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WineNews
N. 4.324 - ore 17:00 - Lunedì 13 Ottobre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Il grande valore della ristorazione
Mangiare in Italia, si sa, non è solo un piacere, è un’esperienza culturale che attira milioni di turisti e genera ricchezza. Lo conferma il Rapporto “Il potere turistico della ristorazione” presentato, in questi giorni, da Fipe-Confcommercio a Ttg Travel Experience a Rimini, secondo il quale, nel 2024 la spesa dei turisti italiani e stranieri in servizi di ristorazione in Italia ha superato i 23 miliardi di euro, con 11 miliardi di euro di valore aggiunto distribuiti in quasi 3.300 comuni turistici. Le città d’arte come Roma, Venezia e Firenze sono protagoniste, ma la diffusione è capillare in tutto il Paese, dalle località balneari a quelle montane.
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Primo Piano
Frena il mercato mondiale del vino nel primo semestre 2025: -2,3% in valore a 16,7 miliardi
Non è una sorpresa e l’impressione è che, con i dazi Usa al 15% fissati lo scorso mese di agosto, il semestre successivo possa andare ancora più in “rosso”. Dopo un 2024 da record, il 2025 per il vino si sta confermando un anno dove le difficoltà non mancano con i consumi, e di conseguenza gli ordini, che faticano ad ingranare, perlomeno rispetto ad un anno fa. Secondo i dati doganali, analizzati dall’Interprofesional del Vino de España (Oive), il primo semestre 2025 è stato negativo per il commercio mondiale di vino, che ha registrato cali del -2,3% in valore, toccando quota 16,7 miliardi di euro, e del -3,7% in volume a 4,6 miliardi di litri, con un prezzo medio di 3,57 euro a litro. Difficoltà, tanto in valore che in volume, che hanno interessato un po’ tutte le categorie: il vino imbottigliato, la tipologia più scambiata a livello mondiale, somma 11,3 miliardi di euro (-3,1%) e 2,3 miliardi di litri (-4,8%), guidando il calo globale con 366,8 milioni di euro e 119,4 milioni di litri persi rispetto al primo semestre del 2024. Pur se con un passivo diverso, vicino alla stabilità, vanno giù questa volta anche gli spumanti a 3,72 miliardi di euro (-0,3%) e 479 milioni di litri (-0,4%) che, tradotto in altri termini, significano 13 milioni di euro e 2 milioni di litri in meno nei confronti del primo semestre del 2024. I vini sfusi, invece, pur perdendo 5,7 milioni di euro e 40,2 milioni di litri nel commercio globale, scendendo a 1,2 miliardi di euro (-0,4%) e 1,6 miliardi di litri (-2,4%), mostrano segnali di resistenza. Per quanto riguarda i bag-in-box, l’andamento anche qui è negativo, e quindi -1% in valore a 345 milioni di euro e -5,3% in volume a 175 milioni di litri. Per le importazioni, gli Stati Uniti si confermano il Paese leader con 3,2 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2025, +6,5% sullo stesso periodo del 2024. Non bene il Regno Unito, che è il secondo importatore in valore a 1,98 miliardi di euro (-5,4%), davanti alla Germania (+6,9%), di poco sotto quota 1,3 miliardi di euro. A livello di volumi, sempre nel primo semestre 2025, guida la Germania con 647,9 milioni di litri (-1,1% sul primo semestre 2024), davanti ad Usa (645,4 milioni di litri, +1,9%), e Regno Unito (551,9 milioni di litri, -6,4%).
