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WineNews
N. 2.843 - ore 17:00 - Venerdì 21 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Federico Buffa e lo storytelling del vino
Raccontare un mondo, come quello del vino, in maniera originale, contemporanea, capace di aprire le porte - fisiche e virtuali - di cantine e vigneti alle grandi masse. Sfida ardua, ma non per il maestro della narrazione - sportiva e non solo - Federico Buffa, che a WineNews racconta come “quando c’è un argomento tecnico, fruito dalle masse, come è il caso del vino, per conoscerlo meglio c’è bisogno di una spiegazione più esplicita, vicina al contenuto antropologico e storico, non necessariamente quello tecnico. C’è bisogno di spiegare meglio, di spiegare di più, spiegare in generale, per rendere tutto più fruibile, perché questo è il ritmo attuale”.
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Primo Piano
Sgarbi: “il vino è un bene dell’umanità, e con l’arte rappresenta un’unica idea di civiltà”
“Come tutti, fin da bambino ho sottovalutato il mondo contadino, considerandolo povero e marginale. Oggi, l’idea che il Prosecco e Giotto, ma penso anche alle Langhe, siano Patrimonio dell’Umanità, vuol dire che vivere in quei luoghi è un orgoglio culturale, e la consacrazione di ciò che diceva Tonino Guerra, e che Carlin Petrini, facendone una filosofia, e Oscar Farinetti, portandola nel mondo, hanno contribuito a diffondere. Oggi il vino non è più un concetto popolare, ma universale, e la sua è una cultura di massa. I valori legati al vino sono così elevati che ne fanno un bene dell’umanità, e con l’arte rappresenta un’unica idea di civiltà e cultura. E se un tempo c’erano artisti come Michelangelo ed i contadini producevano vino, oggi ci sono artisti sedicenti e grandi produttori di vino”. Parole di Vittorio Sgarbi, in una Lectio Magistralis sul vino nell’arte a “Benvenuto Brunello” a Montalcino, l’anteprima dell’annata 2015, un “capolavoro” per la critica, e della vendemmia 2019 a 5 stelle celebrate domani nell’iconica piastrella d’autore dedicata al Brunello. Che, per il critico, “è come Raffaello, perché io posso dire “c’è Raffaello e c’è il Brunello”, e posso parlare del Brunello “da” Montalcino, vino simbolo delle eccellenze italiane nel mondo, come di Michelangelo Merisi da Caravaggio, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, che deve il suo nome al paese di origine”. E di Montalcino Sgarbi parla nel libro “Dell’Italia. Uomini e Luoghi”, scritto quasi 20 anni fa, a proposito del vento come la sua più insospettabile particolarità. “Tutto ciò che diciamo dell’arte, possiamo dirlo del vino, perché il vino è un’opera d’arte straordinaria che riguarda la vita e la terra, come l’arte”, dice Sgarbi, introducendo il suo excursus nell’arte dove il vino è protagonista da sempre, a partire dalle scene di vendemmia, come nelle tombe egiziane o nelle sculture medievali della cattedrale della sua città, Ferrara. E dal Rinascimento in poi, è un trionfo di Baccanali, dal Mantegna e Tiziano a Poussin, e di Bacco, dal capolavori di Michelangelo e Caravaggio, dal Bastianino a Rubens. Con Sgarbi che cita anche Bellini e Pontormo, il realismo del “Ragazzo che beve” del Carracci, l’impressionismo de “Il bevitore” di Cézanne, il futurismo di Depero e il cubismo di Guttuso, passando per Novellini. Tremila anni di storia, di arte e di vino.
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Una Fondazione per Montalcino
Anche produrre vino può trasformarsi in un circolo virtuoso, se quel vino, che nasce da una terra che alla vite dà quella qualità che ne fa uno dei vini italiani più importanti al mondo, rende il “prezzo” del successo alla sua stessa terra, attraverso idee e progetti per far crescere il territorio. Una buona pratica messa in atto da sempre più cantine, ma che a Montalcino, case history unica in Italia, ha dato vita ad una Fondazione Territoriale, ora operativa, che mette insieme, in un “modello Montalcino” di sinergia e condivisione, i player del territorio (Consorzio, amministrazione e Distretto Rurale) con la mission di reinvestire gli utili della produzione e vendita del Brunello in progetti che vanno dal turismo ai beni culturali, dal sociale all’integrazione, alla valorizzazione dei prodotti di un territorio che non è solo vino.
