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N. 3.938 - ore 17:00 - Venerdi 12 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Le ultime annate in commercio di Barolo superano valori massimi, franco cantina, di 1.200 euro ad ettolitro, quelle di Bolgheri li toccano, l’Amarone della Valpolicella arriva a 1.150 euro per 100 litri, nella zona “classica”. Almeno questo è il podio dei prezzi degli sfusi delle grandi denominazioni italiane, secondo le rilevazioni più aggiornate delle diverse Camere di Commercio del Belpaese, analizzate da WineNews (in approfondimento), alla vigilia di Vinitaly 2024 (14-17 aprile a Veronafiere). In una fase di mercato in cui si mescolano elementi diversi, a partire dalla scarsità della vendemmia 2023. | |
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| | “Il vino è un vettore di cultura, un ambasciatore di territori, un elemento fondamentale della politica culturale e intellettuale, bisogna trasmettere questo alle future generazioni. I giovani devono scoprire la bellezza del vino e distinguerlo dalle altre bevande alcoliche. Il vino è unico perché è un prodotto agricolo, ancorato ai territori e deve essere un’espressione reale dei luoghi di produzione. Spero che da questa Conferenza e da quella di Digione ad ottobre venga fuori un documento comune per sostenere la filiera”. Così Luigi Moio, presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), nel “Wine Ministerial Meeting”, oggi, in Franciacorta, a Ca’ del Bosco (e domani a Verona, per OperaWine e Vinitaly), iniziativa voluta dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme al presidente Oiv, organizzazione che festeggia 100 anni di storia, in un momento di confronto internazionale per affrontare le sfide e disegnare il futuro del vino mondiale. Riflessioni che sono anche alla base del documento tecnico, presentato ai delegati dei vari Paesi in avvio di meeting, articolato in sei capitoli e priorità (Strategie di sostenibilità vitivinicola; Diversità genetica del materiale vegetale e cambiamento climatico; Produzioni di qualità e tecnologie a basso impatto ambientale; Potenziamento del mercato dell’uva fresca e degli altri prodotti trasformati della vite; Nuovi equilibri tra domanda ed offerta nel mercato del vino; Informazione sul valore del vino e delle sue tradizioni, ndr) che ha costituito il perno dei lavori e della discussione, e che sarà poi affinato nella versione finale, che sarà pubblicata a ottobre 2024, nelle celebrazioni del centenario dell’Oiv, a Digione. Un meeting, quello di oggi, che ha riunito le grandi potenze del vino come Francia e Spagna ma anche i rappresentanti di Albania, Algeria, Armenia, Austria, Azerbaijan, Bulgaria, Cile, Cipro, Georgia, Germania, Grecia, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Ungheria e Uzbekistan e che ha iniziato a produrre i primi risultati. “Tutti siamo ottimisti. Non è possibile pensare ad un futuro senza il vino, questo è indubbio” ha sottolineato Luigi Moio (in approfondimento) | |
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| | Nel 2023 il valore dell’export di vino made in Italy in Cina è stato pari a 100,1 milioni di euro (-10,22%), e più in generale l’export agroalimentare si attesta a 579 milioni (+4,1%): un risultato che si punta ad incrementare anche attraverso l’incontro, di scena ieri a Verona, tra il Ministro degli Affari Esteri e vice premier Antonio Tajani e il Ministro del Commercio cinese Wang Wentao, nel corso del Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Cina. “La scelta di Verona non è stata casuale - spiega Christian Marchesini, presidente Consorzio Vini Valpolicella - come Consorzio lavoriamo in Cina da diversi anni”. Il giro d’affari complessivo dell’Amarone della Valpolicella, fiore all’occhiello della produzione veneta, è 350 milioni di euro, di cui il 5% viene esportato in Cina, per un valore stimato di 17,5 milioni di euro. | |
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| | | L’Italia a fare da guida, ovviamente, e poi le grandi potenze del vino come Francia e Spagna, ed ancora i rappresentanti di Albania, Algeria, Armenia, Austria, Azerbaijan, Bulgaria, Cile, Cipro, Georgia, Germania, Grecia, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Ungheria e Uzbekistan. Tutti riuniti nel primo “Wine Ministerial Meeting”, oggi, in Franciacorta, a Ca’ del Bosco, e domani a Verona, per OperaWine e Vinitaly, voluto dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme al presidente Oiv, che festeggia 100 anni, Luigi Moio, per un momento di confronto internazionale per affrontare le sfide e disegnare il futuro del vino mondiale. “Siamo estremamente orgogliosi di ospitare questa prima edizione del “Wine Ministerial Meeting”, un riconoscimento al valore del vino italiano, che è un pezzo insostituibile del nostro patrimonio culturale - ha detto in un messaggio di apertura dei lavori il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - come lo è l’agricoltura”. “Questo incontro è importante perchè qui vogliamo riaffermare il valore del vino, che non è solo economico, ma anche culturale e identitario”, ha detto il il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (in approfondimento). | |
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| | | Un po’ festa, un po’ tour de force. Causa di enorme fermento, ma anche di grande stress: per chi si occupa di vino, dai produttori ai media, dagli addetti stampa ai buyer, Vinitaly a Verona rimane l’evento più atteso dell’anno. E tra un numero abnorme di degustazioni e masterclass, ed una sorta di nevrosi comunicativa, come se tutto finisse in quei pochi giorni (ma il vino va raccontato 12 mesi l’anno), ecco allora, una guida “ragionata” (forse), by WineNews, che, come accade dal 2017, lo vivrà dalle Regione Marche (nel cuore di Vinitaly), e dalla redazione, “day by day”. | |
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| | Da Castelprile con il “Prelius 2023” a Collemassari con il “Melacce” 2023; da Guido F. Fendi e il suo “Chicca” 2022 a Podere Cirene con l’omonimo vino annata 2023. Ed ancora Podere Poggio Bestiale con il “Lépido” 2023 e Poggio Levante con “Unné” 2020; Rocca delle Macie con “Campo Maccione” 2023 e Tenuta Bruni che svetta con “Upupa” 2022 ma anche Terre dell’Etruria e il suo “Marmato” 2023 e il “Cobalto” 2021 Vermentino Superiore di Val delle Rose. Ecco i “magnifici dieci”, in ordine alfabetico, del “Vermentino Grand Prix” n. 5, di scena a Castiglione della Pescaia, nella Costa grossetana, promosso dal Consorzio di Tutela dei Vini della Maremma Toscana, che celebra il vitigno Vermentino, che si sta distinguendo, per crescita, in una regione a prevalenza “rossista”. I vini, tutti Maremma Toscana Doc Vermentino, avevano una presenza minima del vitigno all’85%. | |
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| | | Da BuyWine Toscana, dove per la prima volta dopo il Covid è tornata la Cina, le voci di buyer e distributori dai mercati d’Oriente. Naomi Ogura, Il Piccolo Magazzino (Giappone), Sophie Liu, Wine and Spirit specialist, e Amanda Yang, Amore Trading (Cina), Franco Lee, Wine Passions (Hong Kong), Nguyen Duy Tuan, Toan Quoc Trading (Vietnam), Simer Motiani, Fides Sales (India). | |
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