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WineNews
N. 2.956 - ore 17:00 - Lunedì 3 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
2020, l’annus horribilis del vino
Per la prima volta dalla fine del 2014, il valore delle esportazioni mondiali di vino fa segnare un andamento negativo: secondo l’Oemv, tra marzo 2019 e marzo 2020, si sono persi 236 milioni di euro (-0,7%), per un totale delle spedizioni di 31,43 miliardi di euro. Bene l’Italia, che nel periodo preso in esame ha spedito 2,191 miliardi di litri di vino (+9,6%), per un giro d’affari di 6,507 miliardi di euro (+3,6%). Ma il peggio deve ancora venire: dal tracollo dei consumi durante il lockdown ai dazi Usa, dalle trattative per la Brexit alla crisi economica di Cina e Giappone, passando per la Russia, che ha reso quasi impossibile l’ingresso dei vini sfusi dall’Europa.
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Primo Piano
Federvini: il 2020 dei consumi di vino fuori casa si chiuderà con una perdita a valore del 29%
Un anno reso complesso dal Covid-19 per le persone, per la società, e per l’economia. Soprattutto, un impatto molto rilevante per i prodotti che fanno parte della tradizione italiana, vino, amari e liquori in particolare. I consumi fuori casa, in considerazione del lungo periodo di lockdown degli esercizi pubblici, sono i più danneggiati. Ecco il 2020 del vino e degli spiriti italiani che, secondo le previsioni di Federvini, si chiuderà con una perdita, a valore, del 29% dei consumi fuori casa di vino e del 34% di spiriti e amari. A delineare la previsione dell’andamento complessivo è la società di analisi TradeLab: si tratta di stime basate su dati attuali a fine di ogni mese, proiettate per i mesi rimanenti dell’anno attraverso il modello dello “scenario planning”. Per quanto riguarda il vino, si tratta di una riduzione significativa, ma comunque inferiore, rispetto alla stima realizzata per il mercato del fuori casa complessivo: -33% per tutto il food & beverage. Il risultato è il frutto dell’analisi di una sommatoria di canali e di tipologie di consumatori differenti, che in modo diverso influenzano la domanda. Per il comparto della ristorazione, tra i più attivi tradizionalmente nelle vendite di vino nel mercato dei consumi fuori casa, si ipotizzano risultati migliori rispetto ad altri canali, soprattutto per i locali di fascia medio alta, che contribuiscono per il 40% al valore totale del venduto, con un impatto previsionale del -26%. I ristoranti di fascia alta - generalmente frequentati per la cena - stanno reagendo un po’ meglio (-25%) rispetto a quelli di fasce inferiori, abitualmente dedicati al pranzo (-30%), e penalizzati dalla diffusione dello smart working, specialmente nelle grandi città. Il punto di debolezza decisivo è rappresentato dalla evidente riduzione del turismo proveniente dall’estero: in questo, caso l’impatto sui consumi è pari al -63%. Questa voce è tra quelle che potrà subire nei prossimi mesi le variazioni più significative, in meglio o in peggio, proprio a causa dell’evoluzione globale della pandemia e delle eventuali restrizioni negli spostamenti. Così, la variazione delle vendite del vino a valore, nel 2020, avrà un andamento a “V”: ad aprile si è registrato il picco negativo (-90%) con una inversione di tendenza da giugno, per chiudere a dicembre a -6%.
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La Generazione Z si allontana dal vino
Con impiego temporaneo e/o che rischiano il posto di lavoro a causa delle conseguenze della pandemia, e sempre più vulnerabili: la Generazione Z, quella dei giovanissimi, è tra le più colpite da questo drammatico frangente, con il lockdown e le sue conseguenze economiche, tanto che, tra incertezze e dubbi su lavoro e salute, in diversi Paesi, anche molto diversi tra loro, decide di allontanarsi dal mondo del vino. I giovani consumatori, ventenni, rinunciano, in questo momento di incertezza, ad uscire con gli amici, a mangiare fuori e a comprare del vino, preferendo piuttosto risparmiare per necessità lavorative, di salute, o economiche più in generale. A dirlo, i dati raccolti da Wine Intelligence sulle opinioni di wine lovers e consumatori, per la serie di Covid-19 Impact Report.
