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N. 3.224 - ore 17:00 - Mercoledì 18 Agosto 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il raspo dell’uva potrebbe diventare presto nutrimento per i ruminanti. Questo l’obiettivo del progetto NewFeed, finanziato con quasi 200.000 euro dal programma europeo Horizon 2020, come spiega una delle aziende coinvolte, la spagnola Neiker. Raspo che, sottolinea Neiker, rappresenta dall’1,4% al 7% della materia prima del ciclo produttivo del vino e che, di suo, è già commestibile per bovini e ovini da latte, per esempio. E grazie all’elevato contenuto di polifenoli potrebbe non solo migliorarne la salute, ma anche la produttività. C’è però il problema della digeribilità: migliorare questo aspetto è proprio uno degli obiettivi di questo progetto. |
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La rotta che dalla Francia porta il vino negli Usa, seguita da quella che parte dell’Italia verso gli States, e poi ancora la via che, attraversando la Manica, porta il vino francese nel Regno Unito, e quella che dal Belpaese riempie di vino italiano i calici di Germania: sono i “flussi” più importanti di interscambio enoico, in termini di valore, secondo l’analisi di Tridge, una delle più importanti piattaforme on line dedicate all’import-export di prodotti agroalimentari nel mondo. Un’analisi curiosa, che al netto di un mondo del vino sempre più vasto e complesso, racconta di quali siano gli assi bilaterali che muovono più valore, e che racconta, a modo suo, quando, da dove e verso dove si muova il vino nel mondo. E così, mentre dai dati Istat analizzati da WineNews emerge la ripresa importante delle esportazioni di vino italiano nel mondo, in crescita del +11,2% nei primi 5 mesi del 2021 sul 2020, ma anche del +6,3% sul 2019, anno del record di 6,4 miliardi di euro, il cui superamento sembra alla portata, guardando ai dati completi sul 2020, dall’analisi di Tridge emerge che la rotta enoica più ricca è quella che dalla Francia porta agli Usa, che nel 2020 ha mosso 1,8 miliardi di dollari, seguita a ruota da quella che da Roma porta a Washington, con un valore di 1,7 miliardi di dollari. Sul podio l’asse Parigi-Londra, che ha visto muovere 1,3 miliardi di dollari di vino, di poco davanti a quello tra Roma e Berlino, che ha fruttato alle cantine italiane 1,2 miliardi di dollari. Viene poi l’interscambio tra Francia e Giappone, che nel 2020 ha mosso 854 milioni di dollari, davanti a quello tra Italia e Regno Unito, con 817 milioni di dollari, e che precede quello tra Francia e Germania, a 771. Posizione n. 8 di questa peculiare classifica per la rotta tra Australia e Cina, che ha movimentato 680 milioni di dollari, davanti a quella tra la Francia ed il vicino Belgio, che vale 582 milioni di dollari, e a quella tra lo stesso Esagono e la Cina, a 509 milioni di dollari. A seguire, ancora, le rotte tra Francia ed Hong Kong (453 milioni di dollari), tra Francia e Canada (450), Stati Uniti e Canada (448), Italia e Svizzera (437), Francia e Svizzera (420), Nuova Zelanda e Usa (410), Francia e Olanda (399), Italia e Canada (396), Spagna e Germana (394) e Spagna Regno Unito (382). |
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Quando biologia e ingegneria robotica si incontrano, sul terreno impervio e complesso della viticoltura, il risultato “rischia” di essere rivoluzionario. Lance Cadle-Davidson, biologo e professore alla School of Integrative Plant Science alla Cornell University di New York, nei suoi studi sulla creazione di varietà di vite resistenti all’oidio (e ad altre malattie) si è ritrovato di fronte ad un collo di bottiglia sempre più stretto. In sostanza, la necessità di analizzare migliaia di foglie di vite al microscopio ha rappresentato un freno gigantesco alla ricerca. La soluzione? Si chiama “BlackBird”, robot in grado di scansionare automaticamente i campioni di foglie di vite, estraendo informazioni biologicamente rilevanti grazie all’Intelligenza Artificiale e alla tecnologia alla base del riconoscimento facciale. |
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Sempre più spesso, i territori del vino ed i loro protagonisti, i produttori, oltre che con degustazioni e visite in azienda per accogliere gli appassionati del mondo, scelgono il linguaggio del cinema per raccontarsi. Ed ora sono pronte a farlo le Famiglie Storiche, l’associazione che riunisce 13 dei nomi più importanti della Valpolicella e dell’Amarone, ovvero Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato. Un gruppo di produttori e di aziende, tutte a guida familiare, che hanno contribuito in maniera decisiva a fare della Valpolicella uno dei territori più prestigiosi d’Italia, e dell’Amarone uno dei vini di maggior successo nel mondo (che complessivamente controllano 800 ettari vitati per la produzione di Amarone e ne commercializzano 2,3 milioni di bottiglie, per un fatturato complessivo di 81 milioni di euro, il 23% del totale delle vendite di Amarone). Il docufilm, che si intitola “Le Famiglie Storiche - Un racconto sull’Amarone”, è stato girato dal giovane regista Michael Gasparini nella prima fase della pandemia, per raccontare la forza “umana” di questa associazione, oggi guidata da Alberto Zenato. La prima il 9 settembre, a Verona, e poi sarà visibile sui principali canali di comunicazione di tutte le Famiglie. |
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In tempi di turismo all’aria aperta, dove spopola i pranzi nei vigneti, sulla spiaggia o in montagna, anche il pranzo al sacco si fa più leggero. Emerge dal curioso sondaggio di Coldiretti-Ixè. In testa, col 29% di preferenze, c’è l’insalata di riso o di pollo o di mare, seguita dalla macedonia (18%) e dalla Caprese - mozzarella e pomodoro - che è un must per il 16%. Tra i piatti preferiti si classificano anche le ricette più radicate della tradizione popolare, dalla frittata di verdure o pasta (9%) alla parmigiana (8%), dalle lasagne (6%) alle polpette (4%).
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Nel 2019, l’8,4% della popolazione adulta dell’Unione Europea ha consumato alcol ogni giorno, il 28,8% con cadenza settimanale, il 22,8% una volta al mese, e il 26,2% si è infine dichiarato astemio o non ha consumato alcol negli ultimi 12 mesi. A dirlo, i dati raccolti da Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea. La quota di persone che beve alcolici ogni giorno più alta è in Portogallo (20,7% della popolazione), seguita da Spagna (13%) e Italia (12,1%), mentre la più bassa è in Lituania e Lettonia (1%). Il consumo quotidiano e settimanale di alcol è più comune tra gli uomini che tra le donne, mentre il consumo episodico pesante (più di 60 grammi di etanolo puro in una singola occasione) tra gli Stati membri Ue rientra in una forbice che va dal 4% di Cipro e Italia al 38% della Danimarca. |
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A WineNews uno dei più grandi illustratori italiani, firma delle locandine di tanti film dei registi italiani e stranieri più famosi del mondo. “Cibo e vino si legano bene sullo schermo, si raccontano con il cinema, anche se con le locandine non è semplice. Non mi è mai capitato di fare una locandina di film con il vino protagonista, ma quello che conta è sempre non svelare la storia, ma stimolare la fantasia e l’immaginazione”. |
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