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WineNews
N. 2.935 - ore 17:00 - Venerdì 3 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il Gruppo Epi compra Folio Fine Wine
Il Gruppo Epi della famiglia Descours, guidato da Christofer Descours - già proprietario di realtà di Champagne come Charles Heidsieck , oltre che della Tenuta Greppo di Biondi Santi (dal 2016), la storia del Brunello di Montalcino, tra le altre - ha acquisito la maggioranza di Folio Fine Wine Partners, nome storico della distribuzione di vino in Usa, della famiglia Mondavi, che ha in portafoglio brand come Bruno Giacosa, Barone Ricasoli, Donnafugata, Villa Sandi e lo stesso Charles Heidsieck, Champagne “galeotto” nella firma della partnership. Epi che investe ancora nel mondo del vino, e guarda a nuove acquisizioni, anche in Italia, nei territori più prestigiosi.
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Primo Piano
La lenta ripresa del vino, tra tante difficoltà, nei racconti delle enoteche italiane
Se ancora non si può certo festeggiare, quanto meno il periodo più duro sembra alle spalle, per le enoteche italiane. Avamposti commerciali e culturali del vino nei territori, interfaccia tra cantine, clienti e spesso ristoranti, e quindi cartina-tornasole di quello che sta succedendo e che, dall’indagine WineNews, pur facendo la conta dei danni ingenti portati dalla pandemia, in una situazione difficile da superare, stanno registrando qualche piccolo segnale di ripartenza e di fiducia, soprattutto in giugno. Seppur con differenze importanti, soprattutto tra i locali che si trovano nelle grandi città d’arte e di business, che continuano a soffrire di più per la mancanza di turismo e per lo smart working, e quelli in periferia e nei piccoli borghi, che sembrano meno in difficoltà. Ma anche tra tipologie di attività, con chi è concentrato sul puro asporto e sulla vendita delle bottiglie che, in questa fase, sembra ripartire meglio di chi fa anche mescita, distribuzione e piccola ristorazione. E non mancano casi atipici, che registrano addirittura una crescita sul 2019. In media, però, la perdita del giro d’affari è tra il -30% ed il -50% nel primo semestre 2020 (rispetto al 2019), che, comunque, era il terzo anno di crescita consecutivo per il settore, come sottolinea a WineNews Andrea Terraneo, presidente Vinarius (che riunisce oltre 100 enoteche di tutta Italia) e guida di Enoteca La Barrique a Cantù: “sicuramente c’è un po’ di ripresa, almeno sull’asporto. Sulla mescita ancora ci si muove poco, soprattutto nelle zone turistiche”. A dare una visione organica di quello che succede è Luca Pizzighella, alla guida di Signor Vino (17 store in tutta Italia, nelle città più importanti, a cui si aggiungeranno le nuove aperture di Parma, Roma e Milano): “di settimana in settimana c’è un miglioramento, vediamo performance interessanti, e gli spazi aperti come i dehors aiutano tanto. È chiaro che in alcune piazze si soffre di più, come Milano, che oltre ad essere una delle città più colpite sente forte la mancanza del turismo, della clientela business e dei tanti che lavorano in smart working. Ma, in generale, arrivano buoni segnali, e crediamo nella ripresa, tanto che se ora sulla metà dell’anno siamo ovviamente sotto di un -30%, puntiamo almeno ad un pareggio con il bilancio dell’anno scorso (intorno ai 35 milioni di euro, ndr)”.
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SMS
Folonari rilancia le mezze bottiglie 
I momenti di impasse richiedono anche innovazione per ripartire. E, a volte, innovare vuol dire anche riattualizzare idee già viste in passato. Magari, guardando al vino, per andare in contro all’esigenza, da parte di ristoratori e appassionati, di un approccio più smart, pratico e con un occhio al portafoglio, senza però rinunciare alla qualità intrinseca del vino stesso. Va in questo senso l’iniziativa che rispolvera le mezze bottiglie da parte una realtà storica come la Ambrogio e Giovanni Folonari, che mette insieme 250 ettari di vigneto nei territori più importanti di Toscana, dal Chianti Classico a Bolgheri, da Montalcino a Montepulciano, fino alla Maremma. Che lancia una di una gamma di 9 etichette in formato da 375 ml, dai Supertuscan ai bianchi freschi, alle etichette più rappresentative delle denominazioni. Inizio di una nuova tendenza?