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Cibi etnici: se l’etichetta inganna
Quasi l’80% degli alimenti etnici venduti in Italia contiene ingredienti non dichiarati in etichetta, e in tutti i prodotti vegetali analizzati è stato rilevato Dna animale: emerge da uno studio condotto dal FishLab dell’Università di Pisa, guidato dal professor Andrea Armani, e pubblicato su “Food Control”, rivista scientifica di riferimento per la sicurezza alimentare. La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M. Aleandri” e finanziata dal Ministero della Salute, ha analizzato 62 campioni raccolti tra Lazio e Toscana. Prodotti dichiarati vegetariani contenevano tracce di maiale, pollo o pesce; un alimento “solo pollo” includeva manzo, anatra e cervo; un semplice riso nascondeva vongole e ostriche non dichiarate, mentre in altri casi ingredienti segnalati come gamberi o uova non erano presenti affatto …
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Focus
La Guida “Vini d’Italia” 2026 by Gambero Rosso
Il Gruppo Alejandro Bulgheroni Family Vineyards, dell’imprenditore argentino Alejandro Bulgheroni, forte di 4 cantine in Toscana (Dievole in Chianti Classico, Tenuta le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri, e Podere Brizio - Poggio Landi a Montalcino, ndr), è l’Azienda dell’Anno, mentre il Premio Speciale Giovani Produttori dell’Anno è andato a Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta di Cà du Ferrà, voluto dalla Banca d’Asti (ideatrice di un programma innovativo sul credito, rivolto alle aziende agricole e vitivinicole); tra i vini, il Rosso dell’Anno è il Brunello di Montalcino 2020 di Giodo dell’enologo Carlo Ferrini e della figlia Bianca; il Bianco dell’Anno è il Roero Arneis Incisa Riserva 2020 di Monchiero Carbone, guidata da Francesco Monchiero; le Bollicine dell’Anno sono il Franciacorta Brut Nature 2021 di Bosio; sono solo alcuni dei premi speciali della guida “Vini d’Italia” 2026 del Gambero Rosso, presentata nei giorni scorsi a La Nuvola di Roma, ed edizione n. 39 di un volume “è “la “memoria storica” del vino italiano moderno e rappresenta da quasi un quarantennio la guida più aggiornata, diffusa e completa per gli appassionati del settore. In totale - spiega una nota - sono stati circa 40.000 i vini assaggiati”, e oltre 500 hanno ottenuto il massimo riconoscimento, i “Tre Bicchieri” (elenco completo in approfondimento).
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Cronaca
Un batterio contro il sentore di fumo
Alcuni batteri naturali presenti sulla fillosfera della vite, in particolare due ceppi di Gordonia alkanivorans, sono capaci di degradare il guaiacolo, un composto chimico aromatico responsabile del gusto di fumo nei vini. Un problema molto sentito in California, dove incendi molto vicini ai vigneti, se non nei vigneti stessi, è sempre più frequente. La scoperta in uno studio di Claudia Castro del Plant Gene Expression Center (Pgec), affiliato al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), pubblicato su Plos One.
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Wine & Food
Smascherata maxi truffa da 99 milioni di dollari, con investimenti in vini inesistenti
Il mercato dei vini pregiati, simbolo di lusso e investimento, è diventato negli ultimi anni terreno fertile per sofisticate operazioni fraudolente. Tra queste, spicca il caso di James Wellesley e Stephen Burton, cittadini britannici accusati di aver orchestrato una truffa da oltre 99 milioni di dollari attraverso la società Bordeaux Cellars, nome commerciale di due società, Bordeaux Cellars Limited and Bordeaux Cellars London Ltd, registrate rispettivamente a Hong Kong ed a Londra. Lo riporta la Reuters, una delle principali agenzie di stampa internazionali, con sede a Londra, che afferma che i due hanno convinto investitori a finanziare prestiti destinati a presunti collezionisti di vini di alto valore, garantiti da un inventario di oltre 25.000 bottiglie pregiate (tra cui Domaine de la Romanee-Conti in Borgogna e Chateau Lafleur a Bordeaux) che, per le indagini, non esistevano.
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Masottina
WineNews.tv
Economia, guerre, salutismo, dazi: cosa frena di più il consumo del vino? Parola ai produttori
A WineNews le riflessioni di chi guida grandi e piccole aziende, realtà plurisecolari o più “giovani”, ma con una visione internazionale sui mercati che, in questa fase storica sono più complessi da leggere e difficili da affrontare: la parola a Francesco Monchiero (Monchiero Carbone), Alessia Antinori (Antinori), Silvano Brescianini (Barone Pizzini) e Francesco Ricasoli (Ricasoli 1141).
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