Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.074 - ore 17:00 - Martedì 22 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Da una magnum Romanée-Conti 1999 (base d’asta 30.000-50.000 euro) ad una di La Tâche 1990 (10.000-18.000 euro) Domaine de la Romanée-Conti; da due magnum di Masseto 2006 (Gruppo Frescobaldi) (2.600-4.000 euro) ad una verticale di Sassicaia (2013-2017) Tenuta San Guido (4.500-6.500 euro); da 6 doppio magnum di Brunello di Montalcino Cerretalto 2010 Casanova di Neri (7.000-10.500 euro), a 3 magnum di Barolo Granbussia Riserva 2006 Aldo Conterno (1.700-2.600 euro). Ecco i lotti top tra i 761 - di cui 748 italiani (unico proprietario) e 13 francesi, per un totale di 10.000 bottiglie - protagonisti dell’asta by Wannenes, il 29-30 ottobre. | |
|
| | Nel mercato Usa - che sul fronte delle importazioni del vino italiano continua a funzionare, nonostante tutto (+7,3% nei primi 7 mesi 2024, sullo stesso periodo 2023, per 1,12 miliardi di euro, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews) - come in tutto il resto del mondo, con poche differenze, i consumi complessivi sono in calo, soprattutto a danno dei vini rossi. Ma, negli States, stando almeno all’analisi dell’Osservatorio Unione Italiana Vini e Vinitaly (sui dati SipSource, ad Agosto 2024) “c’è un segmento in controtendenza nel declino dei vini rossi: sono i luxury made in Italy, etichette rossiste dai 50 dollari in su (prezzo alla distribuzione), che, tra gennaio e agosto 2024, hanno messo a segno una crescita delle vendite a valore del 3% a fronte di una performance generale dei prodotti luxury a -7%, con i francesi a -16% e gli americani in linea con la media di mercato”. A dirlo, a fine dell’evento istituzionale Vinitaly.Usa (Chicago, 20-21 ottobre), è proprio l’analisi dell’Osservatorio Vinitaly & Unione Italiana Vini (Uiv). “Secondo il monitoraggio delle vendite effettive di vino riscontrate dai distributori statunitensi, si tratta di un posizionamento sorprendente, quello dei rossi di altissima gamma italiani, che detengono una nano-quota del 2% sul volume delle vendite di rossi tricolore, ma che, a valore, rappresentano il 14% dei rossi italiani negli Usa. Questa fetta di mercato sale al 23% se si includono i rossi super-premium (tra i 24 e i 50 dollari), a fronte di un solo 6% delle vendite a volume”, spiega l’Osservatorio. A fare da protagoniste (quasi assolute) della nicchia luxury sono le etichette toscane, responsabili del 45,5% del mercato statunitense dei rossi made in Italy di alta gamma, cresciute del 13% tra gennaio e agosto 2024. A tirare la volata il Brunello di Montalcino, prima denominazione con una fetta di mercato pari al 32% dei rossi di lusso. Seguono a distanza nella classifica regionale dalla galassia Bolgheri (11,5%) e Chianti Classico (2%). Per i nobili piemontesi si guadagna il secondo posto assoluto il Barolo (16%), mentre il Barbaresco (4%) è fuori dal podio. In forte difficoltà, invece, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, aree enologiche che fin qui hanno trainato il segmento lusso, come Bordeaux (-37%), Borgogna (-12%), Napa Valley (-24%)”. | |
|
| | Secondo varie stime, una bottiglia su cinque, nel mondo, ad ogni livello, è contraffatta. E solo nel segmento dei fine wine, il giro d’affari dei falsi tocca i 15 miliardi di dollari all’anno. Un mondo, quello della contraffazione, sempre più complesso, come racconta la truffa scoperta, nei giorni scorsi, dai Carabinieri di Torino, insieme alla polizia francese e all’Europol, che ha colpito grandi vini francesi falsificati e rivenduti anche a 15.000 euro a bottiglia. Una complessità dovuta anche al fatto che, grazie all’online, si sono moltiplicati i canali non ufficiali, ad alto rischio. Logica e buon senso, quindi, consigliano, soprattutto quando si cercano bottiglie molto costose e difficili da trovare, di avere pazienza e di rivolgersi a wine merchant, enotecari e distributori ufficiali, che possono garantire l’originalità (ma anche il corretto stato di conservazione) delle bottiglie in questione. | |