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Focus
Enoteche, si fatica in città. Meglio in borghi e periferie
“Mancano turisti e business, si lavora con i locali, ma le persone nel weekend si spostano al mare o in campagna. È una ripresa lentissima, ma guardiamo avanti”. È il pensiero concorde che arriva dalle enoteche più importanti città, come raccontano a WineNews i titolari di realtà come Trimani e Roscioli da Roma, Bottega del Vino ed Enoteca 07 da Verona, Zanobini e Vignoli da Firenze, Enoteca Piccolomini da Siena, Enoteca Dante da Napoli, Ai Rusteghi di Venezia, Casa del Barolo di Torino ed Enoteca Italiana da Bologna. Un po’ meglio sembra andare nelle città più piccole, dove c’è chi registra ritmi quasi normali, se non addirittura una crescita, almeno a giugno, come Enoteca Grado 12 di Trento, Enoteca Galli di Ancona, La Cantina in Città a Gorizia, Vinarius de Pasquale a Bari e Picone a Palermo. Va un po’ meglio nelle periferie, come testimonia da Legnano l’Enoteca Longo, e anche nei piccoli borghi, seppur con delle differenze. Testimonianze di maggior tenuta arrivano da territori come Alba, per voce di Vinifera, e da Bolgheri, con Enoteca Tognoni, mentre, pur muovendosi qualcosa, si soffre di più dove il turismo, soprattutto Usa, è determinante, come a Montalcino, raccontano l’Enoteca La Fortezza e Bruno Dalmazio, e alle pendici dell’Enta, dice Il Buongustaio di Randazzo.
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Cronaca
Un vino che unisce in bottiglia Puglia e Veneto
Niente come è il vino è capace di unire territori e pensieri lontani. Come succede nel progetto Terregiunte “Vino d’Italia”, incontro in bottiglia di Veneto e Puglia, firmato da Bruno Vespa, che produce vino in Puglia nella Masseria Li Reni, e Sandro Boscaini, con Masi, tra i nomi top della Valpolicella. Una unione “benedetta” anche a livello istituzionale, visto che al vernissage della masseria di Vespa c’erano i governatori del Veneto, Luca Zaia (Lega), e della Puglia, Michele Emiliano (Pd), divisi in politica, uniti nel riconoscere il valore del vino per i territori. 
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Wine & Food
Grandissimi vini e clientela big spender: la specializzazione paga, anche in tempi di crisi
Se il quadro generale per le enoteche, come per tutto il vino, è evidentemente complesso, ci sono poi case history del tutto peculiari e che, anche in tempi di crisi, seguono uno strada totalmente diversa, come spiega Adolfo Cianciulli della celebre Enoteca Cianciulli di Ottaviano (Napoli), una delle enoteche a più alta densità di grandissime etichette di vino del mondo: “noi facciamo poco testo, siamo rivolti ad un pubblico con un’alta capacità di spesa, siamo addirittura cresciuti in questi mesi, perché con tanti professionisti ma anche calciatori fermi a casa, per esempio, paradossalmente abbiamo venduto ancora di più grandi etichette come Dom Perignon, Cristal, Sassicaia, Masseto e così via. Siamo un una zona molto ricca della città, e questo ci aiuta. Al dettaglio abbiamo lavorato benissimo, qualche difficoltà in più c’è stata nell’attività all’ingrosso, con i ristoranti”.
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La qualità al ristorante che torna più importante della sicurezza : l’Osservatorio McDonald’s
Tommaso Valle, capo della comunicazione del colosso della ristorazione, nell’incontro con la Fondazione Qualivita: “sostenibilità tema sempre presente, come qualità ed origine dei prodotti”. Tanto che, mentre continua la collaborazione ormai più che decennale con i Consorzi dei prodotti Dop del Belpaese, per la catena di fast-food diventano 100% made in Italy filiere strategiche come quelle dalla carne suina e del latte. “Oggi più che mai i consumatori cercano rassicurazioni sotto ogni aspetto”.
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