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Focus
Le idee del Governo per salvare la ristorazione
Crisi economica, crollo del turismo e ridimensionamento dei consumi fuori casa, calati del 40%: il Coronavirus ha inflitto danni pesantissimi alla ristorazione italiana, che secondo Coldiretti rischia un crack da 34 miliardi di euro nel 2020. Provvidenziali, in tal senso, sono le proposte al vaglio del Governo. A partire dal fondo, anche come credito di imposta, per l’acquisto, da parte di bar e ristoranti, di prodotti agroalimentari italiani. Ma non solo, perché allo studio, per il Dl Agosto, che verrà discusso la prossima settimana, c’è anche un bonus che incentiva i consumi in bar e ristoranti, in particolare attraverso i pagamenti in digitale, e la promessa di sostenere i centri storici svuotati dall’assenza dei turisti e dal persistere dello smart working. Idee che trovano il consenso di Fipe-Confcommercio, che è comunque tornata a chiedere due misure importanti: la proroga di misure già testate e rivelatesi efficaci, come quelle previste dallo scorso decreto Rilancio per l’erogazione di indennizzi a fondo perduto, ed un contributo, quantificato sulla base della differenza di fatturato rispetto all’anno 2019, anche per i mesi di maggio e giugno. Con un occhio alla semplificazione ed alla sburocratizzazione.
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Cronaca
In tutta Italia torna Calici di Stelle
“E quindi uscimmo a riveder le stelle ...”: è ad una citazione dalla “Divina Commedia” che il Movimento del Turismo del Vino si ispira per “Calici di Stelle” 2020, l’evento del vino che ogni anno porta milioni di enoappassionati nelle piazze e nelle cantine di tutta Italia, tra enoturismo ed enocultura. Un’edizione 2020, in scena fino al 16 agosto, dedicata alla ripartenza delle oltre 800 cantine che parteciperanno alle iniziative, tra gli appuntamenti in cantina, le cene in vigna sotto le stelle, le Cene con il Vignaiolo, i concerti tra i filari e le degustazioni all’aperto.
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Wine & Food
Una “liaison” tra cantine, Allegrini e Feudi, la cucina, un luogo spettacolare: Villa Cimbrone
Bellezza: l’Italia riparte da qui. E nel promuoverla, il vino fa sul serio, dimostrando ancora una volta il ruolo che riveste per il Belpaese. Da territori diversi, ma di cui sono entrambe ambasciatrici nel mondo, due griffe hanno deciso di stringere una “liaison”, invitando anche l’alta cucina, e scegliendo un luogo simbolo dello stile e della bellezza italiana: Villa Cimbrone, a Ravello, dove gli chef stellati Emanuele Scarello, Peppe Guida, Vito Mollica e Pino Lavarra, cucineranno con lo chef di casa Lorenzo Montoro, con i vini di Allegrini e Feudi di San Gregorio (dal 5 agosto). Dalla storia millenaria, a riportare la Villa alla sua magnificenza fu, nei primi del Novecento, il collezionista inglese Ernest William Beckett, Lord Grimthorpe, ospitando Greta Garbo e Paul Newman, Wagner e Paul Klee, e il Re d’Italia Vittorio Emanuele III.
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Valenti: “annata interessante, ma attenzione alla minaccia di pioggia e grandine”
Dopo settimane di caldo e sole, le uve nel vigneto Italia sono nel pieno dell’invaiatura, e la vendemmia, in Franciacorta e Oltrepò, è già alle porte. A preoccupare, più che il caldo, diventato ormai una costante, più che l’eccezione, sono pioggia e grandine, imprevedibili e dagli effetti spesso devastanti. “Potrebbe essere un’annata molto interessante, ma potrebbe ancora rovinarsi, per eventi meteorologici o per il troppo caldo. Ci eravamo predisposti ad un’annata senza problemi, ma sull’imponderabile non possiamo farci nulla”.
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