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WineNews
N. 3.882 - ore 17:00 - Venerdì 26 Gennaio 2024 - Tiratura: 31.224 enonauti,
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La News
In Francia non si ferma la protesta
Mentre i viticoltori accendono i toni della protesta, in Francia, con atti vandalici e danneggiamenti ai danni di negozi e cantine, i negociant della Languedoc cercano di calmare le acque. E, con un comunicato firmato dalla Uemv (Union des Entreprises Viticoles Méditerranéennes), riporta “Vitisphere”, “si rammaricano che le case vinicole siano prese di mira da certi movimenti di viticoltori”, sottolineando come queste azioni non sono quelle che permetteranno al settore “di uscire dalla crisi che tutti stiamo vivendo. È fondamentale incanalare tutte le forze trainanti a favore dell’immagine dei nostri vini agli occhi dei consumatori”.
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Primo Piano
I grandi rossi di Langhe, Valpolicella e Toscana aprono il 2024 delle “Anteprime”
In un contesto di mercato che vede le tre Regioni più importanti del vino italiano, in termini di blasone e valore, soffrire un po’ il contesto economico e geopolitico mondiale (nei primi 9 mesi 2023 le esportazioni del Veneto toccano i 2 miliardi di euro, a -1,9% sul 2022, quelle del Piemonte gli 877 milioni di euro, a -6%, e la Toscana si ferma a 852 milioni di euro, con un -7,5%), i grandi territori rossisti che ne sono pilastri, guardano al rilancio, a partire dalle loro “Anteprime”. A dare il via, sarà “Grandi Langhe”, promossa dal Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio del Roero, il 29 e il 30 gennaio, con ben 300 cantine (la quasi totalità di quelle associate al Consorzio) di Langhe e Roero, che presenteranno le proprie etichette, e una novità: il grande banco d’assaggio del Consorzio Alta Langa, in un primo approccio di promozione comune tra i grandi rossi e il grande Metodo Classico del Piemonte, tutti insieme alle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) di Torino. Oltre ai vini nel calice, sul tavolo ci saranno temi importanti. In apertura, il 29 gennaio, infatti, ci sarà anche il dibattito “Changes” n. 3, con focus su “Langhe (not) for sale”, per approfondire il tema del cambio generazionale e l’interesse di capitali stranieri nei confronti di queste zone, dove il valore dei vigneti è diventato quasi proibitivo per chi vuole investire, con cifre che toccano anche i 2 milioni di euro ad ettaro, e arrivano anche a sfiorare i 4 nei Cru più prestigiosi, in un terra in cui, comunque, tante realtà del vino italiano ed internazionale, ma anche della finanza e di altri settori, cercano occasioni per investire. Sullo sfondo, anche il dibattito sulle proposte di modifica al disciplinare del Barolo presentate dal Consorzio, dall’imbottigliamento consentito solo in zona, alla possibilità di ripiantare ettari a Barolo, a impianti comunque bloccati, nei versanti esposti a Nord della Denominazione, fino ad ora esclusi, in un quadro che, però, sta mutando a causa del cambiamento climatico. Dopo le Langhe, poi, toccherà al grande rosso della Valpolicella, il 3 e il 4 febbraio, a Verona, con “Amarone Opera Prima”, e poi alla Toscana, con la sua settimana delle “Anteprime”, dal 14 al 19 febbraio, tra Firenze ed i territori (in approfondimento).
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Il ritorno dell’Irpef agricolo
Lo stop dell’esenzione Irpef per i redditi dominicali ed agrari, voluta dal Governo, non trova tutti d’accordo, in un periodo in cui i cambiamenti climatici hanno compromesso le produzioni e per gli effetti delle tensioni internazionali su export e stabilità dei prezzi. Un tema, già sollevato da Coldiretti, e dall’interrogazione alla Camera di Maria Elena Boschi (Italia Viva) alla Premier Giorgia Meloni. “L’esenzione, istituita in via temporanea nel 2016 e poi rinnovata - ha spiegato Meloni - non è stata prorogata da questo Governo per il 2024, perché della misura beneficiava soprattutto chi ne aveva meno bisogno, con i principali beneficiari che sono state imprese di grande estensione e redditi elevati, mentre le piccole no, per effetto di deduzioni e detrazioni di imposta. Rischiava di diventare un privilegio, piuttosto che un aiuto diffuso”.
