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WineNews
N. 2.586 - ore 17:00 - Lunedì 4 Febbraio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il cibo sprecato costa un punto del Pil
Nel 2014 1 italiano su 2 gettava via il cibo quasi ogni giorno, nel 2018 lo fa solo l’1%. Nello spreco alimentare siamo dunque più attenti. Ma non basta: all’Italia costa quasi un punto del Pil (lo 0,88%, lo 0,69% solo quello domestico) per oltre 15 miliardi di euro, dei quali l’80% avviene in casa dove vale quasi 12 miliardi (2,4 kg a famiglia al mese). Pane e verdure fresche sono tra gli alimenti più buttati, ma pesano anche legumi, frutta e pasta senza nemmeno essere stati consumati. Sono i dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market e Swg per la Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare (nelle illustrazioni di Altan) di domani.
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Primo Piano
Unire vino, turismo e promozione, con Verona al centro: i messaggi di Anteprima Amarone
Al vino italiano serve un “centro di gravità permanente” che coordini la promozione all’estero e ne renda più incisiva l’azione. Al Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo ci stanno lavorando, ma i tempi sono lunghi. La buona notizia è che sta per uscire il decreto attuativo della legge sull’enoturismo che dovrebbe creare sinergie tra agroalimentare e turismo e rappresentare per i visitatori stranieri la vetrina esperienziale più importante dell’eccellenza enogastronomica italiana. Questi in estrema sintesi i temi emersi dalla giornata inaugurale dell’Anteprima Amarone a Verona. “Le facce rilassate dei produttori in sala la dicono lunga sulla eccezionalità dell’annata 2015" ha detto scherzando Andrea Sartori, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, ad Anteprima Amarone, alla presenza di Gian Marco Centinaio, "che sottolinea l’attenzione del Ministro per i distretti enogastronomici e turistici italiani tra cui Verona e Provincia sono una realtà di spicco”. Tanto che, ha poi spiegato lo stesso Centinaio, proprio la città del Vinitaly, è in corsa per ospitare nel 2021 la Global Conference on Wine Tourism organizzata dalla World Tourism Organization delle Nazioni Unite. Un Centinaio che ha sottolineato anche la necessità di riorganizzare la promozione del vino italiano cercando di mettere tutto sotto un’unica bandiera, “come fanno altri nostri competitor”. Una bandiera che, per il Ministro, c’è già ed è quella di Vinitaly, “che ormai è un marchio riconosciuto nel mondo”. In ogni caso, quella di migliorare le performance all’estero, è una necessità per tutto l’agroalimentare italiano, che può farlo solo muovendosi unito, perchè “siamo fieri dei nostri 42 miliardi di euro di esportazione, ma teniamo presente che per la Germania, che come altri Paesi si promuove unitariamente, l’export agroalimentare ne vale 60”, ha detto il Ministro. Ma sotto i riflettori c’è stata anche l’economia di uno dei distretti vinicoli più importanti d’Italia, nei numeri dell’Osservatorio vini della Valpolicella di Nomisma Wine Monitor. Che raccontano di un 2018 chiuso in crescita sul mercato italiano del +4% in valore per l’Amarone - che da solo ha mosso 334 milioni di euro, -6%, in totale, sul 2017 - grazie in particolare alla crescita della domanda presso horeca ed enoteche, a fronte di una frenata, dopo anni di crescita, nelle esportazioni.
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Vino e Brexit, Londra guarda al Cile
Nel caos, tutt’altro che britannico, in cui si sta ancora lavorando all’uscita dalla Ue, la Gran Bretagna non si limita a portare avanti le trattative con l’Unione Europea e, almeno per quanto riguarda il vino, inizia a battere altre vie. La produzione interna, seppur ancora ridotta nei volumi, cresce a ritmi record, e nel 2018 ha toccato i 15,8 milioni di bottiglie, record dopo i 6,3 del 2014, mentre crescono gli ettari vitati, a quota 2.888, secondo i dati di WineGb. Numeri che, di certo, non bastano a saziare la sete enoica degli inglesi, tanto che, in attesa di capire che succederà sul fronte Ue, Londra ha siglato un accordo commerciale con il Cile, che faciliterà lo scambio di diversi prodotti, a partire dal vino cileno che, in Uk, nel 2018, ha mosso un giro d’affari complessivo di 720 milioni di sterline, come raccontano i dati della Wine and Spirit Trade Association.
