si è affermata come punto di riferimento nella spumantistica. E cultura, intesa come consapevolezza collettiva di un territorio che cresce nella conoscenza di sé stesso, anche nel passaggio generazionale in corso: oggi un terzo dei produttori ha meno di 20 anni di storia, e a loro è affidato il compito di reinterpretare la tradizione, con una crescente attenzione al cambiamento climatico, alla ricerca varietale e ad una lettura più sfumata delle diverse espressioni altimetriche e geologiche. Ecco le “coordinate” dell’evoluzione del Franciacorta, secondo il “trio” dei Master of Wine italiani Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo, delineate, nei giorni scorsi, ad Erbusco, nei 35 anni del Consorzio, tra analisi dei trend nel confronto con i produttori e degustazioni dedicate a Satèn, l’icona identitaria, Rosé e Riserve.
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Cronaca
“Ian D’Agata Wine Academy”
Se nel mondo, da più parti, soprattutto tra i giovani, emerge una certa disaffezione al vino, c’è anche chi, di contro, ne vuole sapere sempre di più. E scuole, corsi, masterclass e academy sbocciano come fiori. Come la “Ian D’Agata Wine Academy”, firmata da Ian d’Agata, uno dei più esperti ed autorevoli critici internazionali e grande conoscitore del vino italiano, che dopo il successo in Cina e in Usa, arriva anche in Italia. Dove l’Academy sarà di scena, per la prima italiana, dal 1 al 4 aprile 2025, a Castiglion del Bosco, una delle cantine di Montalcino e del Brunello.
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Wine & Food
Enogastronomia e bellezze, la Sicilia è la prima “European Region of Gastronomy” d’Italia
Pluralismo delle culture, bellezza della natura e qualità dei prodotti. Sono gli elementi che hanno fatto la differenza nel riconoscimento di “European Region of Gastronomy” 2025 assegnato alla Regione Sicilia, e per la prima volta all’Italia, dall’Istituto internazionale di gastronomia, cultura, arti e turismo (Igcat). Un riconoscimento per le realtà che si distinguono nelle attività mirate a sensibilizzare sull’unicità culturale e alimentare, a stimolare la creatività e l’innovazione gastronomica, oltre che a promuovere un’alimentazione più sana e a migliorare gli standard del turismo sostenibile. La Sicilia ha festeggiato il riconoscimento nella sede di Identità Golose a Milano, ma una serie di appuntamenti sono in arrivo, da maggio a ottobre, in 20 Comuni: qui i visitatori potranno scoprire un patrimonio agroalimentare protagonista assoluto della cucina italiana e nel mondo.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
WineNews.tv
Le grandi fiere internazionali, dove le aziende fanno business, e i territori si raccontano
Tra Wine Paris e ProWein, guardando a Vinitaly, i progetti delle denominazioni e dei Consorzi del vino più importanti d’Italia che brillano sotto i riflettori. Le parole di Andreas Kofler (Vini Alto Adige), Fabio Zenato (Consorzio Lugana Doc-Lake Garda Wines), Francesco Monchiero (Piemonte Land), Giovanni Manetti (Chianti Classico), Filiberto Mazzanti (Vini di Romagna), Michele Bernetti (Istituto Marchigiano Tutela Vini), Stefano Zannier (Friuli Venezia Giulia), Bernardo Guicciardini Calamai (Morellino di Scansano) e Alessandro Nicodemi (Vini d’Abruzzo). 
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