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Focus
In Veneto nasce Rete Valpantena, “l’altra” Valpolicella
Una case history di marketing territoriale destinata a fare scuola, che vede cinque imprenditori illuminati della Valpantena, in Veneto - “l’altra” Valpolicella, un territorio ricco di natura, storia e cultura, ma soprattutto dalla grande potenzialità enologica - che decidono di unire le forze per dare vita, nel 2023, a Rete Valpantena. Un progetto virtuoso, perfetto esempio di “coopetition” (cooperazione tra competitor), che riunisce le eccellenze del territorio - agricole, artigianali, produttive, enogastronomiche e turistiche - e vede ad oggi, come fondatori e capofila, Costa Arènte, Pernigo, Bertani (Angelini Wines & Estates), Collina dei Ciliegi-Cà del Moro e Ripa della Volta. Ed è di questi giorni l’ingresso nella Rete di tre nuovi soggetti - Villa Pellegrini, Villa Arvedi e Case Vecie di Villa Brigaldara - che hanno aderito alla mission di promuovere l’identità e il patrimonio della Valpantena, in una strategia di azione a medio-lungo termine. La Valpantena, nota anche come “valle degli dèi”, ha un paesaggio simile a quello della Toscana, che la rende una meta ideale per un target turistico di alto livello. Il modello della Rete è stato replicato anche da tredici aziende che, sempre in Valpolicella, hanno dato vita al gruppo Vignaioli Valle di Mezzane, con l’intento di accendere i riflettori sul proprio territorio.
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Roma Doc
Cronaca
L’agenda degli eventi 
Dal Premio Nonino alle Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto (domani), al Carnevale di Venezia, dove il brindisi è con il Prosecco Doc, storico partner (da domani al 13 febbraio), dai “Sommelier in pista” con Ais e i vini dell’Alto Adige e “Sciare con gusto” con i piatti di grandi chef in Alta Badia (fino al 2 aprile), a “Vini Migranti” a Firenze (28-29 gennaio), dal “Torgiano Winter” della Fondazione Lungarotti (2 febbraio), a “Vinòforum Class”, la preview di “Vinòforum” a Roma con oltre 60 cantine, ecco alcuni eventi dell’agenda WineNews.
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Wine & Food
La Dop Economy del vino italiano vale 11,3 miliardi (ma con tante sfide da vincere)
Una “forza” che unisce filiera e tradizione, storia e qualità, tecnica e visione, raggiungendo quota 20 miliardi di euro di valore, grazie, anche, all’appoggio della finanza che si sta dimostrando vicina ad un settore che garantisce occupazione, prestigio, futuro e orgoglio. Tutto questo è la Dop Economy, tema chiave a “Wine & Siena” n. 9, nel convegno “Dop Economy, tra crescita e futuro” di Banca Monte dei Paschi di Siena a Palazzo Salimbeni. Con il vino, che, nella Dop Economy, ha un ruolo di primo piano, lo dicono i numeri: ad iniziare dalle 529 Denominazioni Dop/Igp (leadership mondiale), gli 11,3 miliardi di valore della produzione (n. 2 al mondo), 6,97 miliardi di valore dell’export (seconda posizione mondiale), 110.000 operatori nelle filiere, 340.000 occupati, 128 Consorzi riconosciuti. Ma con tante sfide da affrontare nel 2024.
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Riflessioni sul vino ed il suo valore. Non solo economico ma anche spirituale e identitario
Parlano Domenico Pompili, Vescovo di Verona, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, e il giornalista e produttore Bruno Vespa. Sulla scia del messaggio di Papa Francesco al mondo del vino, ricevuto in Vaticano, grazie a Veronafiere, tra passi delle Sacre Scritture, visioni contemporanee e battaglie da combattere a tutela del futuro di un settore che fa parte della storia dell’uomo e d’Italia.
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