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Focus
Amarone 2015, una grande annata alla prova del calice
“Con il 2015 l’Amarone ha raggiunto la sua piena eleganza e maturità di stile aromatico e gustativo. A giudizio degli esperti, l’annata protagonista di questa Anteprima è riuscita a elevare i caratteri olfattivi e gustativi del 2013 e altri ancora di chiara origine varietale, risultando più decisa in persistenza e ricchezza, ma esaltando allo stesso tempo finezza ed eleganza”. Un’annata da ricordare, e da collezione, dunque, l’ultima arrivata sul mercato dell’Amarone, secondo le valutazioni del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella, nelle parole del direttore Olga Bussinello, e a detta di molti tra le migliori degli ultimi 30 anni. Un’annata figlia di una combinazione di condizioni climatiche ideali che hanno dato vita a vini di forte complessità aromatica sostenuta da un corpo giovane e nervoso. E nel calice, tra le 68 etichette (di 65 cantine) in assaggio ad Anteprima Amarone, per WineNews spiccano gli Amarone della Valpolicella 2015 de Le Guaite di Noemi, Giovanni Ederle, Roccolo Grassi, Marinella Camerani e Collina dei Ciliegi, gli Amarone della Valpolicella Classico 2015 di Secondo Marco e Villa Spinosa, e ancora l’Amarone della Valpolicella Valpantena 2015 di Bertani, l’Amarone della Valpolicella Classico Lena di Mezzo 2015 di Monte del Frà e l’Amarone della Valpolicella Classico La Rosta 2015 di Fratelli Degani.
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Cronaca
Istat: zenzero e frutti di bosco nel paniere
Arriva il “turnover” dei prodotti (1.524) che vanno a comporre il paniere Istat, quello su cui si calcolano costo della vita, inflazione e così via. Tra i beni alimentari, le “new entry” sono rappresentate da zenzero e frutti di bosco. Per il primo è il risultato di un autentico “boom”, verificatosi nell’ultimo anno, dei cibi dalle proprietà salutistiche (i cosiddetti “superfood”), categoria di cui lo zenzero fa parte. Stessa cosa per i frutti di bosco, ormai tra i prescelti dai consumatori nel comparto, in ascesa, dell’agricoltura del benessere”.
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Wine & Food
Vendita diretta del vino, in Usa il mercato vale 3 miliardi di dollari
Tre miliardi di dollari. È la cifra record riferita al vino consegnato dalle cantine Usa direttamente ai consumatori nel 2018. Un valore raddoppiato in sette anni, con un +9% in termini di volumi sul 2017 (6,3 milioni di casse da nove litri). Lo rivela un’indagine di Sovos & Wines Vines Analytics, che evidenzia come il 10% del mercato del vino al dettaglio “off-premise” è in vendita direct-to-consumer. Un fenomeno che, stando alla ricerca, continuerà ad aumentare nei prossimi anni, anche se ad un ritmo più lento. E a beneficiarne saranno soprattutto le bottiglie più costose. I vini sopra i 100 dollari segnano un +18% in volume e rappresentano il 6% del mercato Dtc (era il 4,3% nel 2011), mentre i vini sotto i 30 dollari continuano a rappresentare oltre la metà delle consegne totali, ma sono in calo.
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WineNews.tv
Ruolo dei consorzi del vino da rivedere, legge sull’enoturismo, Vinitaly: Centinaio omnibus
Da Anteprima Amarone, a WineNews, il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo: “i consorzi immaginabili come agenzie di promozione territoriale. Su vino, agricoltura e turismo stiamo lavorando, anche guardando ad un congresso mondiale nel 2021. La legge sull’enoturismo è questione di settimane, e presto interverrò sull’Ocm. Vinitaly fondamentale per la promozione all’estero, è un marchio riconosciuto e molto forte”.
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