|
| | | Dai vini-icona alla viticoltura biologica e biodinamica alle produzioni certificate, dai Piwi alle vinificazioni in anfora e “underwater”, ma “quo vadis vino”? È il quesito che “Merano WineFestival” 2024, l’evento del “The WineHunter” Helmuth Köcher che torna di scena a Merano, dall’8 al 12 novembre, in quello che è stato il “salotto buono” del vino italiano, ormai evento capace di coinvolgere realtà emergenti e nuovi trend, rivolge a tutti gli attori del mondo vitivinicolo - e gastronomico - messi alla prova da molteplici sfide: il cambiamento climatico, la sostenibilità dalla vigna allo scaffale, il calo dei consumi, nuovi mercati internazionali, nuove generazioni di consumatori. L’edizione, n. 33, prenderà il via l’8 novembre con “bio & dynamica & more”, dando spazio a 160 produttori italiani di vini biologici, biodinamici, Sqnpi, Equalitas, Piwi, anfora e underwaters, e la GourmetArena nella cornice liberty del Kurhaus con 130 aziende tra food, spirits e beer, ma anche con il Mercato della Terra Slow Food. E con le premiazioni dei “WineHunter Award Platinum” e delle “WineHunter Stars” (dalla rockstar Gianna Nannini all’imprenditore Oscar Farinetti, dalla cuoca Viviana Varese all’enologo Riccardo Cotarella, dalla giornalista Tg 1 Anna Scafuri al wine artist Stefano Vitale, ed alla sommelier-wine manager Valentina Bertini). | |
|
| | | L’ultimo trend del turismo in Italia? I “cheese lovers”, gli appassionati di formaggi che scelgono come meta i loro territori. Ovvero, il 32,7% dei turisti che dichiara di aver partecipato ad almeno un’esperienza a tema formaggio negli ultimi tre anni, tra visite a caseifici, eventi ed itinerari (+7,3% sul 2021). Parola del primo “Rapporto sul turismo ed il mondo caseario” di Roberta Garibaldi, realizzato dall’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico con Bergamo Città Creativa Unesco per l’Enogastronomia e “Forme. Bergamo capitale europea dei formaggi”. | |
|
| | Nei testi scolastici si cerca sempre di portare esempi concreti, che permettano agli studenti di avere uno sguardo sulla realtà: per uno spunto di approfondimento strettamente legato all’attualità, un articolo di WineNews - dedicato a turismo enogastronomico ed intelligenza artificiale - entra ufficialmente in un testo edito da Tramontana (Rizzoli Education), tra i più importanti riferimenti dell’editoria scolastica italiana, destinato alle classi quinte degli Istituti Tecnico Commerciali, con indirizzo turistico. Un riconoscimento importante per il nostro sito, ma non si tratta della prima volta che WineNews viene citato in pubblicazioni prestigiose: era già successo con Treccani, la più importante enciclopedia italiana, che, nel 2008, ha riconosciuto a WineNews la paternità della parola “enonauta”, ormai passata dallo status di neologismo a quello di termine di uso corrente. | |
|
| | | Dalla “The Old Vines Conference”, a Tenuta Sette Ponti, riflessioni su un patrimonio da salvaguardare, e da studiare per il futuro. Firmate da Renzo Cotarella (Marchesi Antinori), Danielle Callegari (Wine Enthusiast), Leo Austin (The Old Vines Conference), Amedeo Moretti Cuseri (Tenuta Sette Ponti), Antonio Capaldo (Feudi di San Gregorio), Celestino Gaspari (Zymè), Alessandro Gallo (Castello d’Albola) e l’enologo Giuseppe Caviola. | |
|
|
|