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Focus
Il Brunello, al top nella wine list, vola sui mercati
Il Brunello di Montalcino, insieme al Barolo, è al vertice dei vini italiani nelle carte del vino dei grandi ristoranti, in un quadro in cui l’Italia, nel complesso, è bene posizionata, dietro alla sola Francia. Almeno secondo l’indagine di Nomisma Wine Monitor rivelata a Benvenuto Brunello, da oggi al 24 febbraio, nella città dove nasce uno dei più grandi rossi d’Italia e del mondo, e che ha analizzato le carte dei vini di città come Londra, New York e San Francisco. Dove il Brunello di Montalcino è protagonista, e con prezzi medi stellari, da 320 a più di 400 dollari a bottiglia. Un territorio in salute, come testimonia il fatto che più della metà dell’annata 2015 già celebrata dalla critica internazionale, in meno di due mesi dall’entrata in commercio, è già venduta: “abbiamo già distribuito 5 milioni di fascette Docg, su una produzione di una grandissima annata che è stata inferiore ai 10 milioni di bottiglie”. Ma il Brunello guarda avanti, e per capire sempre meglio i mercati, e pianificare meglio gli investimenti, lancia il progetto di una “Business Intelligence” per monitorare prezzi, clienti e presenza nei Paesi del mondo, mettendo a sistema le partership con il portale Wine-Searcher e con Valoritalia, come spiegato dal vicepresidente Stefano Cinelli Colombini.
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Cronaca
10.000 ettari di terra per darsi all’agricoltura
Per chi si vuole dare alla terra, in Italia, ci sono a disposizione 10.000 ettari, divisi in 386 lotti, da Nord a Sud. Lo ha messo a disposizione, con il terzo bando, la Banca delle Terre di Ismea. Dal 19 febbraio al 19 aprile, è possibile inviare manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più appezzamenti del lotto, per un valore minimo atteso, nel complesso, di 130 milioni di euro. I ricavi della vendita saranno investiti integralmente nelle misure per i giovani agricoltori. Oltre metà dei terreni si trovano in regioni del Sud Italia.
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Wine & Food
Bilancio Ue: Germania vs Francia e Italia sul taglio ai fondi agricoli
Il dibattito sul bilancio europeo, che mette sul piatto 1.100 miliardi di euro, di scena al Consiglio Ue a Bruxelles, è in un momento di impasse, ed i 27 Stati membri prendono tempo per trovare una quadra che metta d’accordo tutti, visto che le posizioni, ad ora, sono decisamente lontane. L'Italia - per bocca del Premier Conte, della Ministra Bellanova e del coordinatore S&D alla commissione agricoltura del Parlamento europeo De Castro - ha tenuto una posizione chiara e ferma sulla Politica Agricola Comune e sulla Coesione, ossia i due punti che segnano un solco profondissimo con i “Paesi frugali” (Austria, Danimarca, Svezia e Olanda), che hanno ribadito la loro posizione, ovvero che il bilancio non vada oltre l’1% del Pil Ue, puntando a ridurre proprio le risorse per le politiche tradizionali a vantaggio di quelle che considerano le nuove priorità europee. 
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WineNews.tv
Vittorio Sgarbi: “Il Brunello di Montalcino è vino d’arte, coerente con la storia del territorio”
“La produzione del vino è arte essa stessa. Nell’elaborazione di un vino sempre migliore si può trovare la memoria di una lunga storia e tradizione”. Così, a WineNews, l’istrionico critico d’arte, oggi, a “Benvenuto Brunello” 2020, a Montalcino, dove è nata una Fondazione Territoriale per investire gli utili del Brunello in progetti per il territorio: “bene iniziative come questa, per tutelare valori assoluti, che fanno bene a tutti e colmano le lacune della politica e dell’Europa”.
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